Patrizia e Domenico, sposati, entrambi classe ‘63, vivevano ad Imperia prima di decidere che il 16 Novembre 2009 avrebbero preso un aereo con meta Santo Domingo e che lì, nella Repubblica Dominicana, nella città di Sosua, insieme avrebbero cominciato la loro nuova vita.
Il lavoro in Italia non mancava: prima di partire Patrizia lavora nel campo della sartoria – fa camiceria su misura – e collabora con un’agenzia immobiliare della zona; Domenico, detto Mimmo, è responsabile di una societa’ finanziaria. “Allora il lavoro di Mimmo andava a gonfie vele” ci racconta Patrizia, “ma le responsabilità erano troppe, troppi problemi gravavano su di lui; dormiva poco la notte e il tempo per stare insieme non c’era mai”. La voglia di cambiare inizia così a farsi strada.
Il gioco si fa serio – Mimmo, ci racconta Patrizia, arriva a casa un giorno con un foglio di carta in mano: sopra, stampata, una villettina nella Repubblica Dominicana, costo $150.000, basso per una casa di quel tipo, imparagonabile rispetto ai prezzi italiani. Quella villetta inizia a generare un pensiero: “Iniziarono a pervaderci un vortice di emozioni”, spiega Patrizia, “facevamo ragionamenti, ricerche, dormivamo ancora meno la notte. Io ho iniziato a leggere storie di persone che avevano mollato tutto per andare dall’altra parte del mondo. La miccia iniziava ad accendersi, la creta a prendere forma, il gioco a farsi serio”.
Viaggio di ricognizione – L’idea si fa pian piano un progetto. È il momento di toccare con mano: poiché Mimmo non può prendere ferie, Patrizia parte con Alessio per un viaggio di ricognizione; la città scelta è Sosua. Patrizia ci spiega perché, immaginando la loro “nuova vita”, si sono orientati verso questa città: Tre i motivi: il sistema scolastico, dove Alessio, superata la difficoltà d’imparare l’inglese, avrebbe potuto inserirsi bene, il sistema sanitario di buon livello e la gente che, come dice Patrizia, si contraddistingue per orgoglio, umiltà e permalosità. “Ma con la loro calma e tranquillità ti fanno innamorare a prima vista!”. Patrizia ci racconta di come sia stato l’impatto con questa terra, fin dal primo viaggio con Alessio: “Colori verdi e celesti, intesi e sfumati; poi le palme, il sole, il sorriso della gente del posto, i profumi… meraviglioso. Ma non potevamo perdere di vista il motivo della visita, lo scopo del viaggio: capire se Sosua poteva fare per noi”. Come ci racconta Patrizia, Alessio iniziava a sperare che questo sogno diventasse realtà: “L’oceano, il Kitesurf, i bagni nel mare… Finalmente il suo compleanno, a Novembre, da sempre festeggiato al chiuso, lo avrebbe passato in costume!”. Dopo una settimana a Sosua madre e figlio avevano già capito ciò che volevano: “Ci sentivamo già a casa”, ci dice Patrizia.
Un inizio difficile – Che fare per sopravvivere? Già durante le ricerche in Italia, attraverso i primi contatti con le persone del posto, Patrizia e Mimmo ricevono una proposta di lavoro: un’attività in una “accademia sportiva”, all’interno di un complesso residenziale a mezz’ora da Sosua. “Ci sembrò fantastica così come ci fu presentata”, spiega Patrizia, “Era un’accademia dove Mimmo avrebbe seguito la parte sportiva – lui è iscritto in Italia alla Figc come allenatore di calcio – ed io avrei potuto gestirne il bar”. Ma le cose non vanno come Patrizia sperava: “I primi mesi, per l’esattezza da novembre a giugno, sono serviti per capire che l’attività dentro l’accademia che ci avevano proposto e le quote che in tutta fretta ci avevano fatto acquistare, con scuse del tipo che altri erano interessati, che era un vero affare, che si doveva inaugurare al più presto perchè avrebbe aperto a breve in zona una scuola alberghiera e che ci avrebbe portato molti clienti, erano solo un modo per far sì che noi investissimo in un’attività che in realtà non aveva un grande futuro”.
