Gigi Proietti e Sagitta Alter insieme dal 1962 non si sono mai sposati, ma hanno coronato il sogno di avere per sempre una famiglia felice. Genitori di Susanna e Carlotta, l’attore e la sua compagna storica si sono conosciuti quando lui aveva 22 anni e cominciava a fare i suoi primi passi nel teatro.
Nonostante il prestigio, la gloria e i grandi successi, tra loro mai una crisi o un momento di debolezza in questo mondo dello spettacolo sempre pieno di tentazioni.
Anzi casa Proietti era una casa semplice piena di amore e normalità. La domanda per lui ricorrente era quella legata all’unione con Sagitta: “È una domanda che mi fanno proprio tutti. La verità è che io e Sagitta non ci pensiamo più. Non ci tenevamo particolarmente al matrimonio quando eravamo giovani, ma non lo escludiamo. Chissà, magari un giorno ci guarderemo e ci verrà voglia di compiere anche questo passo, anche se il traguardo più bello, quello di costruire una famiglia unita, siamo già riusciti a realizzarlo”.
Da questo amore lungo 58 anni sono nate Susanna e Carlotta, entrambe figlie d’arte: una lavora infatti come costumista e scenografa, l’altra come attrice e cantautrice. Al Corriere della Sera, Susanna confessa “I miei primi ricordi sono tutti uguali: io, mia madre e mia sorella sedute in prima fila, e a fine spettacolo una coda di persone adoranti che volevano stringergli la mano. Mi dava fastidio, a più di uno avrei dato un morso. Faceva strano perché dentro casa eravamo una famiglia davvero normale, ma quando uscivamo eravamo circondati da scocciatori, dal mio punto di vista, che volevano l’autografo“.
Carlotta invece ha raccontato dell’artistica pigrizia del padre: “Un giorno mamma era davanti alla porta, scura in volto. “Ha telefonato la scuola, so che ti hanno scoperta mentre fumavi. E adesso a papà glielo dici tu”. Andai da mio padre. Bussai alla porta del suo studio. “Devo confessarti una cosa, papà”. Lui stava sfogliando il giornale. Alzò lo sguardo. ‘Dimmi, amore di papà, che c’è?”. “Ecco, vedi… Stamattina a scuola mi hanno scoperta a fumare una sigaretta”. Sorpreso mi domandò: ‘E perché, non si può fumare a scuola?’“