La prima vita in hotel. Liudmila Iaco ha iniziato a lavorare in hotel quasi per caso. Dopo il diploma come perito aziendale, ed un semestre alla facoltà di psicologia, aveva deciso di partire per la Scozia come ragazza alla pari, ma la chiamarono subito per un posto da barista in Valle d’Aosta e così della Scozia non se ne fece più nulla e così pure come dell’università. “In realtà avevo risposto all’annuncio solo perché mi aveva affascinato il nome di quel posto: Valtournenche. Non sapevo nemmeno dove si trovasse. Quando ci andai ricordo che seduta vicino al Lago Blu a Cervinia pensai: mi piace, questo è un pezzo della mia Scozia, vengo a vivere qui.”
Di stagione in stagione. Così Liudmila, appena diciannovenne, decisa a vivere in mezzo alla natura, lasciò Torino ed iniziò la sua vita da stagionale: “il primo anno come barista in un locale sulle piste da sci, poi quattro anni come commessa in un negozio di abbigliamento. Poi l’incontro con quello che diventò il mio fidanzato e la proposta di lavorare con lui nel suo hotel in cui iniziai come receptionist.” I suoi genitori erano delusi. Speravano in una figlia laureata con un bel lavoro d’ufficio. “Io invece ero entusiasta di quella vita: sia per la natura intorno a me che per la moltitudine e diversità di persone che incontravo.” E con il passare degli anni Liudmila divenne ben più che una receptionist. “Sì, mi trovai a far di tutto, ero entrata a far parte del concetto di gestione familiare, anche se ammetto che ciò che preferivo, a parte il contatto con i clienti, era organizzare e gestire la squadra dei collaboratori. In fondo quando mi ero iscritta a psicologia l’avevo fatto per il mio amore per gli esseri umani.”
Il dubbio e la scommessa. Ma quando lasua relazione d’amore, dopo i fatidici sette anni, finì, Liudmila si trovò a dover decidere che fare: restare o andarsene? “Il lavoro mi piaceva e non potevo pensare di lasciar la valle. Così feci una scommessa sulla nostra capacità di essere amici e buoni colleghi. Scommessa vinta! Per dieci anni tutto è stato perfetto, abbiamo lavorato molto bene insieme, ed io, grazie alla stagionalità del lavoro, sono anche riuscita a dedicarmi ad approfondire le mie passioni per lo yoga, il Vivation®, il reiki ed il counseling.”
La rottura. Però ci sono certi equilibri che sono fragili e così lo scorso anno tutto è cambiato. “Vero, la vita è in continuo movimento. Nel giro di pochi mesi, tutto ciò che aveva caratterizzato il mio ruolo all’interno dell’azienda non era più lo stesso. Nuovi inserimenti a livello dirigenziale hanno modificato l’equilibrio. Non c’era più armonia. Non era più possibile lavorare bene insieme. Ho iniziato a patire quella situazione, non mi son più sentita al mio posto in hotel, e sono entrata in crisi.”
Il dono. Liudmila è riuscita a vivere quella crisi come un’opportunità per ripensare la sua vita. Ha riaperto i cassetti in cui aveva tenuto in questi ultimi anni tutti i suoi diplomi ed attestati ed ha iniziato a comporre una vita che valorizzasse ogni aspetto di sé, compreso l’essere mamma. “Tutto è iniziato chiedendomi: posso fare altro? cosa? Ma la vera domanda è stata: qual è il dono che posso condividere con il mondo?”
Scegliere la felicità. Così dopo un cammino di consapevolezza, di scoperta e riscoperta di sé, Liudmila quest’anno ha rinunciato ad uno stipendio fisso per dedicarsi all’attività che lei sente come chiamata. “E’ da quando sono bambina che ho il dono di ascoltare. Ed essere counselor mi appartiene nel profondo. So che a molti può sembrare rischiosa come scelta. Ma non è così. Ho deciso dopo aver fatto tutte le valutazioni del caso. Anche perché ora non sono più sola: ho una famiglia di cui prendermi cura. Voglio essere d’esempio a mio figlio, che ora ha sette anni, ed è anche per lui che ho la responsabilità di scegliere la felicità.”
Fare pace con il denaro. Il tema del denaro per Liudmila conta, come per tutti, e ci sono momenti in cui non avere uno stipendio fisso la spaventa. “Ma bisogna fare pace con il denaro. Consiglio a tutti di leggere Padre ricco e padre povero di R. Kyosaki. Occorre migliorare il proprio rapporto con il denaro. Io ci sto lavorando. A volte sento ancora le paure, ma le affronto. Ho qualche risparmio da usare e tante energie da canalizzare nel creare questa mia nuova professione.”
Trovare il proprio Ikigai. L’etichetta ufficiale con cui ora Liudmila si presenta in Linkedin è di operatore olistico, che può voler dire molte cose e può anche essere frainteso. “Io amo dire che accompagno le persone nella ricerca del loro Ikigai. Parola giapponese letteralmente traducibile come ragione di vivere, ma che in realtà ha diversi significati e sfumature. Potremmo definirlo come il senso della vita, l’essenza, l’armonia. Per trovare il proprio Ikigai occorre mettersi in viaggio, ed io accompagno le persone in questo viaggio utilizzando tutti gli strumenti che in questi anni ho studiato e sperimentato su di me. Ogni persona in questo viaggio scopre la fiamma che ha dentro e che appartiene a quel mondo dove la felicità esiste. Sta a noi tenere accesa quella fiamma. Sta a noi realizzare quel mondo”
Una tappa a Chatillon. Liudmila ora lavora in tutta Italia, ma a chi questa estate andrà in vacanza in Valle d’Aosta fa un invito particolare. “Passate a trovarmi al centro Dojo Morishin. E’ uno spazio che ho creato con il mio compagno Maurice per offrire occasioni di incontro e crescita nel cammino di scoperta di sè. E Chatillon potrebbe essere una buona tappa per la scoperta del vostro Ikigai.”
Grazie Liudmila. Buon viaggio a tutti. E ci vediamo a Chatillon. See you soon Ikigai.