La tecnologia sta penetrando anche nel settore sanitario, cambiandolo radicalmente sia dal punto di vista della cura della salute, sia dal punto di vista del rapporto tra medici e pazienti. Il sistema sanitario è completamente ridisegnato dalla “digital health”. Vale a dire da terapie digitali, farmaci sempre più personalizzati e precisi, ma anche l’intelligenza artificiale per alcune diagnosi sta già modificando il nostro modo di concepire la salute e il rapporto con gli operatori del settore.
“La forte spinta verso la digitalizzazione – dichiara Davide Boati, Executive Director di Hunters Group – sta creando nuove figure professionali che abbiano sia competenze scientifiche, sia competenze in ambito IT e digital. Si tratta di una vera e propria rivoluzione nel settore della salute, con una portata enorme. E i numeri, a livello mondiale, lo confermano: solo nel 2018 sono stati investiti 14,6 miliardi di dollari nella digital health e siamo convinti che anche nel 2019 si confermerà questo trend”.
Il futuro della medicina è sempre più digitale. Secondo una recente indagine di Hunters Group, le richieste per profili che abbiano sia competenze scientifiche, sia competenze IT e digitali è cresciuta, nell’ultimo anno, del 10%. In questo settore, le retribuzioni sono molto interessanti, anche per i profili con pochi anni di esperienza.
“I provider di servizi sanitari – aggiunge Davide Boati – stanno andando in una direzione molto chiara e con un obiettivo molto preciso: aumentare, per quanto possibile, l’efficienza e a migliorare l’esperienza del paziente attraverso strumenti facilmente misurabili. In questo momento, quindi, le aziende e le strutture ospedaliere sono alla ricerca soprattutto di Bioinformatici, Data Scientist, Healthcare Analytics e Marketing Support Health. Il settore offre retribuzioni interessanti e possibilità di sviluppare percorsi di carriera, in Italia e all’estero, molto interessanti: un Bioinformatico, con 6 anni di esperienza può guadagnare, all’anno, anche 50.000€, mentre un Data Scientist con 5 anni di esperienza fino a 45.000€”.
Il bioinformatico. Per il profilo del bioinformatico è richiesto il possesso di logica interdisciplinare e creativa: deve essere in grado, ad esempio, di sviluppare ed interpretare dati biologici derivanti da geni, organismi o singoli ecosistemi. In genere la sua professionalità è inserita all’interno di un progetto di ricerca, dove avrà il compito, oltre alle mansioni prettamente tecnico-scientifiche, di motivare i propri collaboratori e coordinare le varie fasi di ricerca. È importante, quindi, che abbia delle forti attitudini organizzative ed un senso manageriale. Solitamente ha conseguito una laurea magistrale in Bioinformatica o in Biologia con pHD in Bioinformatica. La RAL per un project manager bioinformatico può variare tra i 45.000€ e i 55.000€ annui lordi. Inoltre, nel contesto internazionale, con progetti transnazionali o presso aziende che si confrontano sul mercato internazionale, sono indispensabili conoscenze linguistiche, specialmente durante videoconferenze o meeting e disponibilità a trascorrere periodi presso i partner del progetto.
Il data Scientist – Healthcare Analytics. Questa figura si occupa dell’elaborazione e revisione delle richieste di dati sanitari da più fonti per l’inclusione in set di dati aggregati. Conduce analisi pratiche di dati, come l’identificazione di osservazioni anomalie e l’individuazione dei driver dei costi sanitari futuri. Inoltre, garantisce che tutto il codice utilizzato nei processi correlati sia organizzato in modo logico, efficiente e ben documentato. Di solito ha una laurea in matematica, statistica, informatica o settore correlato.