Lorenzo sta per compiere 50 anni, la sua storia forse l’avete già sentita perché due anni fa è stato in TV, a Terra dei Cuochi, il programma su Rai 1 della Clerici. Ma ci sono storie che meritano di essere  raccontate più volte, e questa è una di quelle. Quindi cominciamo dall’inizio.
La scorsa settimana ero a Roma per tenere un corso su “Mindfulness ed agire professionale” e stavo selezionando un ristorante per il modulo “pranzo in consapevolezza”. Mentre aprivo la porta di Portorotondo, in via Oslavia 33 si è avvicinato un ragazzo, con una salopette in jeans ed un sorriso dolce e garbato “siamo ancora chiusi, ma posso esserle utile? Sono Lorenzo il sous chef”. Gli chiedo un menù vegetariano, mi propone due alternative. Scelgo quella con varie paste al Pesto di Prà . Affare fatto. È vicino alla sede del corso e mi piace l’atmosfera elegante e curata senza essere pretenziosa.
Torno il giorno dopo con la collega ed i dieci corsisti, nove donne ed un uomo,  tutti manager interessati a sperimentare la consapevolezza del qui ed ora per essere più felici e performanti  nella nostra società del multitasking. Mangiamo consapevolmente, poi, mentre siamo alla cassa, Lorenzo esce dalla cucina. Si accerta che ci sia piaciuto tutto  e mi chiede di cosa mi occupo visto il silenzio e la serena concentrazione che avevamo tutti durante il pranzo. Gli racconto del corso. Mi dice subito “interessante, sà anche io ero un dirigente. Facevo il giurista d’impresa, ed ora invece, eccomi qua, felice, a cucinare per voi.”
Stupita ed incuriosita gli chiedo se ha voglia di raccontarmi qualcosa in più per la rubrica “Cambio vita” di Kongnews. Accetta. Ci diamo appuntamento la mattina dopo, nel loro dehors. Ha davvero l’aspetto di un ragazzo, ancor più quando arriva con la sua Harley Davidson. Mi racconta subito dello scontro costante con il padre che da sempre lo voleva avvocato e della madre remissiva. Classica famiglia borghese, il Liceo classico, poi giurisprudenza e subito l’ingresso in un grande studio legale di Roma, grazie alle conoscenze del padre.
Il suo sogno di fare il cuoco messo in un cassetto, nascosto al padre, ma ben presente a lui. “Amavo stare in cucina, molto più delle mie due sorelle. Era un luogo protetto, dove stare con mia madre”. Un primo breve matrimonio con un’avvocatessa dello Studio, e mesi in cui al far teatro al lavoro seguiva il piacere di cucinare per gli amici della moglie. Poi, dopo il divorzio, la scelta di abbandonare lo studio per fare il giurista di impresa in una società di costruzioni. Un nuovo lavoro, una nuova vita: a 33 anni  si risposa, e anche se diventa padre per ben tre volte il matrimonio non supera la crisi del settimo anno.
Cresce professionalmente, diventa dirigente, ma appena può cucina per i figli, gli amici e le persone a cui vuole bene. Tutto procede quasi linearmente fino a quando arriva la crisi nel settore immobiliare ed edilizio. Lorenzo ammette che erano anni che qualcosa in lui era cambiato:. “Sentivo come un rifiuto a costruire operazioni e contratti che danneggiavano le  famiglie che investivano i loro risparmi per comprare una casa. All’inizio mi sentivo geniale, poi uno schifo.”
