Un calzino bianco che fa capolino su un paio di scarpe da tennis blu, la pelle bianca come latte e l’innocenza che si fa arte in un canto poetico che si eleva al cielo come fosse miracolo nelle corde vocali di un angelo.
Elisa, nella sua semplicità si presenta così davanti ai giudici di X Factor, accompagnata dalla sua mamma che per 17 anni, l’ha cresciuta insieme a papà tra fogli di spartito.
Si presenta nella solitudine di uno studio semi-vuoto, con la sua chitarra e una chioma di capelli verdi. Si fa chiamare Casadilego, lei che di Lego ha ben poco, non si scompone davanti all’emozione e con il suo canto si porta in un altro luogo e in un altro tempo, trascinando con sé anche i giudici del talent show.
Chiude gli occhi mentre intona “A case of you” di Joni Mitchell, ed è tagliante il suo “Oh, you’re in my blood like holy wine – scorri nel mio sangue come vino sacro”, come una dedica d’amore alla sua musica, che arriva come un pugno allo stomaco ed emoziona Manuel Agnelli fino alle lacrime.
Una voce singolare che non nasce in California ma a Montorio al Vomano, in provincia di Teramo e rispolvera gli anni Sessanta dandogli ancora luce e bellezza.
Scale perfette alla Kate Bush e spirito libero come Annie Lennox, si accarezza i capelli in preda alla timidezza mentre raccoglie le emozioni del suo piccolissimo pubblico, seduto su quelle quattro sedie a ricordarle che la sua gentilezza, fa di lei un’artista:“Tutti quando vengono qua si credono una Star invece tu arrivi qua e dici – io sono una fan. E’ da lì vediamo la fragilità. E la musica senza fragilità e senza grazia non è musica e per questo ti ringrazio”.
Così Mika promuove a pieni voti, insieme a Hell Raton, Emma e Manuel Agnelli la giovanissima artista che confessa in un’intervista a Repubblica “Cerco la bellezza in ogni cosa che sento, e non mi faccio un problema di epoche o di suoni. Lo so che sembra che quello che dico sia un’ovvietà, ma la musica veramente non ha tempo, le cose belle lo sono sempre, oggi e ieri (…)”. Alla domanda quale fosse il suo principale giudice e sostenitore risponde: “Il principale giudice di quello che faccio è il mio insegnante di pianoforte, che in realtà è anche di più perché mi consiglia libri da leggere o mi porta a vedere delle mostre”. In queste poche parole omaggia l’amicizia con chi coltiva il suo talento e allena la sua anima con un esercizio quotidiano alla cultura. La preziosa figura del Maestro che se educa al buon gusto, dona strumenti per apprezzare l’arte e la sua bellezza, per sempre.
Questo è il miglior esempio che possiamo dare alle nuove generazioni: avvicinare i giovani alla musica per migliorare la loro sensibilità e farlo grazie ad una buona guida e al sostegno prezioso e indispensabile di due genitori che credono senza riserve, nella perfezione del tuo talento. Quell’amore eterno che ti mette il turbo e ti dà la forza e il coraggio di non arrenderti mai.