“Mi piaceva il mio lavoro, ma non ero contenta. Per questo ho cambiato vita.
“Chiara Ronzani oggi ha 44 anni ed una nuova vita. L’ho incontrata a Lusiana, suo paese natale nell’Altopiano di Asiago, dove è tornata da poco. “E sì, sono sempre stata un’anima nomade, sono partita che avevo vent’anni e le mie valige sono spesso diventate veri traslochi! Ma proprio l’essere stata tanto lontana mi ha permesso di dare più valore a queste mie radici. E poi mi piace pensare che quando torni puoi portare tutto quello che di bello il mondo ti ha insegnato”.
Chiedo a Chiara di iniziare a raccontarmi del prima. “I miei genitori sono stati la base della mia crescita intellettuale, mi hanno spinto a vedere il mondo fin da piccola. Ho sempre voluto studiare più lingue così scelsi il liceo linguistico umanistico sperimentale. Poi partii subito per lavorare e studiare all’estero: tre anni tra Inghilterra, Germania e Francia. Rientrata feci per un po’ l’accompagnatrice turistica nel Trentino per entrare poi in piccole aziende come addetta back office e nel 1997 entrai in Diesel”.
Ecco il prima di Chiara: tredici anni in Diesel, di cui nove nella casa madre e quattro a Parigi. “Erano gli anni del grande boom per l’azienda. Io entrai occupandomi di customer service e arrivai a coprire ruoli di direzione. Passammo da 16 negozi di proprietà a 200. Era entusiasmante quel contesto internazionale unito ai contatti con personaggi creativi e stimolanti anche se ci sono stati sicuramente momenti difficili per poter emergere tra tante personalità”. Dopo avermi raccontato del suo amore per la Francia e dell’intensità dei suoi 4 anni a Parigi, scopro che dopo gli anni in Diesel nel suo “prima” Chiara è anche stata dirigente alla Levi Strauss. “Mi corteggiavano da più di dieci anni. Accettai nel 2010 con l’incarico di Senior Director Buying and Planning, un progetto complesso di centralizzazione di processi di acquisto e pianificazione per i negozi diretti. Questo comportava molti spostamenti ed un contatto costante con la casa madre a San Francisco per l’allineamento strategico. Dopo solo quattro giorni in azienda ecco la sorpresa: ero incinta.”
Una gravidanza inaspettata che porta gioia nella sua vita e logicamente anche grandi cambiamenti. “Con la pancia che cresceva e i viaggi in giro per l’Europa e America, presi la decisione di vendere la casa a Parigi per trasferirmi definitivamente a Bruxelles dopo la nascita di Agatha”. A Bruxelles si organizzò con casa ed asilo a dieci minuti a piedi dall’azienda.”Mi piaceva pensare che tutto fosse vicino, raggiungibile a piedi, velocemente. Il mio lavoro mi portava spesso lontana, l’azienda comunque era molto flessibile e permetteva di organizzarci per dare i giusti spazi anche alla vita personale. Purtroppo questa situazione cambiò quando tutti gli uffici furono trasferiti nella sede presso l’aeroporto con il rischio, per me, di passare ore nel traffico. Ore importanti che avrei potuto dedicare al lavoro o ancora di più alla mia famiglia. Questa complicazione si unì alla mia insoddisfazione e così presi la decisione: faccio un passo indietro, cambio vita!”
Mi racconta così della riflessione fatta in occasione del suo 40esimo compleanno. “Rientravo da San Francisco ed ero lì, sola, con un bicchiere di champagne in mano nella upperclass della Virgin Atlantics. Mi ricordo che la compagnia aerea mi fece pure un regalo, un braccialetto tribale fatto a mano. In quel volo feci un bilancio dei primi quarant’anni, mi piaceva tutto di quello che avevo fatto e costruito, ora però volevo prendermi il tempo per capire chi volevo diventare nei successivi 40 e così promisi a me stessa di viverli al meglio”.
Chiara lasciò quindi tutte le sue sicurezze. “Ero abituata ad avere ottimi stipendi e benefit. Lasciai tutto e nel giugno del 2013 rientrai in Italia, qui a Lusiana. Per un anno mi dedicai a consulenze e costruii un bellissimo progetto con un’azienda di ceramica, Rebirth, un progetto che rappresentava molto dei miei valori. Ad oggi sono ancora loro direttore artistico e creativo, ma in realtà quel tempo mi è servito per confrontarmi con me stessa. E non è stato facile come pensavo. L’abitudine ai ritmi serrati, all’agenda piena, alla gestione di tante persone, all’opportunità di delegare, al supporto. Mi ritrovavo d’improvviso in una dimensione sospesa, in un faccia faccia con me stessa, con un network costruito per anni, divenuto silente. Ammetto che attraversai momenti anche di forte angoscia”.
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Mi spiega così che al momento dell’uscita aveva negoziato con l’azienda un percorso di outplacement utile per ricostruire un progetto professionale. A seguirla fu Gabriella D’Andre’, Senior Consultant della LLH-DBM, che è stata tra le prime sostenitrici di questo nuovo business. “Tutto si è attivato dopo un incontro provvidenziale con un Naso, una persona che crea profumi. Sono entrata in un mondo che conoscevo appena e che si è rivelato ogni giorno più magico. Mi immaginai subito di poter far indossare alle persone l’alchimia del saper fare, il profumo del saper fare. Ho sempre ammirato i grandi mastri, testimonianza storica di passione, di amore, di bellezza espressa negli oggetti che creano. Mi piace immaginare che dentro ai loro ateliers, con le loro mani, il loro lavorare le materie prime, si sprigionino fragranze uniche che ne raccontano la personalità, lo spessore umano, la simbiosi tra fare e divenire. Molecole che svolazzano nell’aria e si insinuano nella nostra vita per riportarci in questo spazio magico, dove il tempo si ferma mentre fuori tutto corre veloce”.
Così nel 2015 è nato Extrait d’atelier, www.extraitdatelier.com. La collezione propone già 3 eau de parfum – Maître Couturier, Maître Chausseur, Maître Joaillier- in vendita on line in Europa ed in negozi specializzati, al momento, in Italia.”Ma il 2016 sarà l’anno dei mercati internazionali”. Chiara mi mostra le tre confezioni, ognuna caratterizzata dal simbolo che rappresenta il mestiere. Sono davvero uniche! Poi mi guida nel riconoscere ed apprezzare la differenza e le particolarità delle fragranze. Nel frattempo arriva sua figlia Agatha, che a maggio farà 5 anni, e così scopro che tra loro si parlano in francese. “È ottimo per entrambe, è un modo per rimanere aperti, curiosi e vivaci intellettualmente, mantenendo anche un legame con la Francia, paese che continuo ad amare”. Poi ci raggiunge anche il suo compagno, Paolo Polloniato, “artista di mestiere”. Si conoscevano da sempre, ma galeotto fu il loro incontro a Parigi e lui è stato un punto fermo in questa suo cambio vita.
Prima di salutarmi Chiara ci tiene a sottolineare che è consapevole di non avere più nulla di quello che aveva prima, ma finalmente può esprimere se stessa e la propria creatività. “Mi piace ripetere che la realtà la costruiamo noi. In parte lo pensavo anche prima, ma ora lo vivo ogni giorno, e questa vita è davvero la mia vita, in linea con la mia vera identità.”
Grazie Chiara. Sono d’accordo: “Nel caos, fare ciò che amiamo ha un buon profumo”.
di Samantha Marcelli