La nuova linea sindacale della Fiom: tutto o niente! E’ la sintesi di quello che è successo alla Franco Tosi, storica azienda del settore della termodinamica, in via di liquidazione. Un tempo l’azienda contava su 6.500 dipendenti, oggi su un minuto residuo di 346 lavoratori in procinto di preparare armi e bagagli e accomodarsi fuori dalla fabbrica: licenziati, (forse?).
Eppure, una speranza di salvezza per gli ultimi 346 dipendenti c’era fino a pochi giorni fa. La Bruno Presezzi, un’azienda che aveva lavorato con la Franco Tosi, di piccole dimensioni ma con l’ambizione di crescere, ha presentato un piano di acquisizione e di rilancio della azienda di Lignano, ma a determinate condizioni: la riassunzione di 170 dipendenti su 346, e per gli altri un articolato piano di assunzioni nei prossimi due anni, prepensionamenti, formazione e riqualificazione professionale con la copertura dell’indennità di mobilità. Per i 170 assunti con il nuovo contratto a tutele crescenti, inoltre, sarebbe stato comunque riconosciuto l’articolo 18 per i licenziamenti disciplinari.
Certo, l’accordo non prevede il riassorbimento di tutti i dipendenti, ma questa era l’unica alternativa alla liquidazione della società e al licenziamento di tutti. Prendere o lasciare. Che fare di fronte un simile dilemma? Il senso della realtà, tante volte invocato, e la ragionevolezza avrebbero dovuto suggerire di firmare un accordo simile per salvare il salvabile. Invece, è successo il contrario. I lavoratori della Franco Tosi chiamati ad esprimersi tramite un referendum hanno votato contro: su 220 partecipanti al voto, 122 hanno votato no e 97 hanno votato sì, 126 si sono astenuti.
Il voto è il riflesso dello scontro che sì è consumato tra i sindacati. Da un lato la Fiom fortemente contraria all’ipotesi di accordo e arrocata sulla linea intransigente del riassorbimento di tutti i 346 dipendenti, dall’altra Fim e Uil favorevoli all’intesa. Ha prevalso la linea “dura e pura” dei metalmeccanici di Landini che può contare su 160 iscritti contro gli 80 della Fim e i 15 della Uilm. Risultato, la Presezzi ha fatto retromarcia e abbandonato l’ambizione di rilanciare l’azienda passando la palla, adesso, al commissario liquidatore.
E’ questo il futuro delle relazioni industriali nel nostro Paese? Se così fosse prepariamoci al peggio. Siamo tutti favorevoli ad accordi in grado di salvare e garantire la totalità dei lavoratori, ma quando questi oggettivamente non sono realizzabili, allora l’unica via da percorrere è quella del senso della realtà. L’unica speranza che rimane per i dipendenti della Franco Tosi e che permangano ancora flebili possibilità di salvezza.
Marco Bentivogli, leader dei metalmeccanici della Fim ha dichiarato che rispetta la decisione dei lavoratori ma che non intende buttare la spugna: “La Fim-Cisl non si rassegna. Va riaperta la discussione con i lavoratori e riconfermate le tutele previste dall’ipotesi di accordo con Presezzi. Il Commissario sospenda i licenziamenti, il Governo convochi le parti e si esprima chiaramente sull’accordo e sulle prospettive. La Fim Cisl farà di tutto per riaprire la partita, la fabbrica e le speranze dei lavoratori”.
Staremo a vedere.