Bufera sull’affermazione di Flavio Insinna durante la puntata del 27 dicembre al programma l’Eredità. Il conduttore sarebbe colpevole di aver detto che “la caccia non è uno sport”, come commento alla domanda del quiz, esprimendo così tutta la sua contrarietà in merito.
I cacciatori però sembrerebbero non aver digerito il commento del conduttore e la Federcaccia ha scritto una lettera di protesta alla Rai, valutando una possibile azione legale per diffamazione.
La rete però non ci sta e a gran voce sostiene il presentatore facendo diventare #iostoconflavioinsinna trendtopic del giorno.
La lettera di Federcaccia al direttore di Rai 1, al presidente Rai e ai membri della Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza
“Ancora una volta nel corso della trasmissione televisiva L’eredità, in onda nella fascia preserale sulla rete da lei diretta” scrive il presidente della Federcaccia, Massimo Buconi, in una lettera, “il conduttore Flavio Insinna si è lasciato andare a commenti discriminatori e offensivi nei confronti dell’attività venatoria e dei suoi praticanti. Il comportamento di Insinna, non nuovo a questo genere di interventi, è reso ancora più grave per essere messo in atto approfittando della propria notorietà attraverso un mezzo, quello televisivo, che gli garantisce ampio seguito e l’assenza totale di un contraddittorio sulle opinioni espresse in merito alla caccia e ai cacciatori, denigratorie di una categoria di cittadini che esercita una attività pienamente legittima, prevista e normata dalle leggi dello Stato”, si legge nella lettera pubblicata online sul sito della Fidc.
“Federcaccia ha dato mandato ai propri legali di valutare gli estremi per intentare un procedimento legale per diffamazione nei confronti del conduttore e della Rete. In più, perfettamente consapevoli di quelle che sono le ‘regole dello spettacolo’ e consci che una trasmissione come quella in oggetto e chi la conduce valgono per quanta economia generano e pubblicità portano nelle casse del canale, sarà nostra cura invitare tutti i nostri iscritti e i cacciatori italiani e le loro famiglie – un bacino potenziale di qualche milione di spettatori – a non seguire più L’eredità e a preferire altre marche rispetto a quelle pubblicizzate prima, durante e immediatamente dopo il gioco”.