Si chiama ‘Esmeranda Expedition’ ed è il viaggio di un uomo solo e senza mezzi di trasporto a motore, attraverso il Sudamerica. Un’odissea di 10mila chilometri, in bici e canoa, che è iniziato sabato 15 marzo e che terminerà tra un anno: 12 mesi per scoprire, documentare e conoscere popolazione locali e la cultura del cibo delle terre lontane incontrate.
Il progetto – “Sono quattro anni che mi preparo per quest’avventura mai tentata prima – ci racconta Francesco Magistrali, piacentino di 35 anni, a qualche giorno dal suo volo di sola andata -. Non è un anno sabbatico preso per non lavorare, ma un progetto imprenditoriale vero e proprio”. Da anni, infatti, Francesco lavora con una travel company americana specializzata in viaggi ‘estremi’ e spera che questa esperienza lo porti ad avere un curriculum più ricco, così da poter riportare un giorno lungo questo percorso tanti clienti appassionati del Sud America.
Oltre ad essere sponsorizzato da diversi brand tecnici e da aziende locali, l’ex studente dell’università Cattolica, ateneo in cui si è laureato nel 2005 in Scienza motorie e dello sport, è stato ora nominato ‘inviato speciale’ di ExpoLab. Si tratta del laboratorio della Cattolica nato in concomitanza con l’Esposizione Universale, in cui verranno raccolti testi, immagini e video di Magistrali per una ricognizione del rapporto tra ambiente, cultura, stili di vita e alimentazione delle popolazioni dell’America del Sud, in linea con lo slogan di Expo, ‘Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita’. In cantiere anche la realizzazione di un libro e forse un dvd.
Il viaggio – “Dalla Terra del Fuoco – spiega Francesco – attraverserò le Ande in bicicletta per 5mila km, passando per la Patagonia. Poi, sempre da solo, m’imbatterò nell’Amazzonia, dove spero anche di riuscire a entrare in contatto con le ultime tribù che vivono nelle zone off-limits”.
Da qualche giorno Francesco si trova a Ushuaia, la città più australe del Mondo, capoluogo della provincia Argentina della Terra del Fuoco. In mountain bike, verso Nord. Nel rispetto dell’etica dell’intero viaggio (nessun utilizzo di mezzi motorizzati) lo Stretto di Magellano verrà attraversato in kayak, per poi riprendere la mountain bike sul lato Nord dello Stretto. Venti portentosi, sierras desolate e le tracce della cultura degli indigeni Fungini fanno di questa prima sezione del viaggio un tuffo nel tempo e nei grandi spazi. Proseguendo, poi, a Nord Ovest dallo Stretto di Magellano, il viaggio incontrerà due Parchi Nazionali, Torres del Paine (Cile) e Los Glaciares (Argentina). Si tratta sicuramente di mete accessibili anche al turismo ‘normale’, ma la spedizione vuole toccare anche queste aree, dove la presenza di leggendari ghiacciai come il Perito Moreno apre la grande tematica dello scioglimento dei ghiacci, del Global Warming, dell’acqua.
Proseguendo a Nord, verso San Carlos de Bariloche, il viaggio continuerà con la traversata di Santa Cruz e Chubut, due province argentine. Sia le zone a ridosso delle Ande che gli immensi altopiani patagonici di queste regioni sono scarsamente popolati. Grandi spazi desolati e brulli che Francesco attraverserà da solo, chiedendo ospitalità ai locali, anche se è equipaggiato con una tenda e un’amaca. “In modo da essere completamente indipendente”, ci racconta.
A Nord Ovest di San Carlos de Bariloche, in Chile, il viaggiatore attraverserà la regione cilena di Los Rios, ricoperta lungo le coste e nell’entro terra dalla lussureggiante foresta pluviale temperata Valdiviana, un ecosistema unico che vede trovarsi accanto bambù, felci, conifere e flora antartica. In queste aree ancora vivono i discendenti dell’etnia Mapuche, perseguitata e combattuta nei secoli dagli Inca e in seguito dai Conquistadores. Scopo di questa sezione sarà cercare di entrare in contatto con alcuni degli ultimi Mapuche e conoscerne cultura, usanze e tradizioni.
Poi si sposterà verso il deserto di Atacama, in Cile. La corrente marina proveniente dall’Oceano Pacifico, denominata “di Humboldt”, fa si che questa area sia di fatto la più asciutta e priva di vita del pianeta. Sempre in mountain bike attraverso sconfinati silenzi. Finalmente in Bolivia, e proseguendo ormai verso Nord-Est, la grande traversata del Salar de Uyuni, il deserto di sale più vasto del Pianeta Terra. Dodicimila km quadrati di solo sale, piatto e liscio come asfalto, a 3600m di quota, nel cuore delle Ande. Se logistica e direzione dei venti lo permetteranno questa sezione del viaggio vedrà l’utilizzo di un mezzo di trasporto alternativo: off-road skates e kite (versione terrestre del kite-surfing) per ‘veleggiare’ attraverso la salina.
Infine nell’ultima parte del suo viaggio intercetterà i fiumi Beni e Mamorè, e da questo momento si muoverà in canoa. “La bicicletta difficilmente rientrerà in italia. Forse – racconta – proverò a barattarla per un’imbarcazione locale”. Qui, per sopravvivere, dovrà pescare, “ma è una situazione completamente diversa da come siamo abituati. Potrò imbattermi in animali leggendari come anaconde e caimani”.
Per seguire l’incredibile viaggio di Francesco basta andare sul suo sito: www.esmeraldaexpedition.com.