Io il mondo delle auto lo ho da sempre annusato, fin dai tempi della laurea mi ci sono immersa con la mia tesi per poi finire a guadagnarmi anche grazie a questa, il mio primo lavoro proprio a Wolfsburg, dove le Volkswagen le producono. Nella mia tesi mi ero focalizzata su come i venditori vendono le auto e se utilizzano la comunicazione verbale e non verbale per il Brand Positioning. Da qui il mio interesse nel cercare di capire se oggi vendere una Tesla richiede skills diverse e se il lavoro del venditore d’auto cambia come cambiano e cambieranno molti altri lavori. Il mio #connectingthedots è stato alquanto semplice: #passioneauto #passionevendita #passionedigitale #fandiElonMusk #AI e quindi: test drive Tesla!
Prenotare un test Drive con Tesla è come fare la coda alla 5th Ave a Manhattan il giorno in cui esce il nuovo I-phone, però di senti “smart” allo stesso modo: attese virtuali infinite ma del resto mica stai chiedendo di fare un test drive con una Punto!
E per farlo cosa faccio? Googlo “test drive Tesla” ovviamente! E siccome quando cerchi su Google qualsiasi cosa, uno 007 probabilmente ingaggiato da Google o lo stesso Zuckerberg ti stanno “spiando” (per alcuni che soffrono di sindrome da Grande Fratello parrebbe così), mi arriva anche una bella e-mail sulla nuova I-Pace Jaguar. Valida alternativa alla Tesla Model 3 penso io, anzi, lo pensavo, prima di capire che qui il prezzo parte da 80.000€ contro i 57.920€ della Tesla long range (con optional interni bianchi davvero chic e antimacchia). Se poi vuoi il “gadget imperdibile” pacchetto self driving del tipo “Kitt, parcheggiati da sola”, con 6.700€ puoi sentirti come David Hasselhoff (indiscrezioni dicono che possa diventare anche più caro quindi forse è il caso di prenderlo ma in un secondo momento per non perdere i 4.000€ di incentivi statali previsti). Facendo due conticini sul risparmio una Tesla non costa più di una Passat in leasing. In questo Gioia (chi è Gioia lo scoprirai tra poco) è stata bravissima a farmelo capire al volo. Vuoi tenere i costi di ricarica monitorati? Con NEOGY puoi installare una bella colonnina ad un Prezzo one shot di circa 1800€ iva inclusa per 7,4kW a casa e con una flat rate di 75€ al mese carichi il tuo gioiellino di Intelligenza Artificiale quanto vuoi, allora davvero i conti sono presto fatti! Insomma, io un pensierino per il “mobile digital-artificiale” ce lo faccio ma prima devo convincermi a cambiare il mio stile di guida. Detto fatto prenoto i miei test drive.
La differenza tra imparare da zero e dover disimparare. Vorrei fare subito una precisazione: Marco vende Jaguar e Gioia Tesla. Marco è stato bravissimo ma c’è un piccolo “ma”. Marco ha 35 anni, ha sempre venduto auto, ed è la prima volta peró che vende un’auto elettrica (un po’ come chi pasa da un PC ad un Mac). Giada di anni invece ne ha 25, è una sorta di nativa digitale o meglio, nativa delle Self Driving Car, perché lei ha sempre e solo venduto Tesla e prima offriva i pasticcini a chi la comprava. Gioia non ha dovuto disimparare come si vendevano prima le auto, quelle normali, Giada ha sempre e solo venduto una Tesla, e Tesla è una cosa diversa, non è una semplice macchina.
E-Pace e Droni a supporto delle ricariche. Volevo partire dalla crosta, inizio sempre da lí quando mangio una pizza: mangio prima quello che mi pare meno gustoso e poi arrivo alla farcitura. Quindi, prima test drive I-Pace e poi il mio piccolo sogno da “curiosa digitale”: la Tesla Model 3. Marco ha circa 35 anni, ed è la prima volta che si ritrova a vendere un’auto elettrica come la I-Pace. Proprio come chi è abituato ad un PC e si trova in mano quella cosa che è un Mac rimanendo letteralmente sopraffatto dalla sua semplicità: per usarlo devi resettare quello che sai del PC o almeno così credo io. Ci sta provando, ha voglia di imparare ma si rende conto che le sue competenze non bastano “Devo saperne anche di batterie, risparmi, gestione delle app, mi piace, ma mi rendo conto di dovermi formare, dovrei avere l’auto io stesso, per capire le preoccupazioni del cliente quando pensa di rimanere a piedi perché non riesce a ricaricarla”. E bravo Marco! Mette al centro il cliente, già ottimo il suo punto di partenza. Si mostra paziente, mi lascia anche registrare la nostra chiacchierata (materiale interessante per un possibile Podcast!).
