Carl è umanoide che interagisce con i clienti e prepara loro una selezione di cocktail. Carl lavora al “’Robots Bar and lounge’” di Ilmenau, cittadina della Turingia, in Germania ed è stato progettato dall’ingegnere meccatronico Ben Schaefer. Quella dei barman robot è una “moda” emergente e chi pensa che sia un fenomeno che sta prendendo piede solo fuori dall’Italia (Stati Uniti in primis) si sbaglia. Non mancano infatti diversi esempi di applicazione dei robot pilotati dall’intelligenza artificiale anche nel nostro Paese, come “Nino”, che un anno fa prese servizio al “RoboTo”, il locale dei Murazzi di Torino trasformato in opificio del futuro. Progettato dai creativi di Makr Shakr in collaborazione con il famoso architetto Carlo Ratti, il barman robot è in grado di pescare tra 170 etichette, mescolare e shakerare come un provetto “Bartender” e preparare il cocktail che il cliente ha precedentemente ordinato tramite apposita app. A Gran Caffè Rapallo, sul Levante ligure, la scena che si presenta agli avventori del locale è invece un po’ diversa. Qui due robot camerieri (Xiao Ai) servono caffè espresso, cappuccini o spremute d’arancia direttamente ai tavoli dopo che i colleghi umani hanno raccolto l’ordine dai clienti. Il funzionamento è semplice: quando la comanda è pronta, viene posato il piatto sul vassoio dei robot e digitato sullo schermo del robot il numero del tavolo a cui l’ordinazione deve essere recapitata.
La scommessa di Robotic Lounge. È una realtà che nasce a Milano dalla scommessa di tre giovani startupper italiani (Alessandro Froiio, Luigi Lorusso, Alessandro Marseglia) e consiste in un’isola robotica semi-umanoide, in grado di produrre long drink e soft drink. Robotic Lounge è una startup e un progetto che ha già prodotto due distinteversioni di macchine intelligenti al servizio degli addetti al bancone in carne ed ossa. V1 (ancora non in produzione e in rampa di lancio nel 2021) è un bartender completo, in grado di produrre una grande quantità di drink per un lungo tempo, in completa autonomia, mentre V0 (già disponibile) può essere posizionato in tutti i tipi di locali grazie alla sua compattezza e al design customizzato. Il vantaggio per gli esercenti? Poter contare su un aiutante capace di preparare fino a 120 cocktail all’ora (anche i più estrosi ed elaborati) e di interagire con il cliente rispetto al principio che umano e robotico possono (e devono) lavorare in sinergia. Per ordinare la propria consumazione basterà utilizzare l’apposita app, tramite la quale si potrà anche concludere il pagamento.
L’esempio della Bay Area Al Cafe X, all’interno del Metreon, centro commerciale nel downtown di San Francisco, l’attrazione è lui, il robot barista che prepara caffè e cappuccini mentre gli addetti umani si dedicano al cliente, a coinvolgerlo in un’esperienza unica, in cui la tecnologia la fa da padrona fra robotica e algoritmi di machine learning. Lo stesso succede negli altri due mini-bar aperti in città (il primo nel 2017) da Henry Hu, il fondatore e Ceo di questa startup. L’idea è semplice e al tempo stesso ambiziosa: servire in tempi rapidi bevande di qualità a costi accessibili a tutti (siamo sui 2,25 dollari, rispetto ai 2,5 dollari di un espresso in un classico coffe shop), sfruttando le capacità di un braccio meccanico realizzato da Mitsubishi in collaborazione con Wmf, uno dei più importanti produttori di macchine da caffè automatiche al mondo. In meno di un minuto, infatti, il caffè viene servito e il sapore della miscela, dicono da Cafe X, è come quello di un espresso di una tradizionale caffetteria. Si può ordinare la bevanda in loco, scegliendo fra le varie alternative riportate sul menu digitale piazzato davanti al chiosco, oppure tramite l’apposita app mobile; una volta preso in carico l’ordine, il sistema invia un Sms o un email con un codice di quattro numeri da inserire nel touchscreen presente nella struttura. Il robot fa il resto, preparando la bevanda e posizionandola nello sportello corrispondente. Anche in questo caso, il punto fermo è la presenza di persone (qualificate) a supporto dei clienti, con l’idea di portare (in futuro) i caffè robotizzati in aree ad elevato traffico come aeroporti, stazioni e persino uffici.