Una vita tranquilla. Veronica Gaetano aveva un bel lavoro. Dopo la maturità artistica ed una specializzazione in restauro libri e legatoria, era subito diventata socia di un piccolo laboratorio torinese dedicato proprio a ciò che aveva studiato. “Collaboravamo con curia, enti pubblici, aziende e privati. Eravamo in quattro. Restauravamo libri, mappamondi, carte da parati, mappe catastali, supporti sia su cuoio che pergamena, spolveravamo biblioteche. Progettavamo su misura oggettistica in cartonato, album fotografici, campionari porta tessuti per aziende tessili, scatole di conservazione. Erano tutti lavori d’eccellenza artigiana realizzati con materiale ricercato e spesso equo solidale. Mi piaceva rendere belli e usufruibili dei libri, creare oggetti, mi piacevano i colleghi. Era…una vita tranquilla.”
Ma ogni sintomo è un messaggio. L’impressione di perfezione si sgretolò quando nonostante tutto sembrasse a posto, Veronica iniziò a non stare bene. “Non capii subito i messaggi del mio corpo, ma ogni mattina quando dovevo andare al lavoro il malessere cresceva, e non era solo psicologico, era proprio anche fisico.” Poi piano piano tutto le divenne più chiaro: “Morivo di solitudine lì dentro. Non era per me quello stare chiusa a toccar libri e carta. Soffrivo e lo vedevano tutti. Molti mi dicevano: Cambia. Ma io non sapevo che fare. Me lo chiedevo e non avevo idee. Come potevo lasciare un lavoro sicuro che ormai sapevo fare ed anche bene? Cosa potevo mettermi a fare per rispondere al mio bisogno di contatto con le persone continuando a mantenere la mia autonomia economica?”
Cambiare per non morire. Mentre Veronica rifletteva su cosa fare ci pensò il destino a far svoltare più velocemente il suo cammino “Stavo già molto male, ma quando la relazione con i miei soci peggiorò e venne meno la reciproca fiducia mi decisi: cambio vita! Avevo bisogno di umanità, a qualsiasi costo. Non potevo più vivere in quella condizione. Ma all’inizio non è stato facile. Accettai di fare qualsiasi lavoro le permettesse di essere a contatto con il pubblico: cameriera, barista… “Stare con le persone era il mio bisogno fondamentale e quindi mi andava tutto.” Ma intorno a lei le persone care le iniziarono a ricordare che poteva fare altro, che aveva tante passioni, che non doveva rassegnarsi.
Riaprire i cassetti dei sogni. Si dice che gli amici sono quelli che quando stai male ti cantano la tua canzone ricordandoti da dove vieni e chi sei davvero, e per Veronica è stato proprio così. “Fosse stato per me sarei rimasta sempre a lavorare in negozi, bar e pasticcerie. Mi sembrava già tanto avere un lavoro. Mi ero un po’ spenta. Ma grazie allo stimolo delle persone che mi erano accanto accettai di riaprire i cassetti dei sogni e di darmi una possibilità di realizzarli.” E così ecco il ricordo del discorso fattole da sua madre: “di parrucchiere ce ne sono già tante, meglio che ti metti a studiare!” E lei lo aveva fatto, ma ora era venuto il momento di realizzare in qualche modo questo suo desiderio di rendere più belle le persone. “Se ci penso ora capisco che in fondo mia madre aveva ragione. Studiare mi è servito, mi ha dato basi solide, se sono quella che sono lo devo anche a quegli anni di studio. Ma le passioni sono brace che cova sotto le ceneri, e non si possono soffocare. Prima o poi riappaiono e riscaldano la vita.”
Rimettersi a studiare. E così Veronica ha usato i suoi risparmi ed i suoi nuovi guadagni come barista e commessa per numerosi corsi estetici specializzandosi in dermopigmentazione all’Università di Ferrara e nelle migliori aziende a livello internazionale. “Non ci si improvvisa in questo settore, occorrono impegno ed autodisciplina, studi approfonditi e pratica. Ed io per di più ho iniziato con l’idea di diventare la migliore. Scherzando potrei dire che prima avevo studiato come restaurare libri e poi sono passata a restaurare alle persone. Ma il termine restauro non rende merito all’attività che faccio, o meglio da molti è frainteso. Quello in cui mi sono specializzata è fare in modo che le persone possano esprimere la loro unicità.”
La nuova vita. Ora Veronica è una professionista di dermopigmentazione sopracciglia, occhi, labbra. “Quello che faccio può essere inteso come trattamento a livello puramente estetico, ma dato che il nostro aspetto muta la percezione del nostro sé, io so che influenzo anche la mente ed il cuore delle persone. Altro che capelli come avevo pensato di fare da bambina, io mi occupo della persona in toto.” Veronica ora è davvero a suo agio in questo suo nuovo lavoro. Le piace quello che fa e come lo fa. E le piace aver trovato il modo di unire lavoro e passione.
Qualcosa in più. Ed ora che la collaborazione con il Centro Estetica e Benessere LeNoir sta proseguendo serenamente, ed i progetti con le colleghe ed amiche Patrizia ed Elisa continuano, Veronica si sta specializzando in dermopigmentazione oncologica post patologia e di tricopigmentazione. “Voglio essere utile, attraverso le mie mani, sempre a più persone, anche a quelle che nella sofferenza della malattia vanno spesso perdendo l’amore per se stesse. E a tutte le persone che incontro che non sono soddisfatte della loro vita lo dico e lo ripeto: si tratta di volersi bene e di avere il coraggio di credere in se stessi. Possiamo cambiare e stare meglio. Ce lo meritiamo!”
Grazie Veronica per esserti raccontata. Ci piace il tuo motto: non dovete essere perfette, ma uniche. Quindi buona unicità a tutti!