Quando l’azienda in cui è dirigente presenta un concordato preventivo lui, come legale interno, si trova costretto a licenziare decine di persone da un giorno all’altro. “Ero distrutto. Stessa sorte toccò anche a me. Inviavo curriculum che rimanevano tutti senza risposta, le società non assumevano più. L’ultimo colloquio lo feci a Milano, non avevo più soldi, non mi assunsero, il mio curriculum era troppo alto per la posizione ricercata. Tornando da Milano a Roma in treno piansi tutto il viaggio. Tornato a casa mi presi una sbronza epica”
La mattina dopo sceglie di far tesoro delle sue passioni e nonostante il mese passato come skipper in Grecia, sceglie di focalizzarsi sulla cucina. Inizia andando a cucinare a casa di amici, nel frattempo approfondisce e studia da autodidatta. “Le cene a domicilio andavano, ma avevo bisogno di confrontarmi ed imparare, di fare pratica.” Decide quindi di mettere da parte l’orgoglio e di proporsi nei ristoranti dove andava prima come cliente.”Ed ero un buon cliente”. Alcuni lo presero per matto, così come i suoi ex colleghi. “Due però mi diedero un opportunità come lavapiatti. Io accettai senza pensarci. Lavoravo in un ristorante la mattina ed in un altro la sera, non riposavo mai, il tutto per 30 euro al giorno e per me quella somma che prima era una mancia che lasciavo nei ristoranti per fare il fico era diventata una cifra importantissima.”
Diventa amico di Abdul, Samir, Mullah, tutti “Bangla” come li chiamano a Roma, tutte persone con un grande cuore che lo incoraggiavano quando lo vedevano stanco. “Per me era un modo per vedere come funzionava una cucina, entrare dalla porta di servizio in quei ristoranti dove prima entravo dalla porta principale.”  Un giorno un cuoco che scoprì la sua storia lo sfidò invitandolo a fargli vedere cosa sapeva davvero  fare in cucina. Nonostante la notte in bianco la prova andò bene e così inizio come aiuto cuoco imparando ogni giorno di più. A casa faceva le prove, ed i figli erano i suoi primi giudici implacabili.
Poi il casting per la Terra dei Cuochi con la Clerici. Mandò la domanda quasi per gioco. Piacque lui, la sua storia, la sua cucina. “Mi sembrava un sogno: le prove, le sarte che mi cucivano la giacca da Chef, conobbi diversi Chef stellati ed alla fine della trasmissione due di loro mi presero per degli stage nei loro ristoranti. Finalmente riuscivo a fare ciò che avrei sempre voluto fare: il cuoco.”
Ed oggi? Oggi i suoi  ex colleghi lo  chiamano ancora avvocato quando lo vedono, anche se è in cucina. I suoi figli, Ludovica, Filippo e Beatrice, sono orgogliosi di lui. Solo suo padre non si dà ’ ancora per vinto, o forse non lo ammette. Lorenzo è contento di quel che ha fatto: “Potevo stare a casa attendere l’assegno di cassa integrazione, o entrare in uno studio legale e mettermi a fare l’avvocato, mio padre forse lo ha sperato. Ma dato che si trattava di ricominciare volevo farlo consapevolmente, facendo qualcosa che mi piaceva e che avrei sempre voluto fare.”
Riconosce che non ha gli anni di esperienza di altri cuochi, ma sente la forza che gli viene dal vedere le persone gustare i suoi piatti, in primis i suoi figli. Mi fa leggere il menù del giorno: “Tagliolini su crema di zucchine con guanciale bottarga, fiori di zucchina e fave di cacao; Trancio di tonno con cipolla rossa in agrodolce; Mousse di fragola.”
Mi dice che deve andare perché ogni piatto richiede  il suo tempo e la sua attenzione. Prima di salutarmi mi confida il suo nuovo progetto: “Aprire un ristorante dove accogliere e far crescere chi ha volontà e desiderio, ma non ha i mezzi e le possibilità ”.  Poi mi sorride e mi dice: “La prossima volta portali da me i tuoi manager. In cucina non puoi distrarti, tutto è interconnesso. Lo stare qui ed ora è una necessità , avendo sempre chiara la visione dei piatti che stai creando.”
Raggiungo la collega in ufficio pensando che mi piace questa cucina di Lorenzo, è come la sua nuova vita: gustosa, felice e consapevole.
di Samantha Marcelli
2 commenti
Come amico è come ‘collega’ di alcune lezione di cucina insieme, non mi meraviglia che Lorenzo stia bruciando le tappe. Se lo merita e se lo meritano gli ospiti dei ristoranti che hanno la fortuna di averlo nelle loro cucine. È un esempio di chi non si arrende. La crisi, le difficoltà , gli ostacoli, per quelli come lui sono un opportunità e una sfida da cogliere. Touchè
Concordo.Questo è il nostro magico mondo….