Ho conosciuto Carlo Brianza a Milano. Un incontro provvidenziale. Ero a pranzo con Franca Coppiano, Operations Director di LHH-DBM. Ci eravamo appena sedute in una delle pizzerie di Piazza Santo Stefano e ci stavamo aggiornando sui cambi professionali e familiari di amici e colleghi, quando è arrivato lui. Le classiche presentazioni, una bella stretta di mano e poi la domanda di Franca: “Carlo, com’è andata negli States?”. Carlo ha iniziato a raccontare dell’accoglienza entusiasta sia per Click’N’Pizza, che per Trillìo e di tutti gli sviluppi possibili nel mercato statunitense, poi si è unito a noi. Pizza per tre.
Mentre Franca e Carlo parlavano di date in cui incontrarsi nei prossimi mesi io curiosavo in internet. Una notevole sovraesposizione mediatica quella di Carlo. Un 2015 ricco di articoli sulla sua start up, ed anche un intero capitolo su di lui nel nuovo libro di Gabriele Di Matteo sull’internet of things, Dialogo tra una lavatrice ed un tostapane. Poi Franca mi ha spiegato “Ho incontrato Carlo qualche anno fa. Era uno dei manager in uscita da Nokia. Mi è sempre piaciuto il suo progetto ed ora lo abbiamo coinvolto nei workshop sull’auto imprenditoria e da’ anche consulenza per candidati che hanno questo tipo di necessità.”
Mi dimentico della pizza, gli racconto della mia rubrica cambio vita su KONGnews ed inizio a prendere appunti sul suo cambio vita. “Ho lavorato in Nokia 14 anni. Ci entrai da neolaureato e ne sono uscito da manager. Nokia era un’azienda meravigliosa. La cultura scandinava è differente da quella americana: in Nokia parole come rispetto, collaborazione e work-life balance erano realtà vissute quotidianamente. Io mi sono sempre occupato di progetti interessanti e stimolanti. Poi tutto è cambiato”. Segue il racconto di vicende tristemente note: l’arrivo sul mercato dell’iPhone, la scelta del primo presidente non finlandese di abbandonare la piattaforma Symbian, le rapide perdite di quote di mercato . ”Così, mentre percepivo che tutto stava cambiando ed iniziavano le uscite di molti colleghi, io avevo deciso di seguire un’intuizione e realizzare una mia idea”.
È nato così Click’N’Pizza, dalla perseveranza di Carlo che dopo aver avuto l’idea disse a se stesso: “Non succederà come quando ero ragazzo. All’università avevo intuito il business dei provider, avevo persino preparato con un amico un business plan, ma quando andai da mio padre a chiedere dei fondi non lo convinsi, mi liquidò con un deciso – Torna a studiare -“. L’uscita da Nokia per Carlo fu la vera grande opportunità di avere tutto il tempo per dedicarsi davvero allo sviluppo della sua idea. “Il mio ultimo giorno in Nokia fu il 31.12.2012, ed il 7.01.2013 ero dal notaio per fondare La Comanda www.lacomanda.it. E da lì in poi è stato un crescendo. Servivano soci ed investitori. I primi furono gli amici e credo che lo fecero quasi per beneficienza, poi sono venuti investitori seri, che mi chiesero business plan e non solo idee ed entusiasmo. Si unirono a me ex colleghi, ex clienti. Andrea Gaggi, che era il Cfo in Nokia, quando gli mostrai la mia versione di un business plan mi disse – va bene, prendo una quota, ma solo per vedere fin dove arrivi-. Beh, ora ha preso ben più di una quota. Siamo appena stati insieme negli Stati Uniti ed è il mio socio operativo.”
Mi dettaglia il progetto: un oggetto semplice e bello che messo in casa, sul frigo o dove preferisci, ti permette di ordinare quello che vuoi. “È nato per la pizza, ma ora ci stanno già chiedendo nuove versioni. Il dispositivo, tutto prodotto in Italia, è molto semplice. Schiacci il pulsante, e questo, via wifi, comunicherà l’ordine alla pizzeria convenzionata e ti porteranno la pizza. O il sushi, il caffè”. Forse intuisce la mia perplessità: “Siamo ormai oppressi dalle App, siamo iper connessi fino ad essere veri e propri ostaggi dei nostri Smart phone, ed invece Click’N’Pizza fa solo quello. Un pulsante e la tua pizza preferita arriva. E se vuoi puoi cambiare menù, e la pizzeria può segnalarti eventuali promozioni. Al Mobile World Congress di Barcellona è stato un successo, Pizza Hut lo inizierà a utilizzare in Canada nel 2016, e poi puntiamo agli Stati Uniti dove il 10% della popolazione mangia una pizza al giorno”.
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Carlo potrebbe continuare per ore a raccontarci degli altri progetti e prodotti di healthcare, ma gli chiedo di spiegarmi cosa ha fatto la differenza nel suo riuscire a cambiar vita. “Se il tuo mantra è stato il lavoro fisso, arriva il momento in cui devi cambiarlo, e lo dice uno che era nell’azienda che è stata padrona del mondo della telefonia! Puoi cercare altre multinazionali che ti vogliano, ma vivrai la vita che hai già vissuto, e forse nemmeno ti vorranno. Oppure ci sono due strade: inventarti qualcosa, o lavorare con chi si è inventato qualcosa”. Franca interviene per confermarmi che nei workshop questo è uno degli aspetti più importanti: mostrare ai manager in uscita quante possono essere le diverse possibilità per non rimanere infangati in schemi superati e non riproducibili. “Ogni manager deve far fruttare in modo personale esperienza, network e reputation, questi tre elementi sono il vero tesoro dei manager. Ma servono determinazione e perseveranza”.
Ringrazio Carlo, con la richiesta di girarmi quanto prima qualche foto. Con Franca fissiamo un altro pranzo di chiacchiere. La sera, insieme alle foto, ricevo un messaggio da Carlo: “È il motto dell’Amerigo Vespucci, ed anche il mio nuovo mantra: Non chi comincia, ma quel che persevera.”
Sì, perseveriamo! Grazie Carlo.
di Samantha Marcelli
1 commento
Samantha come sempre un bellissimo articolo. Complimenti Sig. Carlo Brianza x il suo splendido progetto. Chissá se prevederá un click’N’… enogastronomico in Italia che racchiuderá come in un cofanetto Piccoli laboratori artigianali come il mio? (ho una cioccolateria negozio/laboratorio)