Venerdì scorso Gabriel Garko è entrato nella casa del Grande Fratello per dire tutta la verità sulla vicenda Ares Gate. In realtà, l’attore ha fatto solo coming out, ammettendo in diretta su Canale 5 di essere omosessuale. Una lettera toccante rivolta ad Adua Del Vesco, in cui parlando per metafore fa riferimento a quel periodo buio della sua vita, in cui pare sia stato costretto a recitare una parte anche nel suo privato: “Noi due insieme abbiamo vissuto una bellissima favola, bella ma una favola. Nelle favole c’è chi le scrive e chi le interpreta e non so chi si diverte di più. Tu ti sei divertita? Neanche io. Ti voglio dire una cosa che ho fatto anche io. Devi prenderti cura della bambina che è dentro di te e capire in quale momento della vita l’hai persa. Io ho ritrovato il bambino dentro di me e gli ho fatto percorrere mano nella mano tutta la mia vita fino a oggi. Ti dico la verità. Io al bambino, i momenti brutti non glieli ho fatti vedere. Gli ho coperto gli occhi. Non farli vedere nemmeno tu alla tua bambina”, così legge nella sua lettera Garko, che con questa sua verità costata a Mediaset (secondo una soffiata alla Lucarelli) circa 60mila euro, avrebbe gettato fumo sulla vicenda che coinvolgerebbe numerosi nomi del mondo dello spettacolo e della politica, facendola finire nel dimenticatoio da qui a pochi giorni.
Se non fosse per altro che a rialzare un grido di giustizia, è arrivata Manuela Arcuri che pare abbia rilasciato a Dagospia delle importanti dichiarazioni in merito alla casa di produzione: “Sono stata in silenzio perché volevo capire fino a che punto arrivasse questa follia. Non ho mai sentito in vita mia tante falsità come in questi giorni. Io non posso neanche pensare che le persone non abbiano riconoscenza nella vita. Essere riconoscenti è un dovere. È una questione di rispetto, quando una persona ti dà tanto non puoi voltargli le spalle così (…) Finché c’era il lavoro era tutto rose e fiori, c’erano i soldi, non mi piace chi prima accetta delle cose e dopo anni ci ripensa” così l’attrice difende a spada tratta il suo produttore e mentore Alberto Tarallo, definito da Adua del Vesco e Massimiliano Morra come il “Lucifero” a capo della setta del mondo dello spettacolo: “Una setta? Hanno detto cose pesantissime. Le ripeto, sono senza parole. Per quindici anni ho lavorato con Tarallo e non ho visto queste cose. Io ho solo visto tanta generosità di Alberto Tarallo. Un grandissimo produttore che ha creato attori totalmente sconosciuti che venivano dal nulla. Li ha creati, formati, gli ha dato un nome e li ha fatti lavorare“, così continua l’attrice.
Intanto però il caso Ares Gate continua ad essere ancora molto confuso: nessuna dichiarazione da parte di alcune star dell’agenzia come Eva Grimaldi che ha preferito il silenzio sulla vicenda. Mentre Francesco Testi sul suo profilo Instagram ha dichiarato: “Avere un contratto con Ares Film aveva come conditio sine qua non quella di lasciare la vecchia agenzia e di tagliare i ponti con il proprio agente, questo perché la produzione aveva una propria agenzia di riferimento.
Il paradigma su cui si fondava il progetto lavorativo era l’assoluta dedizione al lavoro e l’impossibilità di avere legami affettivi stabili (visti come potenziale distrazione dal progetto).
Il tutto era perfettamente chiaro e diventava una scelta consapevole (nessuno mi ha mai puntato una pistola alla tempia).
La vita però, si sa, è imprevedibile. Quando ho preso una “sbandata” per una donna, sono venuto meno al paradigma: ciò che prima non mi pesava, diventava improvvisamente un’imposizione.
Ne sono scaturite forti divergenze di opinione e un diradamento costante dei rapporti personali con i produttori.
Come avevo accettato consapevolmente di salire sulla nave, altrettanto consapevolmente ho deciso di abbandonarla nel 2015, prima ancora che andasse in onda “L’onore e il rispetto 4”, che è stato il mio ultimo lavoro con loro.
Reda, la mia compagna, ha abbandonato la nave insieme a me ed ho la fortuna di averla accanto ancora oggi.
Da allora non ho più visto né sentito nessuno, fatta eccezione per l’8 gennaio 2019, quando ho portato le mie condoglianze ad Alberto il giorno del funerale di Teo. Mi sono pentito di non essere riuscito a mantenere i rapporti personali e mi chiedo tutt’oggi se, nel caso lo avessi fatto, avrei potuto accorgermi di strani segnali e fare qualcosa per aiutarlo. Resterà sempre un mio cruccio.
In questi giorni ho sentito parole forti su questo tragico evento e non solo, parole che a mio avviso andrebbero approfondite in un contesto che di certo non può essere individuato in un palinsesto televisivo.
In età adolescenziale ho sofferto di una grave forma di depressione e so bene quali effetti devastanti possa avere sulla mente di una persona.
Per questo mi auguro che Adua superi questo momento e possa riuscire a stare bene“.
Insomma la verità fa fatica ad emergere e il mistero si fa sempre più fitto. Chissà che nei prossimi giorni, qualche ex attore dell’agenzia, riporti alla luce la verità, quella che non ricerca la vittima o il carnefice, ma che racconti con trasparenza ciò che è successo (se è successo) davvero nelle mura dell’Ares Film.