Claudia è un ingegnere. Si, lo è ancora. Perché come dice lei stessa essere ingegneri è una questione di forma mentis, non di mestiere. Eppure se le domandi di cosa si occupa ti dice qualcosa a cui non penseresti mai leggendo “quell’Ing” prima del suo cognome. Le chiediamo di raccontarci del suo ultimo progetto: “lo hai chiamato la grande avventura, perché?”
E così scopriamo che questa ingegnere che da bambina voleva fare l’ostetrica ora si occupa di svelamento, accostamento ed accompagnamento alla morte. Morte: la parola è pesante, spessa, riempie la stanza e cambia il ritmo della nostra conversazione. Ripartiamo così dal suo interesse per l’ostetricia: ci dice che non le piacevano i bambini, ma che l’affascinava la soglia tra il non essere e l’essere. Poi ci racconta del liceo classico, della laurea in ingegneria per una passione per l’informatica, dei suoi primi 10 anni da ingegnere nel settore del petrolchimico, del suo master in gestione d’azienda e poi della svolta, anzi della prima svolta.
A 35 anni qualcosa in lei cambia. Dopo aver osservato ed ascoltato per giorni alcuni colleghi alla macchinetta del caffè capisce:” pedine, numeri, fatturato, non voglio che questo sia il mio futuro”. Nel frattempo scopre il mondo delle cooperative che impiegano disabili e disagiati. Così il primo gennaio del 2002, nuovo anno nuova vita, lascia l’azienda e scommette su questo nuovo impiego: dirigere una cooperativa sociale. Saranno tre anni di grande impegno e creatività per trasformare ogni limite in risorsa. La crisi economica mette però a dura prova la cooperativa così lei inizia ad insegnare elettrotecnica in scuole superiori continuando a seguire come volontaria la cooperativa fino alla sua chiusura. Nel 2008 seguendo un corso per volontari ospedalieri un giorno conosce una counselor psicosintetica transpersonale che presenta la sua attività di accompagnamento alla morte. Ecco tornare il suo interesse per la soglia, questa volta tra l’essere e il non essere. Dice di non aver avuto dubbi “questo è quello che voglio fare”. Detto fatto, la sera stessa si iscrive alla Scuola Superiore di counseling di Torino.
E così da due anni Claudia Soave, anzi l’Ing. Claudia Soave si occupa di aiutare ed accompagnare le persone ad avvicinarsi, riconoscere, svelare e vivere questa soglia in modo più sereno. Sa che è difficile presentare e spiegare il suo lavoro. Eppure sa che è sempre più necessario farlo: la morte, sempre più medicalizzata, ha perso la dimensione naturale che fino a due generazioni fa aveva ancora. Oggi si rifugge la morte, la si evita, non la si considera, eppure è la meta, o secondo alcuni almeno una delle tappe, di questo viaggio che è la vita. Rifuggendo la morte si perde il senso della vita: si tratta di una soglia da riconoscere, ammettere ed interrogare, personalmente e nel contesto familiare e sociale ricostruendo ponti tra le generazioni.
Come counselor psicosintetica offre alle persone ascolto, sostegno, accompagnamento e presenza in questa “grande avventura” che è la vita, fino alla morte, e lo fa in modo soave, anzi “Ing. Soave.” A chi la guarda con stupore e sorpresa per questo cambio di professione lei anticipa che la prossima svolta sarà quella di mettere la tecnologia al servizio della spiritualità, di integrare i due mondi. Non aggiunge altro, ci sorride, e così ci diamo appuntamento al prossimo cambio vita.
di Samantha Marcelli
18 commenti
Il coraggio di cambiare per qualcosa di più Grande…
Grazie!
Grazie Samantha…i tuoi racconti sono veri…semplici da comprendere. .arrivano sempre diritti al cuore…come le storie che racconti..
Anime belle che si prendono cura con Amore di altre persone…con dedizione come l ing. SOAVE. .
Bello l’articolo e particolare il suo lavoro! Sai cosa mi affascina ? Vedere che ci sono ancora persone che cercano la propria dimensione, che non smettono di sognare e di cercare di vedere i propri sogni realizzarsi….. È fantastico e sarebbe bello se piu persone lo facessero….. Saremmo tutti più felici 🙂 Il Movimento è vita…..
Le vie del Signore sono infinite…sta a noi capire quale di essa dobbiamo percorrere!
Grazie
Mi sconvolgi!
se vado a fare il pastore desidero che tu narri la mia trasformazione
Bellissima storia che dimostra che logica e razionalità possono viaggiare insieme ai sentimenti e alla spiritualità… Grazie per l’articolo, spero che sia di ispirazione per molti! E complimenti anche per come è scritto: non è facile in questi argomenti non scadere nell’eccesso…
Cosa fanno i “counselor psicosintetici transpersonali”?
Ciao Vincenzo,
tanto per cominciare ti invio il link dell’associazione di categoria a cui faccio riferimento per la definizione di “counseling”… e a breve cercherò di specificare cosa fa un counselor psicosintetico transpersonale:
http://www.assocounseling.it/counseling/definizione-di-counseling.asp
Buona navigazione e a presto!
Un plauso a Claudia per la scelta coraggiosa e per il relativo insegnamento. Un grazie a Samantha , per avercene narrato.
Una testimonianza forte che ti arriva nel profondo; ma cosa spinge alcune persone a in cosi radicale cambiamento?
Ciao Teresa,
forse la tua domanda era retorica, ma rispondo ugualmente:
è quel senso di inadeguatezza, di mancanza, quella sensazione, che poi diventa certezza, che non sia tutto qui, che ci sia dell’altro, che siamo qui per altro… quando cominci ad ascoltare quella parte di te che conosce la strada non puoi fare a meno di seguirla, un giorno dopo l’altro, ovunque ti porti…
è insolito riuscire a parlare di morte “parola pesante e spessa” con tale leggerezza e anche con un sorriso.
Abbiamo tutti bisogno di ascoltare, leggere e condividere storie e narrazioni come questa…brave Claudia e Samantha.
Grazie!
Grazie per l”esperienza condivisa, che ci ricorda quale dovrebbe essere il senso della nostra vita. Qualcuno ha la forza di cambiare rotta: perché non farlo?
Storia incredibile e toccante, raccontata egregiamente da una professionista della comunicazione.
Scritto molto bene…una storia vera di” vita “vera..e ti assicuro che quando sarà tempo e ora …ti chiederò di scriverne x me un’altra altrettanto carica di vita vera…Brava! A te e all’ing. Soave.
Complimenti Samantha, brava come al solito in tutte le cose che fai. Sorprendi e fai riflettere.
Una storia toccante dove la protagonista,dopo un’attenta riflessione sulla propria vita,ha compreso quale fosse la strada che il suo cuore le suggeriva di seguire,decidendo così,con coraggio e determinazione,di mettersi in gioco ed investire le proprie energie alla realizzazione di questo bellissimo progetto.
Grazie
Grazie Samantha, il tuo articolo è “sinteticamente autentico”: conosco l’Ing. Soave, è proprio così come l’hai descritta, coraggiosa, chiara, determinata, “insolita” oserei dire. Un abbraccio a tutte e due!