“Oggi è più difficile e interpretare la realtà perchè usiamo categorie culturali ormai superate”. In questo modo Marco Mayer, Direttore del Master in Intelligence e Security della Link Campus University di Roma, ha avviato la sua lezione in videoconferenza da Firenze al Master in Intelligence dell’Università della Calabria, diretto da Mario Caligiuri. Il docente – si legge in una nota – ha poi affrontato le attuali vicende internazionali e, in particolare, ha approfondito tre fattori concomitanti. Il primo è relativo al nuovo atteggiamento dell’Amministrazione Statunitense in cui Trump ha privilegiato i rapporti bilaterali e non il dialogo con Ue, Nato per non parlare delle altre organizzazioni internazionali.
Gli Stati Uniti hanno sempre oscillato tra isolazionismo e interventismo, ma Trump ha cambiato lo stile politico e diplomatico introducendo un approccio volubile che ha determinato incertezza e talora sfiducia negli interlocutori. Non é una novità assoluta, ma la comunicazione internazionale é stata troppo piegata ai sondaggi interni. Gli stessi limiti degli organismi di Intelligence sono stati evidenziati senza una chiara visione per la loro riforma. La retorica contro red tape e Deep State molto chiara, meno la risposta su come migliorare l’efficienza dei servizi rispetto alle nuove sfide. Le critiche peraltro giustificate ai numerosi profili impropri dell’espansionismo commerciale della Cina avrebbe forse avuto più efficacia se esercitare in una dimensione euro-atlantica.
Il secondo elemento – si legge nella nota – è rappresentato dalla posizione internazionale della Cina decisamente più assertiva sul piano internazionale. Il terzo fattore consiste nell’attuale recessione economica che si accentuerà con il Covid-19. Per Mayer queste circostanze “creano un’elevata fragilità sia per l’Ue che per l’Italia. La guerra commerciale tra Usa e Cina, nei prossimi mesi, potrebbe accentuarsi anche a causa delle elezioni presidenziali americane di novembre e questo inevitabilmente condizionerà le dinamiche delle relazioni internazionali.
Il profilo sanitario del virus. Il docente ha poi analizzato il profilo sanitario del Covid-19 sotto tre aspetti: la velocità di trasmissione del virus; l’incapacità di avere dati e numeri certi di chi è effettivamente contagiato senza sintomi; ed, infine, l’assenza del vaccino e i tempi necessari per produrlo, testarlo e commercializzarlo, precisando che “le tempistiche del virus sono molto più veloci dei tempi delle istituzioni democratiche e non”.
I tempi di diffusione del virus. Il 17 novembre 2019 – osserva Mayer – è stato censito il primo contagio a Wuhan, che è rimasto taciuto fino al 31 dicembre 2019 quando ne è stata data comunicazione ufficiale, ma errata e sottovalutata a Oms. Il vero e proprio allarme e le misure di emergenza sono state attivate solo il 23 gennaio, quando Singapore per prima poi Corea del Sud e Taiwan avevano già assunto provvedimenti rigorosi. Il docente ha spiegato che “le grandi pandemie della storia hanno modificato in modo profondo gli equilibri dell’ordine mondiale e questa sicuramente potrebbe dimostrare il fallimento del capitalismo selvaggio”.
L’emergenza sanitaria. L’Ue sta affrontando con un certo ritardo e incertezza la vicenda del Covid-19. La Bce, metterà a disposizione 750 miliardi di euro per il Pandemic Emergency Purchase Programme mentre si sta animatamente discutendo sull’ipotesi di creare un fondo sovrano europeo e l’emissione di EuroBond. Il docente ha poi ricordato che ci sono tre dimensioni verificate dalle principali strutture di intelligence che si confondono e si sovrappongono dando vita a qualcosa di nuovo, ma che ancora non conosciamo in profondità. Sono molto più sfumate anche se persistono: la differenza tra minacce interne ed esterne; la distinzione tra pubblico e privato e infine il dualismo tra civile e militare. Mayer ha inoltre precisato che in Italia, con una Delibera del Consiglio dei Ministri del 31 gennaio 2020 si è dichiarata l’emergenza sanitaria per sei mesi per il Covid-19.
La minaccia. Dichiarazione a cui tuttavia non si è accompagnata come in altri paesi la piena consapevolezza della minaccia. Nelle settimane successive, alcuni eventi pubblici organizzati soprattutto in alcune città e comini del nord hanno poi contribuito alla diffusione del virus. Nelle prime due o tre settimane di febbraio si è assistito a contrastanti che hanno portato confusione. Purtroppo, – si legge nella nota – il 20 marzo il numero dei morti ha superato quello della Cina. Mayer è poi passato a parlare dei servizi Cloud, in cui vengono archiviati i dati di coloro che utilizzano internet a livello nazionale e multinazionale.
“Utilizzare i dati raccolti nei cloud – ha aggiunto – potrebbe risultare utilissimo, ma il rischio è che i dati sanitari possano finire in paesi stranieri ed essere usati per profilazioni a vantaggio di assicurazioni e altri interessi privati, ma questo proposito si potrebbe dire che senza lo Stato la libertà non avrebbe limiti, ma lo Stato protegge i cittadini dall’eccesso di libertà perché non limita la libertà ma la salvaguarda La stessa trasparenza e’ un valore relativo. Non può esserci nel segreto nell’urna ne’ come sancito dalla Costituzione si può violare la segretezza della corrispondenza tra le persone”.
Il confronto. Mayer ha poi posto a confronto il mondo reale e quello virtuale si sono mescolati sempre di più creando società digitali diversificate a seconda dei diversi contesti geopolitici e geoeconomici. “La domanda chiave è: nelle società digitali c è spazio per la democrazia? Penso di sì – conclude Mayer – ma dipende da noi non subire i totalitarismi e lottare per la liberta.”