Una caduta di stile e uno scivolone doloroso quello di Raffaele Morelli a TG Zero, il format di Radio Capital condotto da Edoardo Buffoni e Michela Murgia. Uno scontro verbale simile ad un appuntamento di scherma dove la Murgia apre il suo duello con una “Flèche” che va a segno, portando Morelli fuori dal ring con la sua esclamazione “Stai zitta e ascolta”, un tono forte e imperatorio di chi probabilmente ha dimenticato galanteria e buone maniere.
Già lo scorso 24 giugno lo psichiatra è intervenuto a Rtl 102.5 commentando il tweet del giorno dell’emittente radiofonica, una citazione di Francoise Sagan: “Un vestito non ha senso a meno che ispiri gli uomini a volertelo togliere di dosso”, un aforisma che la rete non ha digerito e che Morelli ha commentato così: “Se una donna esce di casa e gli uomini non le mettono gli occhi addosso, deve preoccuparsi. Puoi fare l’avvocato o il magistrato, puoi avere tutto il successo che vuoi ma il femminile in una donna è la base su cui avviene il processo!” e ancora continua affermando “il femminile è la radice”, solleticando la “curiosità” della Murgia che chiede insistentemente spiegazioni: “La radice di cosa?”, un dibattito che si accende quando Morelli per spiegare la sua idea di ‘femminile’ scivola in un’affermazione leggera che è più un luogo comune: “Il femminile è un dato ontologico, le bambine giocano con le bambole già agli albori no?”, una frase che alla Murgia non scende e replica “quindi i maschietti non giocano con le bambole forse perché non gliele diamo magari”, la provocazione irrita lo psichiatra che non riuscendo più a stare al passo della Murgia, preferisce attaccare il telefono lasciando indignati molti ascoltatori.
Ora che si voglia o meno parlare di strumentalizzazione dei temi o delle frasi, abbiamo un problema ben più grave: che se si pensa alla donna solo come strumento o oggetto di desiderio da parte dell’uomo dimenticando tutta la sfera legata al “sesso platonico”, alla seduzione intellettuale e spirituale, cadiamo nella trappola sessista che toglie valore alla donna. Perché una donna in jeans e scarpe da ginnastica, può non essere affascinante? E poi, come ciliegina sulla torta, arriva l’affermazione banale che le bambine giocano con le bambole e i maschietti no. Peccato, perché se fossimo in grado di abbattere i luoghi comuni, faremmo un dono speciale ai nostri figli. Proviamo a cambiare il punto di vista: dare a un bambino una bambola, potrebbe insegnargli l’importanza del prendersi cura di qualcuno e di farlo con gentilezza. Svilupperebbe un maggiore senso di responsabilità e di empatia. Come ad una bambina che preferisce il calcio alla danza: da esso può imparare l’importanza del gioco di squadra, dell’onestà, della sana competizione. Non facciamo crescere i nostri figli nel pregiudizio, lasciamo loro la libertà di esprimersi ed imparare dalle loro emozioni. E’ importante comunicare bene il proprio pensiero, perché non pesare correttamente le parole, può provocare un danno a chi ascolta e a chi ne parla.
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“Di fronte agli sciocchi e agli imbecilli esiste un modo solo per rivelare la propria intelligenza: quello di non parlare con loro.”
ARTHUR SCHOPENHAUER