L’economia globale, a inizio 2024, resta penalizzata da una elevata incertezza sull’evoluzione delle tensioni geo-politiche e si caratterizza per prospettive di crescita moderate. Lo rende noto l’Istat spiegando che lo scorso anno l’Italia aveva registrato un incremento annuo del Pil dello 0,9%, in decelerazione rispetto al 2022, ma superiore a quello della media dell’area euro (+0,4%).
Nel quarto trimestre del 2023, – prosegue Istat – il valore aggiunto dell’industria in senso stretto ha mostrato una sostanziale stazionarietà. Il settore dei servizi si è stabilizzato, l’agricoltura ha registrato una contenuta flessione, mentre il comparto delle costruzioni ha continuato a crescere in misura rilevante (+4,7%). In un contesto di generalizzata decelerazione degli scambi internazionali, sia le esportazioni sia le importazioni italiane in valore, nell’ultima parte del 2023, hanno confermato un ridimensionamento. La domanda estera netta ha comunque fornito un contributo positivo alla crescita del Pil.
Dopo sei mesi, a gennaio 2024 l’occupazione è diminuita lievemente (-0,1% sul mese precedente). La flessione ha coinvolto i soli uomini e gli individui con meno di 35 anni di età, i dipendenti a termine e gli autonomi. Il tasso di disoccupazione è rimasto stabile al 7,2%. Da ottobre 2023, la crescita tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo armonizzato (IPCA) in Italia, unico tra i quattro maggiori paesi dell’area dell’euro, è stata inferiore al 2,0%, collocandosi al di sotto della media dell’area euro.
I segnali provenienti dalle indagini sul clima di fiducia sono discordanti. A febbraio 2024, la fiducia è peggiorata per le imprese mentre quella dei consumatori ha continuato a crescere, raggiungendo il livello più elevato da giugno 2023.