Futuro per l’industria è lo slogan che, nella giornata di venerdì 14 giugno, ha spinto migliaia di “tute blu” ad incrociare le braccia, scioperando per otto ore e scendendo in piazza contemporaneamente a Milano, Firenze e Napoli. La manifestazione si è svolta con tutte le sigle di rappresentanza della categoria – Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm – riunite per la prima volta dal 2011 (allora per tre ore contro la legge Fornero). Serviva un ministro dello Sviluppo Economico come Luigi Di Maio per far trovare slancio unitario al sindacato nostrano, che adesso rincara la dose.
Ipotesi sciopero generale. Nei giorni precedenti le manifestazioni – che secondo gli organizzatori hanno portato in piazza circa 60mila operai – il segretario generale della Cgil – la sigla che, a onor del vero, più di tutte ha contribuito alle divisioni intestine del fronte sindacale in questi anni – non ha escluso la possibilità di uno sciopero generale. “Decideremo insieme a Cisl e Uil” ha dichiarato in un’intervista al Corriere della Sera, ribadendo come “lo sciopero non è mai contro qualcuno ma per qualcosa e le nostre richieste sono tante”. Il sindacato ammette dunque di non mobilitarsi esclusivamente contro il governo gialloverde ma “dentro il quadro di mobilitazione deciso il 9 febbraio scorso con Cisl e Uil”.
Patto per il lavoro, cercasi. Quattro mesi fa, si erano fatti grandi proclami di un’apertura del mondo sindacale alle rappresentanze dei sindacati: sindacati e Confindustria uniti per un “Patto per il lavoro”. L’obbiettivo era stimolare il “governo del cambiamento” verso nuove politiche industriali, politiche attive del lavoro che garantissero sicurezza, occupazione, salari ed innovazione nel mondo del lavoro. Bella parole a cui però non è seguita pressoché nessuna proposta concreta di riforma. Si è così arrivati alla cronaca di questi giorni, con l’ipotesi di uno sciopero generale. Far scendere in piazza migliaia di lavoratori è un segnale forte che non deve però essere fine a sé stesso o esclusivamente orientato alla critica al governo: è necessaria una direzione.
In sostanza, per diventare efficaci veicoli, non solo di protesta ma soprattutto di condizionamento positivo della politica del nostro paese, le parti sociali devono ritrovare lo spirito del “Patto per il lavoro”, cercando di dargli concreta attuazione