Vittoria ha solo 37 anni, ma ha già una nuova vita. Nessun “miracolo” però, per costruirla ha dovuto metterci impegno e dedizione costante. “Ed ogni giorno la sfida continua, in ogni momento creo questo mio benessere”. Vittoria inizia così a raccontarmi di sé e del suo cambio vita. Un cambio davvero totale: di lavoro, di nazione, ma soprattutto di concezione del mondo e della vita.
Ieri Milano, oggi Bali. Ieri visual merchandising per grandi marchi, oggi life coach. Ieri limitata dalla sua fibromialgia, oggi potenziata e risvegliata dalla sua fibromialgia, diventata asintomatica. “E’ vero, ho cambiato tutto, proprio tutto, ma era necessario farlo. E questo grande cambio lo devo alla mia sofferenza, fisica e mentale. La fibromialgia è stata ed è un costante campanello che mi tiene attenta e consapevole delle mie scelte, un campanello che mi ricorda di amarmi ogni giorno e che non posso permettermi di ignorare. Se lo facessi ricadrei in quel dolore nel giro di poco tempo. Eh si, perché la fibromialgia ti obbliga a prenderti cura di te sotto ogni punto di vista”.
A 18 anni i medici le dissero che si trattava di una malattia cronica ed incurabile. I suoi genitori e familiari erano disperati perché sembrava davvero non ci fosse via d’uscita e lei era costantemente sofferente e piena di rabbia, rabbia che aumentava sempre di più a causa di quei dolori “itineranti” che non la lasciavano mai in pace. “Non ricordo un giorno senza dolori. Vivevo grazie a farmaci e psicofarmaci. A vent’anni accettai persino di sottopormi ad un’operazione maxillo-facciale. I medici dicevano che mi avrebbe tolto il dolore attribuito alla mal occlusione della mandibola. Il dolore rimase, ma il mio volto cambiò per sempre e per due anni non riuscii a guardarmi allo specchio. Era come se avessi perso la mia identità. Non era il mio volto. Non ero io. Ma avevo una grande forza di volontà già allora e così mi diplomai allo IED e specializzai all’Istituto Italiano di Fotografia. Poi venne il lavoro come visual merchandising per H&M, Versace, Burberry e Furla. Ne ero entusiasta, era il lavoro perfetto perché viaggiavo tantissimo, ma, ahimè allo stesso tempo mi stancavo moltissimo”.
Di quella vita di prima mi racconta le tante bugie: “nessuno sapeva della fibromialgia, non volevo che mi compatissero, che mi vedessero come una vittima. Volevo essere considerata normale. I dolori arrivavano all’improvviso e mi devastavano. Chissà quante persone hanno pensato che in realtà fossi solo una scansa fatiche! Ma a me andava bene così. Certo non era facile, ma resistevo. Poi tutto crollò quando, scoperto di essere incinta, interruppi gli psicofarmaci per tutelare il bambino. Un’interruzione brusca, con conseguenze pesanti. I dolori ricomparvero e mi annullarono. Persi in un solo colpo il bambino, il fidanzato, ed anche il lavoro. In azienda dissi che era labirintite, e dopo tre mesi di malattia mi comunicarono che loro avevano bisogno di persone sane, e mi offrirono un’uscita incentivata con la mobilità. Accettai, e da lì a poco iniziò la mia nuova vita”.
Mi svela che per prima cosa imparò a non mentire, in primis a se stessa. “E da lì tutto cambio davvero. Affrontai me stessa e la mia malattia per quello che davvero era: un mal di vivere. Indagai, studiai e mi misi alla prova nella verità. Da dove venivo? Dove andavo? Cosa volevo davvero? Tante domande. Tanto impegno nel non mentirsi. Fatto questo iniziai a vivere una nuova vita. Alimentazione sana, esercizio fisico, meditazione, nuove convinzioni potenzianti, respirazione consapevole e un lavoro introspettivo molto duro alle volte, ma davvero illuminante che mi permise di riappropriarmi della mia vera identità e di riscoprire la vera Vittoria”.
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Tutto si mosse velocemente ed in sincronia: tanti corsi, studi, ricerche, mentor, il suo diploma come Life Coach LUCE® ed i viaggi in oriente, dallo Sri Lanka per dedicarsi ai bimbi di un orfanotrofio dell’ordine di Madre Teresa di Calcutta a Bali ed alla Thailandia dove scoprì la vita dei nomadi digitali. “Tutto accadde grazie ad un incontro in spiaggia con un ragazzo: mi raccontò della sua vita da nomade digitale e degli spazi di co-working. Che sorpresa! Erano persone che come me adoravano viaggiare ed avevano trovato il modo di farlo facendo lavori che amavano. Mi convinsi subito che era il mio futuro perfetto e decisi di impegnarmi per renderlo presente il prima possibile. E sentii che Bali era il luogo in cui volevo tornare per starci. Così dopo i corsi di LUCE®, con Lucia Giovannini e Nicola Riva, che mi avevano reso capace di andare oltre i miei limiti e di aiutare gli altri a fare altrettanto, era venuto il momento di entrare nel mondo del web per aiutare chiunque da ovunque. Ecco la mia nuova vita: niente certezze, ma tanto entusiasmo, passione e determinazione”.
Da lì a pochi mesi Vittoria creò la sua pagina Facebook ed il suo sito, con un blog: una vetrina perfetta per una life coach che lavora i esclusivamente via web con sessioni di coaching via skype e corsi on line. Di questo lavoro ora ci vive ed è davvero felice di farlo!
“Poter aiutare le persone a stare bene, a livello di corpo, mente e spirito, era il mio desiderio più grande che ora è diventato realtà. Bali ora è la mia casa, ma viaggio molto ed in Italia ci torno sempre volentieri anche per incontrare di persona i miei clienti. Eh si, perché molti di loro, non ho ancora avuto il piacere di abbracciarli di persona. Ora sono in Italia per preparare la conferenza “Il Viaggio dell’eroe” – verso la libertà che ognuno di noi merita, che ho organizzato per il 10 settembre a Milano. Sul palco con me ci saranno persone che sento essere in sintonia con il messaggio che voglio dare al mondo: Oscar di Montigny, Diletta Marabini, Claudio Pellizzeni e Paolo Gallo, ed alcuni dei miei dreamers, le persone che come coach sto seguendo. Sarà un evento unico in cui scoprire come altre persone, oltre a me, hanno saputo trasformare la loro sofferenza in determinazione, il loro fallimento in opportunità, il loro disagio in forza, le loro malattie in crescita e voglia di fare la differenza nel mondo.”
Oltre ad invitare tutti alla conferenza, Vittoria ci tiene a condividere 4 suggerimenti di buone letture per l’estate che hanno fatto la differenza nella sua vita: “Il Monaco che vendette la sua Ferrari di Robin Sharma, Microsoluzioni di Caroline Arnold, I 4 accordi di Don Miguel Ruiz e l’immancabile Tutta un’altra vita di Lucia Giovannini”.
E quando a proposito di libri le chiedo se ne scriverà uno lei, ammette subito che il primo capito del suo libro l’ha già scritto, ma che per terminarlo ora ha bisogno di fermarsi e prendersi del tempo tutto per sé. “Ma lo scriverò sicuramente. È tra le mie priorità perché a me la condivisione ha salvato la vita e da quando condivido ho visto tanti miracoli accadere. Lo dico sempre a tutti: la condivisione ti salva la vita! Quindi meglio condividere!”
Grazie Vittoria, ci vediamo il10 settembre…e condivido!
di Samantha Marcelli