“Non è stato facile trovarsi senza lavoro a 58 anni, men che mai dopo averne passati 25 nella stessa azienda. Ma ora posso dire che è andata bene così”. Patrizia Pressel inizia a raccontarmi della sua recentissima trasformazione già al telefono. “Ero entrata in quella che allora era la NeoPharmed nel 1989. Fino a quel momento, dopo il liceo classico, avevo fatto lavoretti di ogni tipo, dedicandomi più che altro soprattutto al teatro di figura insieme a due amiche, Michela e Mavi’. Realizzavamo spettacoli per ragazzi, ed io ne scrivevo anche le sceneggiature. Poi nel 1989, diventata ragazza madre, sentii la responsabilità di dover trovare un lavoro stabile, per dare a mio figlio Giacomo qualche sicurezza in più”.
Assunta grazie alle sue competenze informatiche sviluppate come autodidatta “sono sempre stata molto curiosa”, con gli anni, Patrizia ha via via acquisito ruoli di maggiori responsabilità. “Poi l’azienda in fase di riduzione e chiusura decisa dalla Merck & Co, che nel frattempo ci aveva acquisito, da Bollate mi trasferì a Pavia. Li’ iniziai a seguire il magazzino diventando wharehouse administrator.” Mi svela che per anni tutto il suo tempo libero lo aveva continuato a dedicare ai burattini, creando e facendo spettacoli. “Mille spettacoli! Solo negli ultimi dieci avevo dovuto ridurre un po’ i ritmi. Non avevo più i tempi di recupero rapidi di quando ero giovane, non potevo permettermi di fare gli spettacoli tutte le sere. Sarei stata una zombie in ufficio! Così dal 2005 ridussi al minimo quel mio impegno e quindi anche molte soddisfazioni vennero meno”.
Nel 2013 una vera e propria doccia gelata: “La Merck decise di chiudere la sede di Pavia. Nessuna possibilità di ricollocazione. Ma fu un uscita dignitosa. L’azienda ci concesse pacchetti che comprendevano anche percorsi di outplacement. Firmai e pensai – troverò subito un’altra azienda medio piccola in cui mettere a frutto tutta la mia esperienza!-” Patrizia ammette di aver iniziato i suoi incontri con Donato Guida, il consulente della LHH-DBM, forte di questa convinzione. “Ma mi ci volle ben poco a capire che mi sbagliavo. Il mercato intorno a me cercava competenze diverse ed offriva posti in cooperative a 3 € all’ora. Ma grazie a Donato ho trovato la mia strada. Lui ha saputo ascoltarmi e guidarmi, far emergere quello che davvero sono e voglio, senza mai forzarmi. Ha saputo anche adattare i metodi classici di outplacement alla mia insofferenza alle cose troppo istituzionalizzate. Grazie alle idee ed alle convinzioni positive che Donato mi ha trasmesso ora lavoro in una fattoria didattica con le mie due amiche con cui da sempre ho fatto teatro di figura”.
La nostra chiacchierata telefonica finisce così, ma la curiosità di visitare una fattoria didattica, è tanta e così quando dopo alcune settimane vado a trovarla a Vallidone, www.vallidone.it, Patrizia prosegue il suo racconto: “L’idea mi venne proprio parlando con Donato. Esploravamo le mie passioni, i miei interessi. Ed io stavo già collaborando nella fattoria, ma in piccole cose, solo per amicizia. La mia amica Michela aveva questa cascina, inserita nell’azienda agricola a produzione risicola, e aveva già avviato la fattoria didattica. Io partecipavo alla programmazione e all’ideazione dei percorsi. Così il passo fu breve: le proposi di collaborare al 100% del mio tempo e farne un lavoro strutturato per tutte e due. Feci subito tutti i corsi necessari per le certificazioni abilitanti come operatore delle fattorie didattiche. Ora siamo tutte e tre qua: Michela e Mavì che prima insegnavano rispettivamente in un liceo e all’università oggi si dedicano all’agricoltura e alla manipolazione delle materie prime. Io sto imparando il mestiere e nel frattempo mi occupo di amministrazione, organizzazione e comunicazione. Siamo sempre state insieme con i burattini, ed ora lo siamo qua”.
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Poi Patrizia mi mostra gli animali e le produzioni della fattoria, spiegandomi i percorsi creati per i bambini. “Hanno dai 3 ai 12 anni e noi li accogliamo e guidiamo anche attraverso l’uso del teatro di figura. Si tratta di incontri molto interattivi che si adattano al pubblico ed al momento. Il chicco di riso è sempre il chicco di riso, ma ogni volta la sua storia nasce dell’interazione tra noi, i burattini ed i bambini”. Le dico che la vedo entusiasta di questa nuova vita. Concorda ed aggiunge “anche se è faticoso niente stress inutile qui, e sono davvero serena”. Poi ammette che da sola non ci avrebbe mai pensato a cambiare così la sua vita, che sarebbe rimasta sempre in quel magazzino “ed invece così dopo essere stata licenziata, sono finalmente riuscita a coniugare davvero la mia passione per i burattini con la mia professione.”
Grazie Patrizia. E grazie anche Michela e Mavì. Bella questa vostra amicizia creativa! Ed interessante la vostra fattoria didattica con i burattini.
di Samantha Marcelli
2 commenti
Grazie Samantha, davvero ogni vita è un esempio.
BRAVISSIMA LA MIA CUGINETTA. UN ABBRACCIOOOO !!!!!