Cosa hanno in comune Dustin Hoffman, Al Pacino, Alan Arkin, Michael J Fox, Glenn Close, Denzel Washington, Forest e Keisha Whitaker, il campione di basket Scottie Pippen, Mickey Rourke, Ashton Kutcher? Un capo nel proprio guardaroba firmato Domenico Vacca, lo stilista pugliese che padroneggia nella 55esima strada (la mitica Fifth Avenue) con i suoi dieci piani di eleganza e raffinatezza tipicamente italiane. C’è chi lo definisce “la Ferrari dell’abbigliamento”, chi un “lucky charm”. Lui è innanzitutto un italiano fiero di esserlo e amante del proprio Paese, quello che porta in giro nel mondo e con il quale “veste” di passione e stile italiano chi indossa i suoi capi.
Da Andria a New York. La storia di Domenico Vacca nasce ad Andria, grazie all’esempio di nonna Savina che, da brava sarta, gli ha insegnato le prime regole del mestiere. E che soprattutto gli ha trasmesso passione e italianità, segreto del suo successo.
“Sono un perfezionista – racconta Vacca – al punto di aver disegnato il mio nuovo palazzo da zero, dalle piantine ai mobili fino ai bigliettini da visita o ai piatti e bicchieri del nostro bar-ristorante. La mia vision del fashion retail è molto innovativa quindi anziché investire tempo nello spiegare la mia vision a architetti e arredatori, ho deciso di realizzarla con i miei collaboratori che conoscono bene il DNA del nostro brand e hanno capito subito cosa volevo”. Un “self made man”, dunque. Nel suo negozio di abbigliamento e accessori per uomo e donna, esteso su una superficie di 1600 metri quadri, ha fortemente voluto un bar dove si gusta rigorosamente il caffè Saicaf, un barbiere dove sono usati prodotti della Proraso, un parrucchiere, uno studio fotografico, un club privato arredato con marmo di Trani, chianche pugliesi e legno di ciliegio. E in omaggio all’arte, una galleria d’arte dove Vacca sarà ben lieto di ospitare artisti pugliesi e italiani in generale.
Imprenditore di successo, oltre che stilista. Nel cassetto ha una laurea in giurisprudenza all’università di Bari ed un’esperienza, tra le altre, come editore di una rivista di moda negli Stati Uniti che raccontava storie di successo degli imprenditori italiani. “Con la stampa è possibile educare gli imprenditori” sottolinea.
Negli anni ’90 arriva a New York ed inizia a lavorare nello studio legale Baker McKenzie. Poi l’intuizione di intraprendere la strada della moda. Ed ecco la svolta. In meno di venti anni il “Domenico Vacca Italian lifestyle” ha già conquistato le piazze di Miami, Beverly Hills, Mayakoba (Messico), Doha (Qatar), Londra (Harrods), Mosca (Tzum), dove è presente con negozi che portano il suo brand. E non stupitevi se lo sentite parlare di Arianna Huffington, giornalista e scrittrice fondatrice del potente blog The Huffington Post, della prima moglie del presidente Trump, Ivana, o ancora di Martin Scorsese, Silvio Berlusconi, Jamie Foxx, Riccardo Scamarcio. Non si tratta di clienti qualunque, sono innanzitutto amici.
Un ritorno in Italia? “Amo l’Italia e cerco di valorizzarla sempre. L’80% delle mie collezioni è prodotta nel Sud Italia – racconta soddisfatto Vacca – dove abbiamo degli insediamenti produttivi. Il Sud è noto a livello mondiale per la sartoria e il “fatto a mano”, avendo una tradizione di sarti di primo livello; per noi che facciamo tanto “fatto a mano” nelle collezioni uomo e donna il Sud Italia è il top”. “Ma tornare in Italia – aggiunge – è complicato. Sono anni che ci provo. Vorrei tanto, e ho ancora delle speranze, ma se l’Italia non cambia noi imprenditori internazionali non riusciremo mai a fare investimenti in Italia”.