“La perfezione non esiste. So che non dico una grande novità, ma io lo voglio dire, lo voglio gridare e lo voglio urlare: la perfezione non esiste!” così lo scorso autunno, Vanessa Incontrada ha recitato in un monologo su Rai Uno, parlando proprio del corpo e dei cambiamenti fisici che una donna subisce nel tempo. Un’imperfezione nella perfezione intellettuale di chi ha imparato a vivere e ad accettarsi. Fin qui tutto ok.
Oggi Vanity Fair le dedica la sua copertina, mostrandola completamente senza veli (anzi vestita dei gioielli di Pomellato…) per continuare a parlare di libertà. La libertà di accettarsi e di non sentirsi schiavi dei soliti canoni di bellezza. L’attrice, infatti, negli ultimi anni è diventata un’icona del body positive, la filosofia che invita ad accettare il proprio corpo senza curarsi degli stereotipi imposti dalla società e combatte sui social ogni forma di bullismo contro chi fa body shaming. Anche qui tutto molto bello, ma in verità, il corpo di Vanessa Incontrada, tutto sembra fuorché oggetto di critica estetica, anzi!! La foto rappresenta una bella donna formosa, proporzionata e con una linea assolutamente armoniosa.
Non riesco a cogliere l’imperfezione, anche perchè per coerenza, si sarebbe potuto evitare l’utilizzo di photoshop, ma comunque sono dettagli…ciò che vorrei dire è che a prescindere dal messaggio che si voleva lanciare (che va bene le lotte e i principi importantissimi dietro tali argomenti di discussione) ma l’immagine in sè non è appropriata perchè viene rappresentata una Vanessa Incontrada bellissima, formosa, con appena un filo di pancia (impercettibile se non dalle pieghe da posizione) e con un bello stacco di coscia. Quando leggo lo strillo di copertina: “Nessuno mi può giudicare (nemmeno tu)” mi chiedo infatti come si possa “giudicare” un corpo così.
Credo piuttosto nella coerenza di Arisa che lo scorso 19 agosto ha pubblicato una foto al mare in costume assolutamente al “naturale”, ma sinceramente, pur apprezzando l’iniziativa ho trovato l’Incontrada fuori contesto e soprattutto ho sentito un certo “appesantimento” sul tema, una sorta di “spettacolarizzazione”, aggravata dalla spiegazione del direttore di Vanity Fair: “Abbiamo voluto questa copertina per riflettere sul tema della Body Positivity e sulle implicazioni del concetto classico di bellezza sulle nostre vite“, “La questione è complicata, vede il corpo delle donne in prima linea e annovera tutto quello che ci è stato insegnato con libri, spot, film, moda, cartoni animati e condizionamenti sociali, culturali e famigliari dagli anni Cinquanta a oggi. In fatto di bellezza, oggi sta succedendo quello che è successo alla terra dopo la scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo: là dove si pensava finisse il mondo, ne è iniziato un altro. E là dove si pensava finisse la bellezza forse e finalmente ne sta sorgendo una tutta nuova» , quindi quello che sarebbe dovuto essere un messaggio di “normalità”, in realtà è stato poi accentuare una “diversità” e farla diventare la nuova bellezza. Mah!
L’attrice dichiara: “Questa copertina è il momento più bello degli ultimi anni..È il punto d’arrivo che vede il mio corpo diventare un messaggio per tutte le donne (e per tutti gli uomini): dobbiamo tutti affrontare, capire e celebrare una nuova bellezza”. Nel 2008 ho avuto mio figlio Isal. La maternità, come per altro succede a tutte le donne, trasforma il tuo corpo. E il mio si trasformò molto. Partirono le critiche. Critiche feroci. Critiche crudeli. Si dice sempre, che i peggiori attacchi arrivino da chi conosci. Io non la penso così: le parole che mi ferirono di più arrivarono da chi non conoscevo. Ero delusa, ferita e disorientata: ma perché essere così cattivi?». E continua: «A volte prendi peso, altre lo perdi. Un mese sei in dieta e vuoi perdere quei tre chili, un altro ti senti a posto con te stessa. Siamo donne, il nostro corpo funziona così. È naturale, va accettato e va soprattutto rispettato. Nessuno ti può né ti deve giudicare“.
Ecco adesso quante donne si sono ritrovate in queste parole? e quante si sono riviste in quella immagine? Forse è qui che dobbiamo fare una riflessione: non sempre le immagini fanno il pensiero o raccontano la realtà. E questo vale sempre, anche quando su Instagram vediamo la perfezione e invece è solo ritocco.