Penso, osservo, raccolgo puntini e li connetto. Questa è la mia passione quando vedo cose ed incontro persone e mi piace a mia volta vedere come ce ne sono tante intorno a me che connettono a loro volta le proprie esperienze e creano così qualcosa di nuovo. Questa è innovazione, ne sono fermamente convinta, niente di più e niente di meno: connettere le esperienze in modo diverso e creare qualcosa di nuovo. Così hanno fatto Davide, Mauro e Roberto. Dal loro modo di osservare le aziende ed i bisogni dei propri clienti è nata Dialògos by SHINTECH SOFTWARE srl – un’azienda con sede a Bassano del Grappa.
Nell’Innovazione premia la trasversalità e la diversità. Quello che più mi ha incuriosito, oltre l’idea di business della start up chiaramente, è il trio informatico, commerciale e filosofico e non solo, anche l’intreccio di generazioni molto diverse, di formazione e cultura completamente opposte. Forse questo sarà il segreto del loro successo. Davide Bordignon è un perito informatico e propulsore a livello tecnologico (nell’ultimo decennio ha sviluppato progetti software di alto profilo per Enti Governativi, alla faccia dei giovani “bamboccioni”), mentre Mauro Dal Monte è laureato in economia e ha avuto significanti esperienze in progetti di formazione aziendale. Hanno rispettivamente 29 e 28 anni mentre Roberto Luca di anni ne ha 64 ed è un filosofo, professore e scrittore. Due generazioni. Generation y e baby boomer, mondo accademico e mondo aziendale hanno saputo creare insieme qualcosa di estremamente innovativo: una piattaforma di E-learning che sfrutta l’intelligenza artificiale e mette letteralmente in dialogo il docente con il discente. Un nuovo concetto di formazione a distanza, da qui nasce “Diàlogos – Human Learning Platform” sul quale hanno deciso di investire costruendoci una Startup: la Shintech Software Srl (operativa da questo ottobre).
Nuovo = Cuore. Il nome è altrettanto curioso e non potevo non approfondire. Deriva dall’unione del termine giapponese Shin e del termine Tech (tecnologia). E qui ci sta lo zampino del filosofo. Il significato di Shin cambia infatti in base al modo i cui lo si scrive, principalmente viene tradotto con “nuovo”, quindi Shintech = Nuove tecnologie, ma anche con “cuore” o “anima”. E qui il mio #connectingthedots non poteva che far collegare i puntini un po’ come la pallina del flipper quando sbatteva da destra a sinistra facendo quei rumori da luna park impazzito. Avete presente? Immaginate un po’: il “nuovo” è anche “anima” e “cuore”: l’Intelligenza Artificiale che si mescola con l’Intelligenza Emotiva. Per me, i giapponesi, sono sempre un passo avanti, e perché la penso lo potete leggere nei miei articoli precedenti, oppure nel libro che uscirà a brevissimo “Nemmeno gli struzzi lo fanno più. Vivere (bene) nell’era digitale.” (Licosia Editore). Comunque, anche per il nostro trio vincente la tecnologia non è uno strumento realizzato per svolgere una semplice funzione, come un martello, ma un qualcosa che se realizzato mettendo le persone al centro della sua progettazione aiuterà chi la usa ad essere più efficace, a migliorarsi e a crescere. E così ho deciso di intervistarli e far loro alcune domande.
“Evidentemente nella vostra start up avete pensato a come cambia il mondo del lavoro ed i lavori in futuro. Cosa vedete?” Davide e Mauro: “Nel prossimo futuro crediamo che la tecnologia sarà sempre più presente in tutti gli ambiti lavorativi, questo comporterà sicuramente un aumento della disoccupazione dovuto all’utilizzo di robot o algoritmi che svolgeranno al nostro posto mansioni pericolose o “facilmente” riproducibili. Per questo motivo crediamo che la formazione giocherà un ruolo fondamentale per la riqualificazione delle persone.”
“Dite che l’apprendimento deve essere dialogo, come può aiutare l’Intelligenza Artificiale?” Roberto: “Diàlogos vuol rappresentare un conoscere partecipato e non imposto (nel modo e nei contenuti). In questo apprendimento dialogico l’Intelligenza Artificiale diviene strumento essenziale, a condizione sia ben gestito: la facilità nel reperimento delle informazioni non deve significare un appiattimento di pensiero, ma maggior spazio alla facoltà critica dell’individuo, sgravato dello sforzo di reperire le informazioni.”
“Come rivoluzionerà a vostro avviso in futuro l’Intelligenza Artificiale il mondo dell’apprendimento?” Davide e Mauro: “L’AI secondo noi sarà uno dei punti cardine nella trasformazione ed evoluzione dell’apprendimento. In futuro l’AI sarà sempre più focalizzata sulle necessità della persona che la utilizza, diventerà cioè un assistente virtuale intelligente che, probabilmente, ci conoscerà meglio di noi stessi e saprà riconoscere anche le nostre difficoltà di apprendimento come la dislessia o l’ipovisione.
“L’università ci sta preparando a questo?” Davide e Mauro: “Purtroppo no, l’università, in Italia, ad oggi continua ad essere legata ad un insegnamento ancora troppo analogico e poco orientato a ciò che sarà il mondo del lavoro futuro. Secondo noi dovrebbe esserci più interazione tra il mondo accademico e quello lavorativo “
“Coraggio e assunzione di responsabilità per il vostro futuro: è questa la ricetta per una start up o cos’altro serve?” Davide e Mauro: “Innanzi tutto crediamo che si debba essere un po’ folli, in senso positivo ovviamente, perché le difficoltà sono molte, soprattutto qui in Italia. Si deve essere anche dei fervidi sognatori ed avere il coraggio di seguire quel sogno nonostante tutte le difficoltà che si presentano durante il percorso”
“Mashine learning e human learning: quali sono le tre principali differenze?” Roberto: “Le differenze principali sono in tre aree: quantità delle informazioni (la macchina ne elabora certamente di più), coscienza (qui il dibattito su dove sia la soglia di demarcazione è ancora aperto) ed etica (questa fa parte dell’agire prettamente umano).”
“AI e filosofia, penso c’azzecchi molto ma come integrarle? Come formare i filosofi di domani?” Roberto: “Una formazione scientifica è imprescindibile, questa poi dev’essere corredata da una conoscenza della storia dell’umanità e della filosofia.
E qui si è chiusa la mia intervista, ancora una volta con un mega #connectingthedots, questa volta con un ponte tra scienza e filosofia. Chissà che anche le università non inizino a pensare anche ai propri percorsi formativi in modo più trasversale!