Il prima. Edoardo Forno fin da bambino aveva sognato di fare un lavoro all’aperto e a contatto con la natura “Vero, non ho mai amato molto la scuola, mi annoiavo con tutta quella teoria. A me piaceva la manualità, il mettere in pratica. Per questo ho scelto la Triennale in Scienze e Tecnologie Agrarie, mi sembrava la soluzione migliore per unire lo studio e lo sporcarsi le mani. Nel frattempo ho sempre lavorato. Una delle esperienze più particolari che ho fatto è stata quella come autista soccorritore per la Croce Verde.”
Un lavoro sicuro. Poi è arrivato il lavoro all’aeroporto di Caselle Torinese. “Era vicino a casa, comodo e sicuro. Ho iniziato come manovale addetto al carico e scarico bagagli mentre frequentavo l’ultimo anno di università. e poi sono diventato rampista. Mi piaceva come lavoro, ed ero anche abbastanza bravo, ma non era qualcosa che desideravo fare per sempre.”
Il desiderio. Quello che Edoardo non sopportava, e non ha problemi ad ammetterlo, era dover avere un capo. “Non ho mai avuto problemi, ho sempre fatto quello che mi veniva chiesto, ma desideravo fare qualcosa di mio. La mia testa non smetteva di pensare: cosa potevo fare per unire le mie passioni per la natura e l’aria aperta ed il lavoro? Perché la sicurezza è importante, ma non è possibile fare tutta la vita qualcosa che non ti rende felice.”
La forza delle relazioni. Ma insieme al suo io volitivo la chiave del cambio vita di Edoardo sono state le persone intorno a lui. “La verità nel mio cambio vita ci sono tanti grazie da dire. Perché se non fosse stato per le persone splendide che ho intorno, a partire da Valeria, la donna con cui condivido la mia vita ormai da sette anni, dalla mia famiglia e dalla sua, io sarei forse ancora lì, tra le gli aerei dell’aeroporto di Torino Caselle. Perché anche se vogliamo fare tutto da soli in fondo sono le sinergie che ci cambiano la vita. E la natura in questo senso è la migliore delle insegnanti: nulla è separato dal resto, e ciò che fa bene a tutti è la cosa migliore”
Il vecchio Mulino. Le tante idee di Edoardo hanno infatti trovato forma quando vedendo l’antico mulino del 1600 a Rocca Canavese appartenente alla famiglia di Valeria ogni dubbio è scomparso. “Fin dal primo giorno in cui ho visto quella struttura ho visualizzato quello che da tempo ormai sognavo di fare. Ed anche se c’erano dei lavori da fare per renderla utilizzabile non mi sono fatto spaventare. Il Mulino è il luogo dove sto realizzando passo a passo la mia nuova vita, con Valeria, che nel frattempo si è anche trovata disoccupata perché l’azienda per cui lavorava è fallita.”
A partire dalle api. Per ora al Molino di Montiglio fervono i lavori di ristrutturazione e pulizia ed insieme a Edoardo e Valeria ci sono le loro api. “Stiamo sistemando tutto, ed io mi sto occupando anche dei terreni attigui e del recupero dei boschi abbandonati da anni. I piani per utilizzare al meglio gli spazi sono tanti fino ad arrivare al progetto di riportare in vita le antiche potenzialità del mulino, per produrre farina macinata a pietra, energia idroelettrica, e far riscoprire le antiche arti e mestieri grazie ad una vera e propria fattoria didattica, ma per ora la chiave di tutto sono le api. Ho imparato ad amarle e prendermene cura da uno zio di Valeria. E dato che oggi le api stanno scomparendo partire da loro mi sembra anche la cosa più giusta. Loro mi danno di che mangiare ed io me ne prendo cura, e così faccio anche qualcosa per assicurare l’impollinazione di fiori e piante e mantenere l’equilibrio del nostro ecosistema. Un vero vinco vinci.”
Sinergie. E questo sistema di sinergie che caratterizza il cambio vita di Edoardo è qualcosa che lui vuole condividere e diffondere. “Aspettando di realizzare il progetto della fattoria didattica nel Mulino avremmo potuto limitarci a vendere il miele o gli altri prodotti derivati come propoli caramelle, cioccolata, cera. Ma il mio sogno, anzi il nostro sogno, è più grande. Ispirati dalle api e dal loro modo di vivere insieme negli alveari, abbiamo creato qualcosa per far vivere a tutti l’esperienza del collaborare per un fine più grande. Come? Partecipando ad un crowfunding proprio per le api, per salvarle e per godere dei loro prodotti, naturali e sani. Il sistema prevede che ogni persona, andando sul sito, possa adottare delle api, ossia una parte di un alveare, ricevendo in cambio dai prodotti classici ad alcuni super diritti: come quello di dare il nome alla regina dell’alveare. Ognuno può scegliere quanto investire: da 5 euro in su. Il progetto si chiama #beabee. Sembra una cosa piccola ma proprio il mondo della api insegna che sono le piccole cose a creare i grandi cambiamenti. E quindi ì vero che è solo un inizio, ma ci sembra un buon inizio.”
Grazie Edoardo, grazie Valeria. Concordiamo! E’ un ottimo inizio. Ci piacciono molto il vostro Molino di Montiglio, le vostre api e questo vostro desiderio di creare sinergie ed impollinare il mondo. Passeremo a trovarvi, sicuramente, ma prima ancora andremo a scoprire #beabee.