Ieri pomeriggio, Lory Del Santo a “Oggi è un altro giorno” su Rai Uno, si è raccontata a cuore aperto nel salotto di Serena Bortone e al suo pubblico.
Una lunga chiacchierata dove la showgirl ha ripercorso le tappe più importanti della sua vita, senza tralasciare i dettagli dolorosi relativi alla perdita dei suoi tre figli.
Conor, Loren e un neonato avuto dal tennista Richard Krajicek. Tutti uniti dallo stesso fatale destino. Eccola qui Lory: dall’avere tutto al perdere tutto, collezionando dolori su dolori per queste premature perdite.
Conor, primogenito e figlio avuto dall’ex compagno Eric Clapton, morì a seguito di un tragico incidente: era il 1991 e mentre stava giocando nella sua stanza è caduto dalla finestra schiantandosi contro il terrazzo di un altro edificio. Per lui non c’è stato niente da fare.
Loren invece, si è tolto la vita nel 2018, a causa di una malattia mentale chiamata anedonia, una patologia che impedisce a chi ne è affetto di provare piacere, sentimenti o emozioni.
Infine Lory il neonato di soli 15 giorni scomparso per cause naturali. Alla Bortone confessa:
“Questa è una storia di cui non parlo mai, è stata un incidente “di natura”, è rimasto solo un ricordo mio personale. L’ho avuto dal tennista Richard Krajicek. Anche la morte di Loren è un problema della natura. Non era assolutamente un ragazzo fragile. Aveva una malattia congenita che si sviluppa nel corso degli anni. Quelle che pensavamo fossero caratteristiche della sua personalità , erano caratteristiche della sua malattia, che io non conoscevo. Ora capisco subito chi ne soffre. Questa cosa non l’ha toccato fisicamente: era un atleta, nessun difetto, non ha mai visto un medico”.
Lory Del Santo continua a spiegare: “Era la persona più intelligente della famiglia, ma questa super intelligenza gravava su un altro aspetto che era il super distacco da ciò che nella vita è la felicità . Non era mai felice con niente di materiale, umano. Io non capivo, pensavo che vivesse in un mondo solitario”. Quella condizione alla fine lo ha portato al suicidio.
La frase choc che il pubblico a casa non ha digerito, è stata: “Forse è meglio che sia successo”, poi ha continuato “Per questo mi sono, diciamo, “calmata”. Ho studiato tutta la situazione, dall’infanzia. Sono andata a ritrovare tutti i suoi scritti, mi sono ricordata tutto quello che mi dicevano le insegnanti a scuola. Alla fine forse è stato meglio così perché ci sono malattie che non tornano mai indietro. Le medicine che possono guarire queste malattie sono solo apparenti e portano a disfunzioni fisiche gravissime, tipo la sedia a rotelle, deformazione della spina dorsale che ti impedisce di muoverti correttamente. Lui ha vissuto il meglio che poteva, io gli ho dato tutto quello che potevo per farlo felice quindi non ho nessun rimpianto“
Poi uno sguardo indietro alla sua infanzia umile: “Non importa da dove si parte ma dove si arriva. Io sono nata in una stalla perché la nostra casa non era riscaldata, mio padre era un contadino (anche se il più bello della zona!). Io non me ne vergogno. Il mio destino era segnato, mia madre non era istruita. Ha sempre pensato che nella vita fosse importante studiare per trovare un lavoro e non solo sposarsi. Non potevo deluderla. Ho studiato dalle suore, ho vissuto un’infanzia terrorizzata perché non potevo farmi bocciare! Mia madre non mi ha mai dato un bacio, il suo amore era assicurarsi che avessimo da mangiare. Io la ammiro molto per questo. Una volta promossa, ho pianificato la mia fuga. Sono andata a Roma”.
Dall’amore per i figli a quello per gli uomini, con un particolare pensiero al flirt avuto con George Harrison:
“L’uomo che più mi ha conquistata? George Harrison. Mi chiama in hotel a Hiroshima e prenota la piscina all’ultimo piano solo per noi. La disgrazia è che dopo tre giorni dovevo partire e lui anche, le nostre strade si sono divise. Un uomo meraviglioso, con lui potevo parlare tutto il giorno. Trump l’ho visto tre volte. Il fatto è che io sono fedele, purtroppo. E non era ancora finita con l’uomo che stavo frequentando, che invece era un maledetto”.