San Francisco – Non è un segreto: per le grandi aziende è critico avere una base (“Corporate Innovation Outpost”) in Silicon Valley. La vera notizia, tuttavia, è che l’area più presente sia quella dell’Asia e del Pacifico piuttosto che l’Europa, secondo quanto emerge dal nuovo Report “Corporate Innovation in Silicon Valley. Outposts and Investment Flows” realizzato da Mind the Bridge.
“I dati mostrano come, più che l’Europa, oggi siano Asia e Pacifico a guardare e a investire maggiormente in Silicon Valley. Tra questi il Giappone è di gran lunga il paese con il maggior numero di ‘avamposti di innovazione’ – ha commentato Alberto Onetti, Chairman di Mind the Bridge -. Nel Vecchio Continente, Germania e Francia sono i paesi più attivi, mentre l’Italia è ancora sostanzialmente assente, fatta eccezione per un grande player industriale. Stiamo tuttavia notando crescenti segnali di interesse che fanno presagire la tendenza verso un ruolo crescente. Confidiamo che la visita del Presidente Mattarella possa fare da volano per il sistema Italia e lo porti ad avere una presenza congrua e attiva. Cosa si cerca in Silicon Valley? Di certo il futuro del settore dell’industria automobilistica, ma non solo. Registriamo difatti la presenza di aziende da quasi tutti i settori. Ciò significa che la Silicon Valley è considerata il luogo in cui verrà data nuova forma al futuro di quasi tutti i mercati”.
Provenienza. Secondo l’osservatorio di Mind the Bridge, 94 (39%) delle 222 grandi aziende internazionali con almeno un “innovation outpost” nella Bay Area provengono da Asia e Pacifico ( APAC), mentre 76 (31%) provengono dall’Europa; 41 (17%) vengono dal resto degli Stati Uniti, 8 (3%) dell’America Latina. Altre regioni come Africa, Medio Oriente e Russia contano solo una presenza marginale (1 avamposto ciascuna). 31 paesi possono vantare un innovation outpost nella Bay Area. 1 azienda su cinque (il 21% del totale) proviene dal Giappone; il 15% è costituito da società americane che hanno deciso di avere una presenza diretta nella Silicon Valley; il 9% proviene dalla Francia, mentre l’8% dalla Germania e dalla Cina. Notevole è anche la presenza di società britanniche, svizzere, indiane e coreane.
Settori. Le aziende rappresentano oltre 20 ambiti di mercato diversi.A guidare la classifica troviamo il settore dell’auto (Automotive) con 36 avamposti, ovvero il 16% del totale. Questa percentuale aumenta fino al 20% se includiamo anche Aeronautics&Space. Le grandi aziende conglomerali (il 61% dei quali è costituito da aziende giapponesi) occupano il secondo posto nella classifica con 23 avamposti. Seguono rispettivamente Telcos, Finance&Banking ed Engineering&Electronics con, rispettivamente, 22, 21 e 20 outpost. Quindi troviamo IT&Software con 15, Biotech, Life Sciences&Pharma con 13, Energy&Power con 10, Oil&Gas e Insurance con 8.
Tipologie. Il Report suddivide inoltre i 246 outposts in 4 tipologie: 34 Corporate Innovation Antenna che possono essere composte da un singolo individuo fino a un piccolo team di 10 persone. Intercettano le tendenze e fanno scouting; 66 Corporate Innovation Lab che agiscono in qualità di incubatore/acceleratore di startup per lo sviluppo di soluzioni. 70 Centri di ricerca e sviluppo (R&D), in genere grandi team (50-100 persone) con gruppi verticali di ricerca dedicati e 76 CVC (Corporate Venture Capital) Office ovvero fondi di investimento aziendali. Ne deriva che il 45% degli avamposti è composto da strutture snelle (Corporate Innovation Antenna e/o CVC Office) mentre il 55% è costituito da presenze più strutturate. Circa 6 outpost su 10 in Silicon Valley sono stati istituiti negli ultimi 5 anni, 8 su 10 dopo il 2010. Solo il 18% è stato istituito prima del 2010 (e il 7% nello scorso millennio). Parallelamente, sempre più Corporate Venture Capital hanno aperto nella Bay Area (60 solo nell’ultimo decennio contro gli 11 aperti nei 20 anni precedenti). “La Corporate Open Innovation in Silicon Valley è in piena espansione – ha aggiunto Onetti – Mentre i centri di ricerca e sviluppo sono stati il modello di presenza dominante fino al 2010, nell’ultimo decennio abbiamo assistito a una virata verso una presenza più snella anche a seguito della diffusione delle logiche di open innovation. I laboratori e, più recentemente, le antenne, sono diventati le modalità sempre più frequenti”.
Dimensioni.Passando alle dimensioni degli outpost, la maggioranza (104, ~ 42%) coinvolge team molto piccoli (1-10 dipendenti) mentre il 32% (77 avamposti) può contare tra i 10 e i 50 dipendenti. Il 17% è costituito da strutture di medie dimensioni (50-250 dipendenti) mentre il 9% è costituito da grandi unità che danno lavoro a strutture da 250 a oltre 1000 dipendenti. Mind the Bridge valuta che in Silicon Valley ci sia un “esercito” di oltre 25.000 persone – provenienti da aziende di tutto il mondo – con l’obiettivo di avviare attività di scouting o di sviluppo di innovazione. “Questo Report è il frutto di molteplici ricerche che abbiamo svolto in Silicon Valley negli ultimi anni sui temi del corporate venture e dell’open innovation. Lo studio sistematico dei macro-trend dell’economia dell’innovazione in Silicon Valley come nel resto del mondo ci consente di supportare con dati alla mano i nostri clienti nella definizione della loro strategia e dei loro piani di Open Innovation e Digital Transformation – ha aggiunto Marco Marinucci, CEO e founder di Mind the Bridge – Negli ultimi mesi, in particolare, abbiamo ampliato notevolmente la portata della nostra ricerca allargando la nostra analisi fino a includere le società di tutto il mondo così come i flussi di investimento. Abbiamo anche sviluppato case study utili ad avere benchmark con cui confrontarsi nella valutazione delle strategie e opzioni operative”.
L’Italia in Silicon Valley. La presenza corporate italiana con un hub stabile di innovazione in Silicon Valley al momento si limita alla sola Enel, che ha uno dei suoi Innovation Hub a San Francisco presso il Mind the Bridge Innovation Center. C’è da registrare tuttavia un crescente interesse dell’industria italiana ad avvicinarsi all’hub principale dell’innovazione mondiale e, al momento, ci sono varie aziende italiane che stanno valutando un possibile sbarco nella Bay Area. A livello istituzionale, oltre al Consolato e ITA, vanno segnalati gli avamposti di due Regioni: Emilia Romagna (da qualche anno presente con ART-ER, già ASTER) e Sardegna (che ha aperto un desk di innovazione nel mese di Ottobre 2019).
Dove è la Bay Area? La Silicon Valley, nonostante sia un’area geograficamente limitata (meno di 80km in lunghezza), ha diversi hub. Il principale è la città di San Francisco che ospita il 25% degli avamposti (principalmente Antenna, Lab e CVC). Altri hub importanti sono Palo Alto (12%, molti dei quali uffici CVC), Sunnyvale (11%), Santa Clara (8%, principalmente centri di ricerca e sviluppo), Menlo Park (7%), Mountain View (5%) e San Josè (13%, principalmente centri di ricerca e sviluppo).