“Per venticinque anni ho lavorato nell’alta finanza milanese. I ritmi e le relazioni avevano ben poco di umano. Non mi piaceva per nulla quella vita in città”. Daniela Gilardi inizia così a raccontarmi del suo cambio vita. L’ho raggiunta nel suo “Giardino dei Semplici” ad Azeglio. Ci siamo accomodate in salotto e l’ho ascoltata.
“Non ci stavo bene in città ed infatti appena potevo fuggivo in montagna per respirare. In settimana il poco tempo libero cercavo di sfruttarlo al massimo: corsi di Shiatzu in un monastero Zen in pieno centro a Milano, la scuola di naturopatia di Riza. Ma quelli erano solo dei modi per sopravvivere in quel mondo torbido della finanza, e quando iniziai a somatizzare questa mia insofferenza decisi che sopravvivere non era abbastanza, volevo vivere”.
E vivere significava trovare un altro posto in cui abitare e magari aprire un’attività in proprio. “Per un anno esplorammo tutto l’entroterra ligure, nella zona tra Arenzano e Ventimiglia, ma nulla, non trovammo nulla. A quel punto, esausti accettammo l’invito di un’amica per passare un fine settimana di relax a Masino, un piccolo paese del Canavese”. Furono due giorni di scoperte: “Non sapevamo che ci fosse un polmone verde così vicino a Milano. Ci passavamo in autostrada per andare in Valle d’Aosta, ma non ci eravamo mai fermati. Facemmo lunghe passeggiate verso il Lago di Viverone, visitammo il Castello di Masino e poi il marito della mia amica mi coinvolse nel recuperare un suo sciame di api. Che meraviglia!”. Fu subito amore, per il luogo e per le api. Daniela e Maurizio, il marito, decisero di cercare una cascina dove trascorrere i loro fine settimana ed intanto lei iniziò a studiare come apicoltrice. In pochi mesi cascina affittata ed arnie di api comprate!
Poi dopo circa due anni Maurizio vide una casa in vendita. Ed ecco la svolta. “Andammo a vederla: 500 mq di giardino ed orto, 600 mq di casa. Imparagonabili ai nostri 60 mq, terrazzo compreso, di Milano. Entrai con gli occhioni grandi, quelli dei bambini. Ricordo l’attimo in cui la cucina fu attraversata da un raggio di sole. Dissi a Maurizio, è nostra!- Lui mi rispose -ma non sai nemmeno quanto costa!”. Ci investirono tutto quello che avevano, la trattativa di acquisto si chiuse rapidamente, e mentre il marito trovò subito lavoro a pochi chilometri rimanendo nel suo ambito di paghe e contributi, per lei iniziò il periodo di prova di questo cambio vita: pendolare su Milano, e nel tempo libero apicoltrice e gestrice di un B&B.
“Creammo il B&B www.giardinodeisemplici.com per dare uno scopo a questa grande casa. Il nome l’abbiamo scelto per richiamare la quiete e la pace dei giardini di monasteri e abbazie. Per me fu un periodo davvero faticoso. In settimana mi svegliavo alle cinque e tornavo alle otto passate. Auto, treno, metropolitana. Ero sfinita. E nel fine settimana continuavo a lavorare, ma ero soddisfatta della mia prima produzione di miele, e poi iniziavano ad arrivare sempre più clienti al B&B”.
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È stato nell’agosto del 2009, dopo 4 anni da pendolare, che Daniela ha deciso di cambiare davvero. “Mi licenziai e ora sono qua, da quattordici anni. Questa è un’altra dimensione di vita. Ho spazi e tempi insperati e forse persino inimmaginabili a Milano. È una vita diversa. Esco e sono nella natura. Passeggio spesso con il mio cane, e porto sempre con me un cestino per erbe e frutti. La natura fa doni in ogni stagione”. Sfogliando il libro degli ospiti scopro che oltre ai turisti svizzeri che vengono per fare sci nautico al lago di Viverone, ed ai visitatori del Castello di Masino, Daniela accoglie anche i pellegrini che percorrono la via Francigena. “Siamo in una variante panoramica molto apprezzata. È un piacere conoscerli e scoprire le loro singolari storie di vita. Sono perlopiù stranieri. Ogni cliente ha necessità e richieste diverse. È’ una situazione di continuo apprendimento e stimolo”.
Daniela non nega che il cambiar vita comporti fatiche, sacrifici e scelte dure. “Desideri cambiar vita, e quando l’hai cambiata davvero devi saperci stare nella nuova vita, e non è sempre facile. Io che non sapevo nemmeno tenere in mano un cacciavite, ora so persino dare il bianco a una parete. E che dire dell’orto e del frutteto? Ho dovuto imparare tutto.” Poi accenna ai discorsi che sentiva ogni giorno sul treno per Milano: “Volevano tutti cambiare. Erano tutti insoddisfatti, stanchi, frustrati e si lamentavano. Ma cambiare è cambiare davvero, e se non sei disposto a farlo meglio che tu rimanga nelle sicurezze e comodità a cui sei abituato. Ma allora perché lamentarti? E’ sul quel treno che ho conosciuto Manuela Malvasio, che nel tuo articolo sul suo cambio vita hai definito la donna Chanel nella cioccolata. Io e le abbiamo fatto una scelta, ma molti sono ancora su quel treno a lamentarsi”.
Grazie Daniela. C’e davvero una grande pace nel tuo Giardino dei semplici! Chissà che qualcuno leggendo di te non si decida a scendere da quel treno.
di Samantha Marcelli
2 commenti
“Decidere di scendere da quel treno” significa abbracciare la decrescita felice?vogliano descrescere?è questa la proposta?
Ricordo che il Prodotto Interno Lordo (PIL) avra’ anche i suoi limiti come indicatore, ma io standard di vita crescenti in Paesi con PIL a crescita piatta (o in calo), non ne ho ancora trovati…
Così si fanno le cose, brava Daniela, un passo per volta ma con decisione, conservando la passione! e grazie Samanha!