Il lockdown è stata l’azione forzata più difficile che gli italiani hanno dovuto affrontare questo inverno. Le conseguenze psicologiche sono state devastanti per molti, tante attività commerciali sono state costrette a tirare giù la serranda e soprattutto molte coppie, hanno dovuto all’improvviso cedere all’emergenza e ritrovarsi insieme 24 ore su 24.
Per qualcuno un’esperienza pazzesca, infatti pare che dopo il lockdown, l’Italia sia stato uno dei Paesi con il maggior numero di divorzi.
Tutto questo però Enrico Vanzina ha voluto raccontarlo in “Lockdown all’italiana”, la sua prima commedia in cui debutta come regista e che uscirà al cinema il 18 ottobre.
“Una commedia tra risate e riflessioni che racconta la storia di due coppie che stanno per lasciarsi, ma che saranno invece costrette a vivere forzatamente sotto lo stesso tetto a causa del Lockdown. Una vera commedia all’italiana.” Eppure, è bastato il titolo, un poster e una sinossi, per scatenare le critiche di quanti hanno trovato di cattivo gusto ironizzare sul lockdown. Posso dire la mia? Che esagerazione!
Tutto questo scalpore per un film attualissimo specchio del nostro tempo e che ben descrive (con leggerezza) quali sono state anche le conseguenze sociologiche e psicologiche della reclusione forzata.
Non dobbiamo fare gli ipocriti: ricordiamoci pure che mentre a Bergamo si contavano i morti, noi cantavamo “azzurro” dai balconi e guardavamo la mamma di Luigi Favoloso nel salotto della D’Urso che litigava con Nina Moric per un morso al cane….
Abbiamo provato a non essere vittime della disperazione e a reagire con ottimismo (per quanto possibile). Ora finiamo col criticare un film che in fondo racconta semplicemente le azioni che abbiamo svolto tutti durante la quarantena. Cosa c’è di così scandaloso?
Trovo piuttosto sia molto intelligente parlare con leggerezza e comicità di eventi e fenomeni di massa basati principalmente sulla drammaticità: forse questo ci aiuta ad accettare e a metabolizzare quello che oggi, per molti, è ancora un ricordo doloroso.
Difficile non scontrarsi con la critica, ma confido nell’intelligenza degli spettatori che sono certa che si ritroveranno in questa commedia che racconta una quarantena tutta italiana.