C’è del fumo davanti alla “porta”, ma non siamo allo stadio ad un passo dal goal. Ci troviamo davanti casa di Federico Gentile, calciatore del Foggia, che nella notte del 1 gennaio, ha visto appiccare un incendio alla porta della sua casa nel capoluogo della capitanata.
Il calciatore era in compagnia della moglie e delle sue due figlie, seduti sul divano a godersi un pò di tempo insieme, quando una nube di fumo, ha annunciato una tragedia sfiorata.
Non ancora si conoscono i colpevoli dell’orribile gesto intimidatorio, ma non si fa fatica a pensare che sia il vile comportamento di chi avvelena lo sport con la violenza.
Federico non ci sta. Non può mettere a rischio il suo bene più prezioso e decide di abbandonare la maglia rossonera: “Lo ha fatto per tutelare la sua famiglia. Non essendo stati ancora trovati i responsabili dell’intimidazione, il centrocampista e la moglie sono terrorizzati; pertanto hanno deciso di non tornare a Foggia”, fa sapere in una nota, la società.
Anche la Lega Pro si dice dispiaciuta per il gesto sottolineando che non ha nulla a che fare con i valori del calcio.
La capitanata ormai da anni sembra essere una terra conquistata dalla criminalità. La provincia di Foggia da qualche tempo porta sul pezzo una medaglia nera che “premia” il tavoliere, come fazzoletto della Puglia, dove ogni giorni si contano innumerevoli rapine, racket, violenze e furti.
Tutti i sindaci della provincia, più volte si sono riuniti per combattere insieme la criminalità locale, provando ad offrire al territorio la possibilità di ricominciare. Ma non riesce a tenere la testa alta questo gioiello che poco a poco annega nelle sue stesse acque del bellissimo Gargano.
E il mare verde smeraldo o le baie blu come uno zaffiro, si macchiano del sangue di chi non riesce a risalire la china.
Questa volta anche lo sport viene colpito e a pagarne le conseguenze sono sempre gli innocenti.
Franco Landella, sindaco della città di Foggia, rilasciando una dichiarazione a Repubblica fa sapere: “Si tratta di un episodio increscioso, che mi riempie di rabbia e sdegno: l’incendio avrebbe potuto provocare effetti molto peggiori e devastanti. Abbiamo a che fare con balordi”. “Non possiamo restare inermi dinanzi a un episodio così terribile e violento. Non è giusto che una sparuta minoranza criminale e violenta debba rovinare l’armonia di un’intera comunità: non possiamo stupirci se il nostro amato territorio finisca in fondo alle classifiche sulla qualità della vita. Non stupiamoci se qui la gente ha paura e questo clima di sospetto e terrore spaventa gli investitori e tutte le persone di buona volontà che vogliano scommettere su questa terra, Foggia – sottolinea – non ci sta”.
Federico Gentile, lascia dunque gli spogliatoi del Foggia e si prepara ad una nuova esperienza: sarebbe già in trattativa con la Viterbese, dove appena formalizzata la cessione, sarà pronto a dare un nuovo calcio d’inizio, alla sua vita.