“Il mio prima? 18 anni nella stessa azienda. Un inizio con entusiasmo, da neolaureato in ingegneria, poi, alla fine un crescendo di dubbi per logiche e dinamiche che non comprendevo e ritenevo poco funzionali allo sviluppo del mercato.” Gianluigi inizia così a raccontarmi di se’. Ci siamo incontrati a Bergamo, città in cui vive da sempre. Mi ha accolto nel suo studio, evidentemente in piena fase creativa.
“Ero diventato key account manager in Intel, come avevo sognato: viaggiavo, avevo contatti con mercati nuovi ed interessanti, e molto privilegi. Eppure dopo alcuni anni non mi riconoscevo più nel lavoro che facevo. Soprattutto non sopportavo più l’ossessione eccessiva per le politiche interne piuttosto che il focus sul business. Così, quando la mia azienda ha lanciato una campagna di cambio generazionale, mi sono deciso: ho negoziato un pacchetto di uscita fatto da un bonus ed un percorso di outplacement. E dato che negli ultimi diciotto anni non mi ero mai guardato intorno mi sono subito messo all’opera con Rita Zanaletti, la consulente lhh-dbm che mi ha seguito in questo cambiamento.”
Mi racconta così della difficoltà iniziale a definire un nuovo obiettivo professionale. “La tentazione è stata quella di rimanere nella mia zona di comfort, facendo quello che avevo sempre fatto, o perlomeno rimanendo nello stesso settore. Ma grazie a Rita, che mi faceva sempre domande, spesso anche scomode, ho ricontattato le mie passioni e sono andato oltre. Anche il contatto con amici e conoscenti è stato importante: sono stati il mio specchio, è anche grazie a loro che ho saputo riconoscere il valore delle mie passioni, per me scontate e quasi banali”. Ed è stato così che il suo essere sommelier dal 2007 l’anno scorso è diventato uno dei tasselli di un nuovo progetto professionale.
“Dopo aver riconosciuto che da sempre ho amato parlare di cibo e di vino, soprattutto di vino, il passo successivo è stato quello di capire come farne una professione senza buttar via l’esperienza maturata fino ad allora. “Ho iniziato così, con pazienza e cura, a cucirmi addosso un nuovo lavoro, in cui utilizzare al meglio ogni mia competenza. Alcuni progetti sono già partiti, altri verranno nei prossimi mesi”. Mi racconta così delle sue recensioni sull’App Vivino dei corsi di degustazione e avvicinamento al vino, studiate anche come attività di team building per le aziende. “Le degustazioni non sono impostate e imposte, ma sono fatte di condivisione per far emergere il degustatore che c’è in ognuno di noi. Sto studiando anche nuovi percorsi che a breve saranno presentati sul sito che www.gigicorna.it, e sulla mia pagina Facebook www.facebook.com/gigicornastoriedivino/.”
[scrollGallery id=78]
E poi mi spiega che il progetto prevede anche attività di consulenza per le aziende vitivinicole, per lo sviluppo del business all’estero, della forza vendita, di soluzioni software gestionali specifiche per il settore, supporto marketing e comunicazione. Quando gli chiedo come procede ammette: “Lavoro di più, tantissimo, ma ho ritrovato l’entusiasmo e quindi non mi pesa così tanto. È una grande sfida, lo so, ma merita. Ora mi dedico a qualcosa che amo e mi appassiona. Ora so che come nel vino, anche nella vita, è una questione di scelte e di abbinamenti. Imparare a degustare è fondamentale!”
Buon lavoro Gianluigi! E a tutti buona degustazione, di vino e di vita!
di Samantha Marcelli