Lo scandalo legato all’esame d’italiano sostenuto da Luis Suarez, ha creato una serie di spiacevoli conseguenze che inevitabilmente hanno messo in discussione la carriera dei vertici dell’università di Perugia.
Sospesa per 8 mesi la rettrice Giuliana Grego, il direttore Simone Olivieri e i professori che esaminarono Luis Suarez. Secondo l’accusa, “è emerso che i contenuti della prova erano stati preventivamente comunicati allo stesso calciatore, giungendo a predeterminare l’esito e il punteggio d’esame, per corrispondere alle richieste che erano state avanzate dalla Juventus, con la finalità di conseguire un positivo ritorno di immagine, tanto personale quanto per l’Università”.
L’accusa è per il reato di “rivelazione del segreto d’ufficio finalizzata all’indebito profitto patrimoniale e plurime falsità ideologiche in atti pubblici”.
Ma cosa rischia la Juventus a livello sportivo?
Sembrerebbe che tutto ruoti attorno all’articolo 32 comma 7 del codice federale, nato dopo il caso Passaportopoli del 2001, che regola i reati su “attestazioni o documenti di cittadinanza falsi o comunque alterati al fine di eludere le norme in materia di ingresso in Italia e di tesseramento di calciatori extracomunitari”.
Le sanzioni variano a seconda della gravità: si va da un’ammenda per responsabilità oggettiva fino alla penalizzazione per responsabilità diretta sino ai casi di una retrocessione o esclusione dal campionato.
Alla fine, in questo caso di mancata lealtà, il tutto potrebbe risolversi semplicemente con una ammenda.
Il club bianconero dal canto suo ha sempre detto di aver chiesto informazioni all’Università di Perugia per un possibile esame per poi abbandonare l’idea avendo cambiato obiettivi di mercato.