Un cerchietto bianco, un viso pulito e la pelle arrossata dalle prime giornate d’estate. Così Vasco Rossi presenta a tutti i suoi fans, per la prima volta, con una foto sul suo profilo Instagram, “Silvia”, musa ispiratrice del suo primo 45 giri che ancora oggi tutta la crew del KOM canta a squarciagola durante i suoi concerti. Silvia che “riposa dentro la stanza, con una mano sotto il cuscino”, era la figlia del “Benuzzi” proprietario del bar dove Vasco si trovava con gli amici a suonare la chitarra.
Nessuna storia d’amore tra i due, solo la tenerezza e la semplicità che eccita l’immaginazione del blasco e regala alla musica italiana una canzone senza tempo. Di quel “trucco eccessivo” che canta, resta come una “magia”: un “trucco” che incanta e che riempie gli stadi ormai da 40 anni. Quella quattordicenne nella sua camicetta bianca e i suoi ricci dorati, oggi ha 58 anni, vive a Modena ed è un’insegnante di filosofia, fan incallita del Komandante e che fu proprio lei a chiedere a Vasco se quella canzone fosse stata scritta per lei. “Si sei proprio te”, gli rispose il cantante che frugando nei suoi ricordi, ha postato sui social uno scatto sbiadito dal tempo, che la giovane figlia di Silvia Benuzzi, protagonista della canzone, ha riconosciuto qualche giorno fa sui social del cantautore e ha segnalato alla sua mamma.
In questo momento amarcord, il gladiatore emiliano, ha confessato che la Sua semplicità, quel richiamo ad essere “un fiore che sbocciava alla vita” guidò la penna del suo primo successo. La quotidianità di un’adolescente di Zocca, raccontata in sole 2500 copie arrangiate da Gaetano Curreri.
In un’intervista al Corriere della Sera, Silvia dice: “Vasco era già allora una persona dolce e attenta, penso sia per questo che ha colto dei tratti del mio carattere che poi erano reali. E questa sua dolcezza la vedo anche nella persona che è oggi”. Infatti, il rocker dal cuore di burro, attraverso la sua musica, ha messo più volte a nudo il suo lato più fragile: dalle canzoni d’amore, all’emozione sul palco, fino a raccontare recentemente la sua esperienza emotiva durante l’emergenza che ha colpito il nostro Paese e tutto il mondo negli ultimi mesi.
Il cantante infatti ha sottolineato in diverse interviste, quanto fosse “pericoloso” parlare di ‘distanziamento sociale’ e di quanto fosse necessario utilizzare le parole giuste, un appello lanciato anche dal musicista Ezio Bosso prima della sua scomparsa. E’ importante dare un peso alle parole, parlare di “distanziamento di sicurezza” perché quello sociale, non unisce, ma divide. Quel pensiero rivolto a tutti gli addetti ai lavori che a causa dell’emergenza hanno fermato le loro attività, un Blasco preoccupato ma vicino a tutti coloro che oggi stanno vivendo il momento con grande difficoltà.
Insomma, il Komandante al timone della sua nave, non abbandona il suo equipaggio e mentre spera di salpare al più presto, sfoglia il suo album dei ricordi e rivive con nostalgia, l’emozione del suo primo “viaggio” su quella nave che ha chiamato “Silvia”.