I giovani italiani sono sempre più a rischio. Sono quasi due milioni i soggetti tra i 18 e i 34 anni in condizioni di sofferenza, ovvero a cui mancano due o più dimensioni del benessere (dalla salute al lavoro, dalla sfera sociale a quella territoriale, passando per l’istruzione). E’ questo il quadro preoccupante che emerge dal rapporto Istat sul Benessere equo e sostenibile (Bes). Secondo l’Istituto, la multi-deprivazione è più alta, tra i giovani adulti di 25-34 anni e nel Mezzogiorno.
Le regioni del Mezzogiorno. Tra i giovani del secondo anno delle scuole superiori la quota di coloro che non raggiunge la sufficienza (low performer) nelle competenze è del 30,4% per l’italiano e del 37,8% per la matematica – rileva l’Istat – . Nelle regioni del Mezzogiorno la quota di studenti che non raggiungono un livello sufficiente sale al 41,9% per le competenze in italiano e al 53,5% per quelle in matematica.
Istruzione e formazione. Intanto, – emerge dal Rapporto – gli indicatori di istruzione e formazione migliorano, ma i livelli raggiunti in Italia restano inferiori a quelli della media europea. Nel 2018, infatti, si riduce la quota dei neet, dei giovani tra i 15 e i 29 anni che non lavorano e non studiano. E’ in crescita la quota di persone con esperienze di partecipazione culturale e di formazione continua.
L’abbandono scolastico. Permane, invece, – rileva l’Istat – la criticità dell’abbandono scolastico precoce, con tutta una serie di differenze regionali e per genere. Nel 2018, il 14,5% dei giovani tra 18 e 24 anni non ha conseguito il diploma di scuola superiore di secondo grado e non frequenta corsi di studio o formazione (13,8% nel 2016).
Le percezioni di benessere. Nel 2018 oltre 2 italiani su 5 sono soddisfatti della propria vita. Migliorano nel 2018 – prosegue l’Istat – le percezioni soggettive di benessere, con più di due individui su cinque che esprimono un giudizio elevato di soddisfazione per la propria vita (+1,8 punti percentuali rispetto al 2017).
Più ottimisti. Aumenta anche la quota di individui ottimisti (+1,8 punti percentuali) e diminuisce quella relativa a un atteggiamento pessimista (-2 punti percentuali). Nel Mezzogiorno – conclude l’Istat – si registrano livelli più bassi di soddisfazione per la vita (-11,9 punti percentuali rispetto al Nord), di soddisfazione per il tempo libero (-7,5 punti percentuali rispetto al Nord) ed è anche più bassa la quota di popolazione che esprime un giudizio positivo sulle prospettive future (-5,5 punti percentuali rispetto al Nord).