Il prima. Mario Gastaldi ha 55 anni ed una classica vita di successo alle spalle: liceo classico, laurea in economia e commercio alla Bocconi di Milano, specializzazione in marketing, ed una collezione di importanti incarichi in aziende di giochi on line. “Da bambino in realtà sognavo di fare l’avvocato difensore. Mi immaginavo in aula a dibattere con l’accusa, imitando le arringhe che si raccontavano in famiglia e che avevano mio zio come protagonista. Ma dopo la laurea in economia ho iniziato subito a lavorare in aziende grandi e strutturate a Milano. La mia prima esperienza è stata in Swatch, nel marketing dei colorati orologi di plastica. Esperienza abbastanza breve ma intensa dal punto di vista dei contenuti. Da quel momento ho sempre scelto di lavorare in realtà consolidate dove potevo partecipare allo sviluppo di interessanti progetti commerciali che mi dessero altresì la possibilità di intervenire nelle scelte e nei processi lavorativi.”
Il gioco. E tra le aziende quelle che hanno segnato il successo di Mario sono state quelle legate al gioco, prima classico e poi on line. “Dopo tredici anni in Sisal, dove ho partecipato alla ideazione e allo sviluppo di Superenalotto, il gioco che – con pochi euro – permette di avere grandi sogni, sono iniziate le mie prime esperienze all’estero con la scoperta del fascino per le culture diverse dalla nostra.”
Andare all’estero. Il primo grande cambiamento è stato quello di lasciare Sisal per affrontare la sfida come country manager con aziende austriache, inglesi e francesi, sempre nel mondo del gioco. “Dieci anni splendidi ed avvincenti, ma con un costante desiderio di fare altro, frenato e limitato dal fatto che quando lavori per tanti anni nello stesso settore ti sembra impossibile cambiare. E se raggiungi dei successi è ancora peggio. Iniziano a cercarti i competitor, con proposte allettanti ed il rischio di non seguire i tuoi veri desideri diventa ancora più forte. Il gioco non era mai stata la mia passione, ma non sapevo bene che altro fare. Ma quando arrivai al mio punto personale di non ritorno feci i miei calcoli e rischiai in prima persona.”
Osare. Nel 2013 Mario decise, con alcuni amici, di impegnarsi come manager ed investitore in un settore per lui completamente nuovo: l’export alimentare in Florida. “Tre anni appassionanti e sfidanti, di continui apprendimenti. Avevo finalmente cambiato vita, ma le cose erano difficilissime.” E non andavano migliorando.
A volte va bene, altre no. “Sì, bisogna ammetterlo. Non sempre le cose vanno come abbiamo previsto. Ci furono dei problemi con gli altri investitori, la crisi, punti di vista differenti. E così prima che la situazione degenerasse vendemmo ad un partner americano. Ero dispiaciuto, ma certo che fosse la cosa migliore.” L’obiettivo di Mario era cambiare vita, e se quella strada non era stata quella giusta aveva la certezza che ne avrebbe trovata un’altra. “A volte va bene, altre volte no, quello che conta è rendersene conto in tempo e poi proseguire verso l’obiettivo, cambiando strategia ogni volta che è necessario.”
Scegliere il mare. E’ stato proprio dopo questo momento difficile che Mario, insieme alla moglie ed il figlio, ha deciso di lasciare la sua Milano per vivere a Chiavari. Un modo per rendere ancora più forte il cambio di vita, per creare uno spazio nuovo in cui ripensarsi. “Abbiamo deciso che ci meritavamo un’esperienza diversa dalla grande città. Volevamo realizzare il nostro sogno del mare e di una realtà in cui sembra di essere sempre in vacanza.” E mentre il mare di Chiavari diventava parte della loro vita scomparivano invece molti amici, o persone credute tali fino ad allora. “Sì, diciamo che oggi come oggi se fai qualcosa che non ottiene il successo che tutti si attendono alcune persone non ti considerano più e semplicemente scompaiono dalla tua vita, per poi magari riapparire appena torni ad avere un ruolo o una posizione che loro ritengono all’altezza o meglio ancora utile.”
La scoperta del cioccolato. Furono degli amici, amici di quelli veri, a parlargli di Giraudi “Quattro anni fa mi raccontarono la storia di questa azienda che dal 1907 produceva nell’alessandrino cioccolato artigianale. Mi dissero che erano alla ricerca di un direttore che rilanciasse il marchio. Io non sapevo nulla di cioccolato, ma mi innamorai dell’idea di dedicarmi ad una realtà così di nicchia. Ora ne sono il Ceo ed anche piccolo azionista. In Giraudi le sfide sono quelle tipiche delle piccole aziende italiane: grandi capacità tecniche, fantasia commerciale, ma difficoltà nel crescere in un mondo dominato dai grandi produttori. Siamo in 25 tra dipendenti e collaboratori e la dedizione di ogni persona fa la differenza. Da più parti si legge che nel futuro la tecnologia dovrà sempre di più essere guidata dal raziocinio umano. E che quindi il lavoro degli individui sia destinato a diventare ancora più centrale. Non so se questo si realizzerà oppure sia solo una pia speranza. Rimango comunque convinto che valga sempre la pena impegnarsi al 120% per imprimere un piccolo segno nelle situazioni affrontate quotidianamente. Ciò significa tornare a casa la sera carichi di energia positiva e poterla riversare sui propri affetti”
La nostra unicità. Mario, ora che ha cambiato vita, è sempre più convinto che tutto inizi dal riconoscimento del nostro essere unici. “Non dobbiamo sentirci solo un mattone, uguale a mille altri, in un muro. Possiamo cambiare solo partendo da noi stessi, da ciò che siamo e da ciò che vogliamo diventare. E parlando di muri è bene dirlo chiaramente: a volte siamo noi stessi a costruire i muri che ci circondano e ci soffocano. Crediamo che i problemi che stiamo vivendo siano universali e di tutti. Ma non è vero! Ogni essere umano ha i suoi problemi. Se cambi vita, trovi istantaneamente vantaggi ma anche nuovi problemi, che devi essere in grado di affrontare e di superare. Quindi conta scegliere bene che tipo d problemi sei pronto ad affrontare.”
Un calcolo personale. Rimanere nelle comodità delle abitudini o cambiare vita sono entrambe scelte che hanno un prezzo da a pagare, e Mario su questo ha le idee molto chiare: “Credo che gli altri ci possano ispirare, ma è indispensabile che ognuno faccia il proprio calcolo personale. Cosa posso sopportare? Che prezzo sono disposto a pagare? Considerando anche le persone che ci stanno intorno, che pagano care le situazioni in cui noi siamo frustrati…”
Il futuro. Mario non ha idea di cosa ci sarà nel suo futuro, ma questo non lo preoccupa“Oggi, nella nostra economia globalizzata e ipercompetitiva, siamo tutti chiamati a reinventarci, ed allora meglio mettere sempre in conto il cambiamento ed imparare a calcolare bene per il proprio bene. Lo dico anche a mio figlio che oggi ha 18 anni e che in questo mondo sta iniziando a fare i primi passi da adulto. Io per ora sono impegnatissimo nel rendere unici dei prodotti buonissimi che si possono trovare in circa 400 negozi in Italia e presso la nostra factory Giraudi”. Invito accettato Mario! Sia per il calcolo personale per il nostro bene, che per assaggiare il vostro cioccolato artigianale. Ci vediamo a Castellazzo Bormida, in via Giraudi 498.