“Marco, ma se rimango a piedi senza batteria sulla A22 che faccio?”. Mi indica il bottone SOS: “Arriva carro attrezzi termodinamico”. Ah, rispondo io delusa: “Meglio sarebbe se io potessi schiacciare SOS e arriva un drone che mi spara da sopra un po’ di batteria, che ne dice?” Marco ride, mi sta simpatico:“Sarebbe una buona idea!” Dice. “Tutto quello che possiamo immaginare, possiamo anche inventarlo è così dai tempi di Star Trek, vedrai” Aggiungo io.
Un parcheggio Self Drive per collezionare Vaffa mattutini. Arriva il momento del parcheggio con Self Driving. Jaguar non riconosce i parcheggi a destra. “Che le auto elettriche siano di sinistra?” Mi sorge il dubbio mentre sorrido e lo penso ad alta voce. Ecco che proviamo a parcheggiare (a sinistra) dopo aver fatto inversione per dare alla I-Pace il parcheggio dal suo lato preferito. Ci ho messo 3 Minuti! A Roma credo che dopo 30 secondi se non ti sei infilato in un parcheggio sei già stato accartocciato in un qualche buco sul marciapiede in seconda fila tipo autoscontro e ti sei preso un centinaio di vaffa (contro una donna non userebbe nessuno maniere più forti credo, vai tu a spiegare a quel tipo isterico che non sei tu a guidare ma la tua Jaguar! Ti immagini il commento? Io sì ma in questo contesto sorvolo un ulteriore approfondimento). Sulla parte Self Driving, cara Jaguar, devi lavorarci un pochino, nonostante sia donna, sono decisamente piú veloce della tua I-Pace!
Venditore d’auto o ingegnere informatico? Oggi un venditore di auto elettriche e di quelle che saranno Self Driving car (o parzialmente già lo sono) deve essere un ingegnere? Dopo la mia recente esperienza oserei dire di sì. E non solo: anche informatico (per gestire tutte le App e il valletto che ti parcheggia da solo l’auto tramite cellulare), psicologo (per gestire le ansie di chi ha paura a rimanere a piedi sulla A22), biologo ambientale (per la questione risparmio energetico) e un pochino filosofo (per tutti quelli che sono gli aspetti etici e di responsabilità), aggiungiamoci un pochino di commercialista e fiscalista (per illustrare il risparmio economico). Una brochure del produttore ed un corso E-learning certamente non bastano per qualificare o riqualificare i venditori che oggi devono vendere una Tesla ma neppure una E-Pace, la nuova “ambientalista elettrica” della Jaguar. Seguo molto il mio mito visionario Elon Musk e non potevo esimermi dal toccare e provare con mano (e piede) quella che per una comune mortale come me potrebbe essere un’auto accessibile: la nuova Model 3 (non quella da guerre stellari con gli alettoni per capirci – una mia amica ce l’ha, ma lei di certo non ci va al centro commerciale).
Tesla e la “Gioia” di partire da una App. Quando prenoti un test drive ti immagini di sederti al volante di un’auto, magari pure fighissima con quegli alettoni che si aprono e tu, in quel preciso istante, pensi che al centro commerciale ci devi mettere una pietra sopra, con il cavolo troverai infatti tre posti vicini per uscire dalla tua navicella di guerre stellari! La customer experience inizia dalla App. L’esperienza inizia dall’Online, anche se tu sei fisicamente davanti al tuo piccolo desiderio tecnologico. Ancora una volta i miei #connectingthedots mi rimandano a quanto è diventata fluida questa benedetta relazione con il cliente. Per Online e Offline non ci sono neppure spazi e tempi dedicati, è tutto continuamente fluido, ci pensi? Comunque, Gioia, una super ragazza, trendissima e super tech in tutto, oserei dire anche nell’abbigliamento, mi mette sotto il naso il suo Smartphone e mi dice: “Ok, iniziamo a prendere dimestichezza con la tua Tesla”. Alla parola “tua” (con il “tua” mi sento già un pochino più giovane, molto american lo ammetto) ma soprattutto mi viene già un brividolino lungo la schiena pensando che davvero potrebbe essere “mia”.
