50 miliardi di euro di investimenti entro la fine del 2020 per la digitalizzazione delle imprese europee, in particolare start up e Pmi. E’ l’obiettivo dell’iniziativa del 2016 “Digitalizzazione dell’industria europea”, uno dei progetti lanciati dalla Commissione Ue per stare al passo con le evoluzioni tecnologiche che stanno portando a un’industria 4.0, cioè sempre più automatizzata. A comunicarlo è Confesercenti in una nota.
L’industria 4.0. Consapevole dell’importanza del sostegno all’innovazione nell’Ue, la Corte dei Conti europea ha avviato un audit per verificare se Bruxelles stia mettendo in campo un aiuto efficace per la digitalizzazione delle industrie degli Stati membri. “Ci si attende che entro il 2025 – spiega Iliana Ivanova, membro della Corte responsabile dell’audit – vengano fatti notevoli passi in avanti verso l’industria 4.0. Le imprese di tutta l’Ue, in particolare le Pmi, dovrebbero prepararsi ad adattare le loro modalità di lavoro tradizionali alla nuova tecnologia digitale”. L’audit passerà al vaglio i progetti europei per la digitalizzazione in vista della pubblicazione di una relazione finale nel 2020.
Gli investimenti. L’industria 4.0 utilizza la tecnologia digitale per connettere persone, cose e processi in tempo reale. Questo processo cambia radicalmente la fabbricazione e il modo in cui si fa impresa ed aggiunge valore tramite maggiore velocità ed efficienza. Per stare al passo, le imprese di tutto il mondo dovranno trasformarsi e ciò richiede notevoli investimenti. Quanto allo sviluppo digitale, nell’Ue vi sono ampie disparità tra regioni e settori, che vanno da oltre il 63 % nella programmazione informatica al 4 % nelle costruzioni. Le Pmi costituiscono il 99% di tutte le imprese, ma meno di un quinto di esse è altamente digitalizzato. Bisogna incoraggiarle a digitalizzare i loro processi di lavoro, in quanto spesso non dispongono delle risorse necessarie per far fronte da sole alla sfida della transizione digitale.