“Viviamo in un’epoca in cui l’intelligenza artificiale si sta rapidamente facendo strada nella nostra vita quotidiana e nel mondo del lavoro: alcuni progressi accadono talmente rapidamente che oggi è difficile anche solo immaginare cosa sarà possibile fare domani. La comunicazione tra uomo e macchina è uno degli argomenti più interessanti dei nostri giorni e le interfacce intelligenti immersive consentiranno nel prossimo futuro un cambio di paradigma in tutti gli ambiti”. Nell’analisi di Filippo Rizzante, Chief technology officer di Reply, società italiana di consulenza specializzata in ambito digitale, si possono cogliere indicazioni importanti circa il compito che aziende e professionisti sono chiamati a svolgere negli anni a venire per comprendere meglio le trasformazioni legate all’applicazione degli algoritmi. Lo studio elaborato attraverso la piattaforma proprietaria di rilevamento e monitoraggio Trend Sonar ha identificato nello specifico alcune tendenze “macinando” i dati contenuti in oltre due milioni di articoli in lingua inglese e tracciando gli ambiti nei quali le tecnologie innovative saranno maggiormente utilizzate. Parliamo di machine learning, strumenti di Edge Computing in grado di ridurre i periodi di latenza, dispositivi avanzati per il mobile computing e l’Internet of Things (IoT) e di Human Machine Interfaces, interfacce uomo-macchina che permetteranno di sviluppare soluzioni per visualizzare informazioni in modalità finora mai viste e canali di comunicazione innovativi personalizzati con i propri interlocutori.
Aziende sempre più data driven.Il dato, si legge nel documento che accompagna lo studio, sarà sempre di più alla base delle decisioni strategiche: già oggi società appartenenti a settori diversi utilizzano soluzioni AI-as-a-service di provider già consolidati o di startup emergenti e acquistano strumenti aziendali “pronti all’uso” basati sull’intelligenza artificiale per ottenere livelli di personalizzazioni in stile Amazon, meccanismi di ricerca ispirati a quelli di Google e funzionalità predittive simili a quelle del supercomputer Watson di Ibm. E l’interesse per quest’area di sviluppo tecnologico, ribadiscono gli esperti, sarà sempre maggiore. Le interfacce uomo-macchina, infatti, stanno diventando sempre più naturali tanto che in futuro potrebbero addirittura sostituire gli smartphone e i tablet. I colossi tecnologici e i nuovi player del mondo digitale, dal canto loro, sono in gara per aggiudicarsi la realizzazione della “next platform” e utilizzano gli algoritmi per migliorare ulteriormente le proprie interfacce utente, facendo leva sulla sempre maggiore confidenza dei consumatori con quelle conversazionali (vedi gli assistenti virtuali a comando vocale). Grazie al miglioramento delle tecniche di elaborazione del linguaggio naturale, inoltre, e grazie anche ai molti progressi compiuti nell’area dell’intelligenza emotiva e dell’AI empatica, ci saranno sempre più robot domestici configurati su misura, ciascuno con una propria “personalità”.
L’automazione intelligente diventerà ubiqua.L’intelligenza artificiale, questa un’altra tendenza emersa dall’analisi di Reply, verrà utilizzata sempre più spesso anche per automatizzare le attività cognitive in settori estremamente diversi, dalla manutenzione preventiva delle attrezzature e delle strutture industriali all’ottimizzazione dei processi della catena di approvvigionamento. Gli strumenti di Robotic Process Automation, in particolare, consentiranno di rendere automatici i processi aziendali quotidiani basati su regole, permettendo così alle aziende di impiegare le proprie risorse per processi più importanti.
Nel prossimo futuro è quindi lecito aspettarsi lo sviluppo di molte applicazioni che sfrutteranno la combinazione fra sensori, piattaforme IoT e strumenti di analisi controllati dall’AI, mentre di pari passo le analisi predittive influenzeranno in maniera considerevole lo stato delle macchine e degli impianti e le nuove interfacce colmeranno sempre di più il divario tra le interazioni ad alta intensità di quoziente intellettivo e le esperienze emotive, permettendo così ai marchi di interagire a un livello più intimo e altamente personalizzato con i loro clienti. I chatbot dei servizi di assistenza clienti, ancora, rappresenteranno sempre di più un’ulteriore opportunità di dedicare tempo alle attività più importanti che creano valore.
Gli scenari possibili.Dall’analisi di Trend Sonar sono infine emersi anche quattro scenari i cui tratti distintivi sembrano molto futuribili, ma che potrebbero diventare realtà prima di quanto si creda. Il primo di questi è stato battezzatto “sending thoughts”: attraverso il controllo della mente e grazie alle tecnologie full immersion saremo in grado di condividere idee, sentimenti e ricordi con altre persone, in un flusso di comunicazione più intimo e inimmaginabile fino ad oggi. Il secondo rimanda al concetto di “human enhancement” e al fatto che le interfacce potranno essere utilizzate per migliorare le percezioni umane. Collegando la mente a computer, infatti, grazie a dispositivi connessi e dotati di intelligenza artificiale potremmo avere accesso immediato alle informazioni e “scaricare” know-how direttamente nel nostro cervello. Il terzo scenario, “neural healthcare”, tocca da vicino la nostra salute: le tecnologie immersive entreranno sempre più prepotentemente nel settore della sanità fornendo supporti nei processi di riabilitazione di alcune gravi malattie o nella somministrazione di farmaci. “Virtual copies”, infine: gli esperti ipotizzano che sarà possibile archiviare su un computer, sotto forma di dati, i pensieri, i ricordi e le emozioni di una persona, arrivando ad avere una copia virtuale completa del proprio cervello.
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La tecnologia sta entrando a far parte sempre di più della nostra vita quotidiana, semplificandola e rendendoci più semplici alcuni gesti che prima sembravano complicati. Ma questo è il futuro e se le macchine riusciranno a semplificare anche manutenzioni e processi che prima richiedevano molto tempo e consumo di energie, ben venga.