C’era una volta, a Matrice, in Molise, un vecchio molino. E’ il 1958 quando il papà di Dionisio Cofelice, emigrato in Venezuela tanti anni prima, decide di tornare in Italia e di acquistare un molino, che esisteva dal lontano 1910. La sua posizione non è casuale, perché si trova proprio al crocevia di due strade importanti che collegano Termoli e Campobasso e poi c’è la vicinanza della vecchia stazione ferroviaria che funziona anche da scalo merci. Quel luogo raccoglie anni e anni di storie di contadini che facevano file per ore, prima di portarsi via la farina del loro grano. Il rumore della macina faceva da sottofondo alle loro chiacchiere e forse, proprio da lì, parte, inconsapevolmente, la passione di Dionisio per quel posto e per la terra che lo ospita.
Chi è Dionisio Cofelice e com’è nata la passione per questo lavoro? Oggi sono un mugnaio artigiano. Da ragazzo non pensavo di continuare l’attività di famiglia, anche se spesso mi sorprendevo a carpire i segreti della macinazione dai mugnai più esperti. L’improvvisa malattia di mio padre ha scelto per me, così, insieme a mio fratello, ho preso in mano l’attività. Più i clienti si lamentavano, più cresceva il mio impegno nel cercare di risolvere i loro problemi e per farlo dovevo capire cosa nascondevano quei preziosi chicchi di grano. Con il tempo, la curiosità è diventata passione, e quella passione per un lavoro che altri definivano pesante, polveroso e rumoroso, è diventata la mia ragione di vita.
Cosa significa essere artigiano oggi? Il lavoro del mugnaio artigiano non è solo quello di macinare il grano. Il mio mestiere mi porta a conoscere le tecniche di coltivazione per capire quali sono i grani migliori e dove poterli trovare. Devo studiare la meccanica, per tenere gli impianti a discreti livelli di funzionamento. Per ottenere la massima resa in farina, devo avere percezione di tutte le tecniche di macinazione. La gestione contabile è fondamentale per far quadrare i conti e per fare una proiezione di investimenti. Conoscere il mondo della panificazione, aiuta a capire il prodotto da consigliare ai fornai. Oggi mi chiamano tanti panificatori e pizzaioli per avere consigli o risolvere i problemi legati alla lievitazione degli impasti. Per offrire le mie farine al mercato, devo conoscere il mio cliente, sapere come lavora, come impasta e qual è il prodotto finale che vuole ottenere. Solo così posso dare un prodotto diverso a professionisti e casalinghe.
Annarita è l’anima creativa e intraprendente del Molino. Oggi ha 57 anni e quel luogo fa parte della sua vita da sempre. Sposa Dionisio a soli 23 anni e dopo la nascita del primo figlio, stanca della vita in campagna, lontana dal mondo, torna a vivere nella sua città di origine, Campobasso. Vive quel molino con odio e amore. L’odio per un mestiere che ha allontanato suo marito dalla famiglia e l’amore per una terra che in fondo racchiude tanta storia. La nascita della seconda figlia accentua ancora di più le distanze tra lei e quel mondo polveroso, ma decide piano piano di avvicinarsi, per cercare di trovare un punto di unione, qualcosa che lasci spazio alla sua creatività e al suo spiccato estro artistico. Ed è così che la tradizione si sposa con l’evoluzione. Finalmente capiscono che per andare avanti, bisogna tornare alle origini. Recuperano i grani antichi, tornando a preferire la macinazione a pietra e creano un luogo in cui vendere direttamente i loro prodotti artigianali: la Bottega del Molino.
Quali sono i prodotti che trovo in Bottega? Abbiamo farine tradizionali e convenzionali di ogni tipo, ma il segno che vogliamo lasciare nel tempo e che forse già fa parte della nostra storia, è il fatto di aver recuperato i grani antichi di una volta, come il cappelli, la saragolla, il farro, la segale. Siamo riusciti a motivare anche i contadini a coltivarli, anche se purtroppo li utilizzano solo per guadagnare, perché non fanno ancora parte della loro cultura alimentare. Noi siamo orgogliosi di tutte le nostre farine, l’orzo, il granone, la farina di ceci, il mix di farine ai cereali, tutti prodotti naturali, che però vengono apprezzati più fuori dalla regione che a livello locale. Oggi alla bottega del Molino, abbiamo anche vari tipi di pasta e una linea di biscotti realizzata con farine alternative e ricette di una volta.
Annarita, cosa pensi ogni mattina, prima di andare a lavoro, sei felice? Ogni giornata è diversa e, nonostante io abbia cercato tante volte di realizzare i miei sogni lontano dal molino, alla fine penso che tra questi profumi ho trascorso gli anni più intensi della mia vita. Penso al duro lavoro di Dionisio, alla sua passione che trasuda da ogni chicco di grano, a tutte le persone che ogni giorno ci affascinano con i loro racconti di storie vissute. Il nostro slogan con il tempo è diventato “Il Molino che profuma di antico”, perché la gente, ogni volta che entra, vede le macine lavorare e dice “che profumo di farina e di grani antichi!”. Qui è tutto molto lento, rilassato e genuino. Si parla di ricette della tradizione, c’è condivisione, umanità e conoscenza. Ora sono fiera del mio Molise, non ho più voglia di scappare e sento il dovere di preservare questo molino per le generazioni che verranno.
Ho sentito tanto parlare della festa del granone, cos’è? Ad agosto si festeggia la raccolta del granone. Un cereale molto utilizzato qui in Molise, per fare pizza e polenta. L’Agostinello viene raccolto, fatto essiccare al sole e sgranato a mano. La tradizione voleva che i bambini passassero con i piedi sul grano per allargare i chicchi. La festa inizia quando il grano è pronto da mangiare ed è fortemente legata ad un piatto tipico molisano che è pizza e minestra. Nei tempi antichi, quando le persone erano povere, mangiavano la pizza di granone a colazione, al posto dei biscotti, perché il grano era un bene di lusso e veniva usato soprattutto come merce di scambio. Era raro che si facesse il pane con il grano.
Annarita, come immagini il Molino Cofelice tra cinque anni? Lo immagino con un bell’ingresso, un porticato dove la gente possa restare a chiacchierare dopo gli acquisti o durante gli eventi. Voglio creare una zona degustazione, dove abbinare le nostre ricette a un buon vino, visto che sono anche sommmelier, a una birra artigianale locale, magari realizzata con il farro o con il granone. Immagino sempre più prodotti che parlano del nostro Molise. Un team di persone appassionate come noi, che vivono le nostre paste e le farine anche sulle loro tavole. Il mio sogno è trovare persone innamorate come noi, che ci aiutino a migliorarci e a far crescere il Molino, preservandone quel profumo genuino di grani antichi.
Io ho visitato il Molino Cofelice di persona e ricordo ancora fortissimo quel profumo di grani antichi. Ho visto le macine a lavoro, ascoltato una storia che sa di tradizione e di ricordi e ho percepito nella voce di Dionisio tutta la passione che ancora oggi nutre per il suo lavoro. Ho toccato con mano la creatività di Annarita, nelle etichette dei prodotti, nelle ricette innovative, nel sapore dei suoi biscotti, nella pasta e nelle farine che oggi tutti possono acquistare anche direttamente in bottega. Ho visto “il molino dei semplici”, aperto alla gente, senza discriminazioni e senza ipocrisia, con l’orgoglio di chi, oltre alle mani, ci mette la faccia e il sorriso.