Questo pomeriggio si è raccontata a “Oggi è un altro giorno“, Ema Stokholma, la famosa dj che prima di Natale ha aperto le porte della sua vita anche a Silvia Toffanin.
Un racconto denso, profondo, che apre una ferita dolorosa che la Dj col tempo ha imparato a curare con il perdono.
Ne parla nel suo libro “Per il mio bene”, presentato da Serena Bortone al pubblico di Rai Uno. Morwenn Moguerou, suo nome di battesimo, in queste pagine racconta del rapporto con sua madre. Una donna violenta, vittima della sua stessa frustrazione: “Da quando avevo quattro anni ho conosciuto la violenza fisica. Mia madre mi picchiava e mi diceva cose terribili”.
Già a Verissimo, la dj aveva raccontato: “Cominciava sempre con una doccia fredda, mi metteva nella vasca vestita. Mi colpiva con il pomo della doccia e alcune volte mi teneva con la testa sotto l’acqua. Mia madre mi ha portato su un ponte e mi ha spronato a buttarmi di sotto, poi è passato il libraio e abbiamo fatto finta di niente”.
Stanca dei continui maltrattamenti, a 15 anni arriva in Italia dove viveva il padre: “Ho preso un treno da Parigi a Roma, e ho visto il sole, ho visto Roma. Avevo rubato i soldi a mia madre, organizzato la cosa, e sono andata, senza un piano effettivo. Antonio, mio padre, mi ha accolto bene, ma è stato difficile, non puoi costruire un rapporto dal nulla a quindici anni. Ho provato a dirgli cosa mi aveva fatto mia madre, ma non ho avuto un gran riscontro”.
Il mese scorso alla Toffanin aveva confessato di aver vissuto anche per strada prima di arrivare al successo e che i suoi colleghi, sono stati per lei la famiglia che le è sempre mancata.
Ema ha rivisto la madre solo ai funerali della donna, dichiarando di averlo fatto solo per rispetto del fratello e nonostante la vita difficile, della sua infanzia e di sua madre oggi dice: “Io l’ho capita, non la odio più. Provo empatia”.