Roberto Gandolfo da bambino sognava di diventare un inventore come Archimede Pitagorico, poi da grande dopo aver lavorato per più di vent’anni nel campo dell’informatica, stupendo tutti, a 43 anni ha cambiato vita.
“E sì, dopo anni passati a fare il programmatore, ho lasciato tutto. Non ero più soddisfatto del mio lavoro, mi sembrava di perdere tempo a fare, ogni giorno, le stesse cose. Non creavo nulla di nuovo e risolvevo solo i problemi nel software che si ripresentavano ciclicamente. E così ho iniziato a pensare che dovevo cambiare, ma, come accade a molti, non sapevo cosa fare. Ero un programmatore, da sempre, e pensavo di non saper fare null’altro”.
L’intuizione e l’idea di cosa fare gli arrivò da una semplice domanda della sua compagna di vita, Maria Teresa: “Un giorno lei mi disse – Sei bravo a massaggiare, perché non provi a fare un corso? – e cosi mi si accese la lampadina e mi dissi: Perché no!?!”.
Era gennaio 2013 quando Roberto si iscrisse a un corso e, dopo soli sette mesi, mentre ancora lo stava frequentando e non aveva nemmeno un cliente, diede le dimissioni. “Sentivo che quella nuova strada che avevo imboccato mi avrebbe portato dei doni preziosi. Ma mi ci dovevo dedicare davvero, con tutto me stesso”. E così, fatto il primo passo, terminati i 6 mesi di preavviso, tutto ha cominciato a scorrere con fluidità.
Roberto ha subito iniziato a mettere a punto una sua tecnica personale di massaggio e l’anno successivo ha aperto il suo studio a Gressan: “Ogni volta che massaggiavo sentivo che era importante fare tutte le manovre a tempo di musica. Ho iniziato a creare i primi movimenti unitamente a delle playlist mixate ‘ad-hoc’, e così è nata la mia tecnica, Il Tocco della Musica (un marchio registrato, ndr), che continuo a migliorare e perfezionare. Il mio è, come ho scritto nel mio sito iltoccodellamusica.it, il “Massaggio che non ti aspetti”. Aprire uno studio tutto mio fu il passo successivo per dare ancora maggior consistenza a questa nuova scelta di vita”. Poi vennero l’idea di attivare dei corsi di formazione per diffondere la sua innovativa tecnica, e di collaborare con altri centri in Italia e Svizzera.
Ad appoggiarlo in questo cambio improvviso, e senza alcuna certezza di introiti fissi, la sua compagna e i suoi due più cari amici. “Alle altre persone, compresi i miei genitori, non dissi nulla se non a cose fatte. Credo che quando si inizia un progetto totalmente nuovo, lo si debba accudire come se ci si prendesse cura di una piccola piantina: prima di esporla alle intemperie e ai venti contrari, è bene che abbia avuto il tempo di rinforzare le sue radici”.
I suoi clienti oggi sono i più diversi, da chi ha provato tantissime tipologie di massaggio e lo ha cercato per provare qualcosa di nuovo, a chi invece non si era ancora mai concesso un massaggio, e cresce anche il numero dei partecipanti ai suoi corsi.
Mentre mi racconta della gestione della sua attività è evidente che l’informatica ha lasciato tracce nella sua forma mentis: organizzazione, rigore, metodo, problem solving e anche creatività, ma quando parla dei massaggi ciò che spicca maggiormente sono la carica di passione ed energia che lo stanno accompagnando in questo percorso: “Massaggiare è connettersi, non ci sono parole, non ci sono sguardi, solo contatto e la musica che guida le mani. Il massaggio libera e apre nuove possibilità, e permette alle persone di vivere meglio tutta la loro vita”.
[scrollGallery id=114]
Tra i doni che questo cambio di vita gli ha portato ce n’è uno che Roberto ci tiene a raccontare: “Ho finalmente potuto fare il cammino di Santiago, 900 Km a piedi, partendo dai Pirenei per arrivare nel punto più a Ovest della Spagna, Finisterre, e incontrare l’Oceano”. E anche se Roberto riconosce che il Cammino è qualcosa che non si può spiegare a parole, ma solo vivere, subito aggiunge: “È stata l’esperienza più toccante di tutta la mia Vita. Sul Cammino si scopre la preziosità di ogni incontro, la bellezza dello scambiarsi un sorriso sincero, e il conforto di guardare il sole sorgere dopo aver percorso al buio i primi chilometri della giornata. E giorno dopo giorno, incontro dopo incontro, arrivi dove non avresti mai pensato di arrivare. E sperimenti che quando hai chiara in mente la tua meta, non serve a nulla correre e affannarsi per raggiungerla, anzi, è controproducente. Meglio fare piccoli passi, ogni giorno, apprezzando tutte le esperienze che il viaggio ti permette di vivere e in questo modo, non solo arrivi alla meta, ma ci arrivi felice”.
A chi non sa ancora cosa fare, ma vuole cambiare, Roberto ricorda che “è proprio quando senti di aver perso tutto, quando capisci di aver smarrito la strada battuta che devi affidarti davvero e avere fiducia nel tuo ‘sogno’, magari non unico, ma autentico”.
E come riconnettersi e trovare il proprio sogno? Ci sono molti modi per farlo: fare il cammino di Santiago o… andare da Roberto e provare “Il massaggio che non ti aspetti”.
di Samantha Marcelli