Le radici e le scelte. Alina Triolo è nata in Sicilia, cresciuta a Milano e tornata in Sicilia da adolescente, giusto in tempo per conoscere Carlo, che oggi è suo marito, e al quale si deve il suo arrivo in Piemonte. “Sì, perchè anche se i miei erano tornati a Milano, e volevano che andassi con loro, io decisi di fare l’Università a Torino, dove studiava anche Carlo.” E la scelta di studiare biologia fu naturale, era una delle sue passioni, insieme al cucinare. “Effettivamente i ricordi delle ore di studio si mescolano con quelle dei miei compagni di collegio universitario in cui alloggiavo curiosi di assaggiare i piatti, a dir poco creativi, che io realizzavo di nascosto in camera usando un fornellino da campeggio.”
L’arrivo ad Ivrea. Dopo la laurea in Scienze Biologiche e la specializzazione in Biotecnologie, per Alina arrivò il matrimonio e la scelta tra il rimanere in Università o entrare in azienda “Non fu una scelta facile, ma alla fine optai per la produttività dell’industria accettando l’offerta della RBM, oggi conosciuta come Merck Serono. Il lavoro mi appassionava, ma viaggiare tutti i giorni da Torino a Colleretto Giacosa mi toglieva il tempo di cucinare! E così con Carlo ci trasferimmo a Ivrea.”
La carriera. Il lavoro iniziò ad andare sempre meglio. “Nuove attività , ricerche, sfide. Iniziai a viaggiare sempre di più per seguire progetti e gruppi anche all’estero ed era molto stimolante essere a contatto con professionisti di tutto il mondo. Eppure mi rendevo sempre più conto che tutto questo aveva un prezzo, che mi pesava sempre di più. Tornavo a casa stanca, con poco tempo, per le persone a me care e sì, lo ammetto, anche per la mia cucina. Nei tre anni a Ginevra e nei tre a Siena mi accadeva sempre meno di canticchiare preparando qualche ricetta creativa. Non c’era tempo per nulla e per nessuno.”
La creatività . Era proprio la creatività che con il tempo iniziava a mancarle nel suo lavoro dove le era richiesto solo il rigore scientifico. Ma fu in un viaggio di rientro da Siena che tutto le fu chiaro: “Il bus da Siena a Firenze aveva un ritardo ed io persi la coincidenza con il treno per Torino. Mi trovai lì alla stazione Santa Maria Novella di Firenze e si aprì un buco spazio temporale in cui farmi tante domande…Mi chiesi: Ma che vita sto facendo? E poi: Ma cosa posso fare d’altro? Ed entrata alla Feltrinelli in attesa del treno successivo vidi un libro che ricordo perfettamente. Era “Fare pace con la terra di Vandana Shiva”. E così mi dissi: Giusto. Posso fare la contadina!”
L’occasione da non perdere. Quella idea di fare la contadina non durò a lungo, ma ormai sapeva con certezza di voler cambiare vita e di poterlo fare. Passarono però ancora dodici mesi prima che si presentassero delle condizioni favorevoli “L’azienda iniziò una ristrutturazione. Era arrivata l’occasione perfetta. Accettai la buona uscita ed il percorso di outplacement. Dopo 23 anni in campo farmaceutico, a 49 anni, non sapevo esattamente cosa avrei fatto, ma sapevo per certo che ero pronta a cambiare vita!”
Seguire il cuore. Nell’anno di outplacement Alina ricevette interessanti proposte come consulente, ma lei sentì che quell’ambito che l’aveva appassionata per tanti anni e le aveva dato tante soddisfazioni nel tempo non era più la sua dimensione: “Seguii il mio cuore. Scelsi, e solo ora me ne rendo conto completamente, di rendere onore alle donne della mia famiglia, nonne e bisnonne: alla mia bisnonna Felicia che veniva chiamata a cucinare ai matrimoni, alla nonna Carmela che cucinava dalle cinque di mattina ed alle otto si potevano già mangiare le melanzane ripiene. Volevo creare uno spazio accogliente, dall’aria casalinga come in un tempo passato, dove condividere con tutti il mio amore per una cucina sana e giusta.”
Da passione a professione. Ma come si trasforma una passione in un lavoro? “Con impegno, dedizione e studio. E tanta perseveranza. Io ci ho messo due anni. Ho voluto approfondire le mie competenze nel campo della ristorazione professionale, e nel frattempo fatti i necessari studi di fattibilità con la preparazione di un business plan, ho iniziato la ricerca di un locale adeguato per posizione e dimensioni.”
