Come molti dei suoi utenti avranno notato, da qualche mese a questa parte Facebook non è più lo stesso. A partire infatti dalla primavera passata, prima nelle modalità mobile, e poi anche in tutte quelle desktop, la precedente versione del social network più famoso al mondo è stata sostituita dal “nuovo Facebook”. D’altronde, l’arrivo di importanti novità era stato già annunciato dallo stesso Mark Zuckerberg lo scorso anno, durante la conferenza F8, che aveva raccolto oltre 5000 tra sviluppatori, creatori e imprenditori da tutto il mondo per presentare loro le future innovazioni in arrivo sui social di Zuckerberg. In quell’occasione, lo slogan del famoso CEO era stato “il futuro è privato”, a sottolineare l’intenzione di una cambio di rotta, quella verso una maggiore attenzione alla dimensione della “community” e della privacy degli utenti, senza ovviamente trascurare i profitti economici. Vediamo come e cosa è effettivamente cambiato per i suoi iscritti.
Sì alla chiarezza. Il primo, evidente cambiamento che ha interessato il social nato nel 2004 riguarda l’aspetto grafico. Il layout di oggi è infatti molto diverso da quello originario. Innanzitutto addio al caro, ormai iconico blu: ora la schermata Facebook è molto più essenziale e semplice, quasi minimalista e gli utenti possono scegliere se visualizzarla nella modalità sfondo bianco o in quella “sfondo nero”. Quest’ultima è forse una delle novità più d’impatto ed è stata pensata per permettere un maggiore risparmio energetico, ma anche per non affaticare la vista degli utenti, offrendo loro una grafica meno brillante e luminosa. Inoltre, la versione desktop è stata profondamente semplificata nella veste grafica, per avvicinarla a quella mobile, in primis nei font e nelle icone più grandi.
Più spazio alle funzioni strategiche. Ovviamente, com’era prevedibile per un colosso economico qual è Facebook – il suo valore si aggira intorno ai 5 miliardi di dollari –, dietro ogni mossa o innovazione si nasconde una strategia di marketing ben precisa. La schermata home del “nuovo Facebook” valorizza infatti quelle che sono le funzioni su cui punta l’azienda di Menlo Park, rappresentate dalle 5 icone poste nella barra iniziale in alto: “Home”, “Watch”, “Marketplace”, “Gruppi” e “Videogiochi”. Nell’ultima versione di Facebook, questi 5 tools, insieme alle Stories – collocate anche esse in primo piano, subito sotto le 5 icone – rappresentano infatti il vero cuore dell’intero social. La barra di ricerca blu è invece ormai un ricordo lontano, traslata in alto a sinistra, nella stessa barra delle icone. Ma cosa indicano questi cinque simboli e perché Menlo Park ci ha investito così tanto?
Sempre più video: La decisione di valorizzare in modo così insistente le Stories e i video – una sezione apposita è accessibile dall’icona “Watch” – non lascia dubbio sul fatto che ormai il mondo social punta a questo formato, verosimilmente oggi dotato di maggiori margini di profitto rispetto alle più tradizionali foto. D’altronde, TikTok e Instagram insegnano: i video hanno avuto un vero e proprio boom su questi social, soprattutto tra i più giovani, come dimostra l’ascesa vertiginosa del social cinese. In questo modo, Stories e video diventano nuovi spazi d’attrattiva per sponsor e aziende, facendo di Facebook una vera e propria gallina dalle uova d’oro.
Ritorno alle origini? Ma, gli ideatori di FB5 sono tornati a dare nuova importanza anche all’originaria dimensione della “community”: ecco perché la scelta di destinare una delle ambite icone alla funzione “Gruppi”. Questi ultimi sembrerebbero infatti rappresentare la funzione più originale e forse la più fortunata di Facebook, come ha fatto notare il suo stesso fondatore in occasione della conferenza del 2019: “oggi, più di 400 milioni di persone su Facebook – riporta hwupgrade.it – appartengono a un gruppo per loro importante”. Gruppi che uniscono persone con una passione in comune, o frequentanti una stessa scuola, o addirittura perché abitanti della stessa città: vere e proprie community, tuttavia molto spesso circoscritte e protette – non dimentichiamo che nella maggior parte dei casi, è necessario inviare una richiesta di iscrizione ad un determinato gruppo, per poterne fare parte. Insomma, Facebook si riscopre “community”, ma in una forma paradossalmente più privata e meno indistintamente pubblica.