“Trovarsi senza lavoro a 54 anni è difficile per tutti. Ma se per più di trent’anni hai lavorato nella stessa azienda è ancora più difficile! Ti sembra impossibile dover e poter cambiare.” Sandro Rapisarda ha iniziato così a raccontarmi del suo cambio vita. Mi ha accompagnato da lui Alba Cucco, una ex collega del Csi Piemonte, la scorsa settimana. Appuntamento al Pastificio Aldera Food, in via Massari 240/36 a Torino. “Ecco, lui è Sandro, prima gestiva una software house ora invece fa della buonissima pasta”.
Fatte le presentazioni Sandro mi spiega che era entrato in CSP nel 1980, appena diplomato, come programmatore, arrivando ad esserne, vent’anni dopo, l’Amministratore Delegato. “Quell’azienda era tutta la mia vita! Il mondo della consulenza e dello sviluppo software era il mio mondo! Sono cresciuto in azienda. Pensa che è stato il proprietario a pagarmi la Scuola di Amministrazione Aziendale nel 1986. Ero davvero orgoglioso di lavorarci. Ma tutto cambiò, quando nel 2012 il proprietario, ormai anziano, decise di vendere. In pochi mesi capii che non condividevo il progetto di sviluppo della nuova proprietà, così scelsi di andarmene”.
Andarsene per Sandro significò scontrarsi in primis con la moglie, preoccupata per le spese per i due figli ancora universitari, e poi, e soprattutto, con l’economia italiana in recessione ed un mercato del lavoro a lui completamente sconosciuto. “Fu duro. Scoprii velocemente che passati i 50 anni solo 1 su 10 si ricolloca, che le aziende ti percepiscono come un costo, non come un’opportunità. E l’incontro con Elserino Piol, imprenditore e manager di grande esperienza oggi impegnato in fondi di private equity e start up nell’ambito dell’information technology me lo confermò: siete così tanti a venire a trovarmi cercando soluzioni“,
Dopo quasi un anno passato a cercare di capire se il mercato avesse bisogno di lui ci fu il cambio di prospettiva. “Un amico mi parlò di un pastificio qui a Torino. Un’azienda creata nel 1976 che dopo i successi degli anni novanta si trovava in forte difficoltà. Pensai, perché no?” Ammette che da solo non avrebbe mai affrontato un progetto di rilancio così complesso, ma che un incontro provvidenziale lo rese possibile. “Con Marco Pennisi scattò subito qualcosa. Così come c’è l’amore a prima vista, così tra noi la scintilla della collaborazione professionale fu immediata. Lui veniva dalla finanza, io dal mondo del software. Insieme decidemmo di mettere le mani in pasta ed acquistammo Aldera food.” (www.alderafood.com)
Mi spiega tutte le difficoltà di questi primi due anni di attività: dagli investimenti economici a quelli di tempo ed energie per conoscere, comprendere, migliorare il funzionamento di un pastificio. “Per capire questo business ho dovuto entrarci davvero con mani e piedi. Per prima cosa ho assaggiato tutto, e poi sono stato in linea di produzione, con i nostri tredici dipendenti. Così mi sono accorto che la prima necessità era tornare alle ricette originali e poi sono venuti i miglioramenti e gli sviluppi, l’apertura di nuovi canali commerciali in Belgio e Germania, l’innovazione di prodotto”.
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Mentre mi mostra le macchine nella linea di produzione Sandro mi racconta dei loro clienti nella grande distribuzione, di come l’ordine arrivi tutti i giorni alle 12,30 e tutto debba essere confezionato e spedito entro le 17, poi mi presenta la nuova linea vegana già adottata dai Club Med e dai Doks Market. “Li produciamo anche per un distributore del centro-sud Italia a marchio Mangiosano.” Mentre mi parla dell’obiettivo dei tre milioni di euro di fatturato mi regala tre confezioni: agnolotti, plin e tagliatelle. Quando gli chiedo com’è cambiata la sua vita con sincerità mi risponde: “Sai, in questo momento lavoro il doppio e guadagno la metà, ma ho un progetto in testa, e mi piace! Ci credo! Fossi rimasto dov’ero mi sarei spento. Mia moglie è ancora preoccupata, i miei figli si fidano, forse fin troppo. Sono davvero ripartito da zero e sto imparando ogni giorno cose nuove, non ci sono bacchette magiche, si fatica, ma è stata la scelta giusta. Le soddisfazioni economiche arriveranno presto. Oggi quello che conta è costruire un nuovo progetto di vita”.
Salutandomi Sandro ci tiene a sottolineare che dall’esterno tutto può sembrare facile. “Molti possono pensare che per un Amministratore Delegato sia più facile ricollocarsi, ma non è così. Reinventarsi è impegnativo e faticoso, per tutti, ma merita!”
Grazie Sandro, concordo con te: ci sono sempre strade nuove da scoprire, così come nuovi sapori, ma sono al di là delle nostre paure, ed osare merita! Dimenticavo, ho assaggiato i plin, buoni, meritano anche quelli!
di Samantha Marcelli