Annunciato in pompa magna, il Governo Letta puntava tutto sul bonus per le nuove assunzioni di giovani tra i 18 e i 29 anni, per creare, a loro dire, 200 mila posti di lavoro. Fin qui la propaganda. I fatti, invece, raccontano un’altra storia.
Quest’estate il piano presentato dal “Governissimo” prevedeva la creazione di 100 mila nuovi posti di lavoro con contratti a tempo determinato o indeterminato, e altri 100 mila tra tirocini e incentivi all’imprenditorialitĂ giovanile. L’arco di tempo di attuazione del piano è di 3 anni e i soldi messi sul piatto sono circa 800 milioni, di cui 500 mila al Sud.
Per quest’anno l’obiettivo era di 20 mila bonus lavoro. Il risultato? Ad oggi sono stati attivati meno di 14 mila bonus, nonostante il Governo pensava che i soldi sarebbero andati esauriti nell’arco di poche ore dalla loro disponibilità . Eppure lo sconto per ogni assunzione è sostanzioso: 650 euro per 18 mesi per un contratto a tempo indeterminato e per 12 mesi per un contratto a termine. La risposta, in apparenza, al semi-flop appare semplice: se il lavoro non c’è è evidente che anche i bonus assunzioni facciano fatica. Questa, infatti, è stata la versione che ha dato il Ministro del lavoro, Giovannini. Una parziale e inconscia ammissione d’inadeguatezza del provvedimento? Forse.
E invece no Ministro. Le attese del Governo Letta erano molto alte, tant’è vero che pensavate ad un esaurimento del bonus in poche ore. Primo errore. Secondo. Il bonus è previsto prevalentemente per il Sud, ma se il Mezzogiorno non assume a che serve l’incentivo? Il lavoro lo crea lo sviluppo delle imprese e delle produzioni, non altro. Terzo. La platea di giovani coinvolta è quella non scolarizzata, ossia senza diploma o laurea. Siamo sicuri che questa limitazione sia un bene?
Il problema più grande, tuttavia, è a monte. Il bonus lavoro è, ad opinione di molti esperti della materia, una specie di esperimento in laboratorio su come creare posti di lavoro “geneticamente modificati”. Lavori creati in modo artificiale e non reale, in altre parole.
I nuovi posti di lavoro li creano le aziende che crescono e vanno bene. Di conseguenza decidono di fare assunzioni perché hanno la necessità di coprire l’aumento delle produzioni. Questa è l’unica ragione che spinge un’azienda ad assumere. Il bonus, in questo senso, è inutile e dannoso. Inutile, perché non incentiva l’impresa ad assumere a prescindere dall’aumento della produzione, e dannoso perché spreca risorse pubbliche. L’azienda che ha la necessità di potenziare gli organici, infatti, avrebbe assunto comunque anche senza il bonus. Perché fare questo “regalo” ad aziende sane e invece non dirottare queste risorse verso chi ne ha davvero bisogno? Non dovrebbe essere questo lo scopo degli incentivi?
Questo spot pro-Governo costa agli italiani 800 milioni di euro!