Patrizia sa pero’ – “nel mio cuore sapevo bene”, ci dice – che se questo non fosse successo oggi non sarebbero felici a Sosua : “Dopo mesi in cui nulla si muoveva e non arrivava mai il momento dell’inaugurazione, siamo usciti dalla società; ma ci siamo abbattuti e ci siamo riattivati subito per trovare un’altra strada. Mimmo ed io siamo bravi quando ci mettiamo nelle cose, le nostre attività – dopo la nascita di Alessio abbiamo avuto due bar – ci hanno sempre reso bene. Ci conosciamo: abbiamo sempre bisogno di nuovo, di rimetterci in gioco. Forse lo facciamo proprio perchè sappiamo che siamo bravi a ricominciare e a sviluppare le attività in cui investiamo”.
Pronti, ai posti, via! Una scuola di calcio e una particolare agenzia immobiliare – “Io e Mimmo siamo persone che non si arrendono, abbiamo spalle larghe. Pronti, ai posti, via: nonostante l’inizio difficile ci siamo rimboccati le maniche – che non avevamo perché qui fa troppo caldo! – e ci siamo rimessi in careggiata”. Lo fanno alla grande: Mimmo realizza il suo sogno, quello di aprire una scuola calcio, la Sosua Soccer School (subito all’apertura 98 iscritti!) e “arrotonda” importando sistemi di nebulizzazione che vendiamo ai locali di Sosua. Patrizia avvia un’agenzia immobiliare on-line che oggi si chiama Caraibi Dream (caraibidream.it). “Vado davvero molto orgogliosa della mia attività; il percorso è stato travagliato ma la voglia di imparare e di fare bene mi ha premiato”. Patrizia fa della sua scelta di cambiare vita parte del suo nuovo lavoro: “Mi occupo principalmente di intermediazioni immobiliari, consulenze, vendite ed affitti, collaboro con studi di architettura e costruzioni tra i migliori della zona, ma soprattutto dò ogni tipo di assistenza gratuita a chi desidera approcciarsi alla vita nella Repubblica Dominicana”.
Sono una zingara libera! – Quando Patrizia e Mimmo hanno detto alle persone che gli stavano vicino della loro scelta di partire per la Repubblica Domenicana, le reazioni sono state d’incredulità: “Nessuno si capacitava. E poi dubbi, timori, paure. Ma la paura”, dice Patrizia, “non e’ altro che l’affontare cose che non si conoscono”. Questo forte spirito avventuriero è facilmente spiegabile se si conosce qualcosa di più del passato di Patrizia: “Ho sempre viaggiato tanto. Sono una zingara libera e me la sono sempre cavata benissimo. Pensate che in America, a Boston per la precisione, per guadagnare qualcosa prendevo le cose che gli studenti lasciavano negli appartamenti quando finivano i corsi, tornavano a casa, e le rivendevo a chi arrivava”
Natale al mare! – “Il nostro stile di vita è cambiato moltissimo. Per lo più in meglio: sole, mare e molto più tempo per stare insieme. Anche l’ambiente è diverso: i dominicani sono un bel popolo. Ormai abbiamo la nostra routine e le nostre abitudini. Ci sono mancate le nostre famiglie che erano lontane nei momenti in cui avremmo avuto bisogno del loro supporto, soprattutto all’inizio, ma adesso abbiamo trovato il modo di compensare questa mancanza andando in Italia due volte all’anno”. Domandiamo a Patrizia di raccontarci dei momenti entusiasmanti della sua avventura: “prima di partire è stato emozionante il momento in cui abbiamo impacchettato le cose scegliendo quali portare e quali lasciare. Mi ricordo che mi sono trovata a dover decidere tra un albero di Natale e altre cose teoricamente “più importanti”. Ho scelto il mio albero, perchè mi avrebbe aiutato a tenere stretti i ricordi”. Anche se, come ci racconta Patrizia, il Natale, nonostante l’albero sia lo stesso, è certamente molto cambiato: “Il 25 Dicembre”, ci dice, “l’abbiamo passato tutto il giorno al mare!”