In effetti la Tesla dentro non ha nulla: chissà, forse perché meno cose vedi della tecnologia e meno ti sembra complicata. Il cruscotto è vuoto, nemmeno un soprammobile di Elvis che va su e giù con la testa (quando carino sarebbe il connubio digital-vintage? Ok, scherzavo), niente numeri, niente livelli di benzina, solo un volante, due Joystick e un mega schermo dove posso vedere anche Netflix” Ovviamente quando sono costretta ad aspettare quel paio di ore di ricarica di cui avrei bisogno, penso io tra me e me per non offendere l’euforia tecnologica sul mood del “vivre electric” che Gioia sta spiegando con grande convinzione. Gioia è nativa digital electric: uno di quei venditori che con l’elettrico e il Self Driving ci sono nati e quindi devono solo muovere il ditino sul Joystick invece che usare il cambio o la frizione e con le prese e i cavi ci sanno anche fare, probabilmente gli stessi che staccano e attaccano per passare dalla Playstation alla TV come fa mio figlio di nascosto. Gioia mi fa fare uno shift mentale: non è che pure guidare l’auto di domani necessita di un modo di vivere l’auto totalmente diverso?
Perché Elon non ha pensato a Apple Play? Perché tanto le mani potrai usarle, mica devi guidare e smanettare con il cellulare che tra l’altro è vietatissimo! Perché non puoi andare più veloce? Perché la sicurezza è al primo posto! Perché percorrere un tragitto dovendo pensare che devi pure fare le tappe che ha pensato Tesla per te? Perché hai la libertà di pensare ad altro, perché del tragitto non ti devi preoccupare, perché piuttosto pensi alla tua presentazione di lavoro, al tuo articolo da scrivere, al tuo prossimo libro, al panorama che ti scorre davanti e perché Gioia ti spiega pure il risparmio economico che avrai e quindi con il Leasing e con gli incentivi statali ti bastano circa 300€ al mese e sei già nella realtà del tuo sogno digital-romantico.
Tesla non è un’auto, come Apple non è uno Smartphone, è un modo di vivere diverso, il Mindset dentro la tecnologia. Tesla ti costringe a fare le pause che dice lei, o forse ti costringe a viaggiare più lento e a goderti di più il tuo tempo. Non lo so, dipende da come la vivi. So solo che una come me, che non sopporta qualsiasi tipo di costrizione, quasi quasi inizia a vedere le tappe ai Supercharger di Tesla non come un limite ma come una opportunità. Ci devo ancora pensare, ero partita prevenuta rispetto ad una tecnologia che ritengo non essere al passo con le infrastrutture ma ho iniziato a vederla sotto un altro punto di vista. Questa esperienza ha toccato il mio Mindset e ho visto anche che chi le vende queste auto o in quel Mindset ci è nato oppure farà molta ma molta fatica a venderle, ma ancora una volta, sarà il mercato che deciderà chi e cosa vincerá la partita delle Self Driving Car.
Per il momento e a mio modesto parere, senza nessuna ambizione di sostituirmi a sua imminenza Quattroruote che di parametri di valutazione ne ha ben altri, il mio risultato per questo giro è: Tesla 1 Jaguar 0. Succo condensato del mio #connectingthedots ed il lavoro di domani: “Caro venditore d’auto, mi sa proprio che ti tocca disimparare tante cose vecchie ed imparare un bel po’ di cose nuove, ma forse potrebbe essere anche divertente!”
2 commenti
Buongiorno
la Jaguar elettrica è la I-Pace e non la E-Pace.
Buonasera la jaguar totalmente elettrica è la Jaguar I-Pace e non la E-Pace.
Prima di scrivere un articolo del genere magari informarsi su quale modello è concorrente della Tesla non sarebbe stato male