Le ali in cucina. E poi è tutto arrivato con facilitĂ . Questo luogo ad Ivrea l’ha come chiamata. Continuavano a parlargliene e vedeva l’annuncio ovunque. “Quando l’ho visto mi è piaciuto subito. Grande, spazioso e utilizzabile a moduli per le diverse attivita’ che avevo in mente. L’ho arredato con l’aiuto di Sarah ed Andrea di PersonalitĂ Geometriche. Abbiamo usato solo pezzi riciclati, diversi provenienti dal mondo Olivetti, per rendere anche omaggio ad un imprenditore che in questa cittĂ ha creato qualcosa di unico nel mondo. Quando mi sono trovata a dover scegliere il nome ho deciso di giocare con la parola ALI. Ali è un’abbreviazione del mio nome, ma è anche il simbolo di leggerezza delle mie ricette. E le ali sono anche quelle che mi hanno fatto volare verso il mio desiderio piĂą grande. Ma il doppio senso è anche con la parola leali, perchĂ© la mia cucina è senza trucchi, senza inganni. Poi ho aggiunto la dicitura: officina alimentare. Mi piace questo richiamo olivettiano – Io non uso viti e bulloni, ma con ingredienti naturali e di stagione, realizzo qualcosa di buono, bello ed unico: piatti etnici, macrobiotici ed anche piatti tradizionali rivisitati in chiave vegetariana. Non uso farine raffinate, zucchero e sali sono ridotti al minimo, per assicurare il benessere ma mai a scapito del gusto.”
Uno spazio per incontrarsi, conoscersi e crescere. Oggi, dopo il primo anno di attività , Alina sta arricchendo la sua offerta: “Oltre ai pranzi di lavoro, oggi facciamo anche colazioni e merende, e di tanto in tanto proponiamo merende sinoire con orario prolungato, e delle cene a tema. I clienti che si affidano alla nostra “trattoria” ed alla drogheria stanno aumentando. E poi ci sono i corsi di cucina che stanno riscuotendo un grande successo. Sono una “anti master chef”. Credo che ognuno di noi debba scoprire la propria cucina e mi piace vedere come le persone scoprano il loro modo di essere cuoche.”
Il rischio di perdere il gusto. Alina è sincera e non nega che a volte quando il lavoro diventa pressante il rischio è quello di farsi prendere dal tran tran perdendo il gusto di quello che si sta facendo. “Ma so che è solo una questione di organizzazione. Non posso pensare di fare tutto da sola. Quando il lavoro aumenta, anche se è un lavoro che amiamo perché è la nostra passione, dobbiamo imparare a delegare. Ora io ho già due collaboratrici con cui condivido le mie giornate e questo mio sogno realizzato. Cambiare vita non significa che tutto diventa facile, anzi, ma merita farlo perché tutto è più autentico.”
Un mondo più reale. L’essere diventata un’imprenditrice ha effettivamente cambiato tutto nella sua vita. “So che può sembrare strano, ma la mia vita ora la sento più vera. Non ho più rimpianti, rifarei tutto ciò che ho avuto la possibilità di fare nelle mie esperienze. Eppure in certi momenti penso che la mia vita di prima sia stata solo una preparazione per quello che vivo adesso: una vita più reale, in un mondo più reale. E poi mi piace tantissimo questo contatto quotidiano con le persone, i loro racconti, lo scambio costante. Ivrea è una città splendida. E’ vero che mi manca il mare siciliano, ma ho imparato ad amare queste montagne che mi circondano. E questo è un territorio ricco di potenzialità ancora inespresse.”
A chi sogna di cambiare Alina racconta volentieri la sua storia, fatta di alti e di bassi, di entusiasmi e di perplessità . “Non esiste una ricetta unica per cambiare vita. Esistono la nostra unicità , la nostra storia, i nostri desideri, da saper combinare armoniosamente con il mondo che ci circonda e con il momento che stiamo vivendo. Merita osare? Si, merita!”
Il futuro. Dai suoi racconti appare evidente che nella sua Officina Alimentare Alina abbia già molte novità che bollono in pentola, ma per il momento ci svela solo il prossimo passo: “A breve lancerò “Cucina Sartoriale”, con ricette individuali “tagliate su misura” in base alle necessità dei clienti” Nel futuro prossimo pare ci sia anche il progetto di un libro che raccoglierà le sue ricette creative, sane e salutari. Il titolo? Ovviamente “Le Ali in cucina.”
Grazie Alina. Ci piacciono queste tue ali così… leali. Aspettiamo le tue prossime novità , il libro ed intanto passeremo sicuramente a Le Ali in Cucina per gustarci il Bulgur di Aladino e la Paella alla Aliniana.