L’Ospedale Maggiore di Bologna è il primo al mondo ad aver eseguito un intervento chirurgico di asportazione contemporanea di colon e fegato, eseguito interamente con robot. La paziente, una donna di 61 anni con tumore del colon sinistro e metastasi epatiche multiple nella parte destra del fegato, ha subito un intervento all’avanguardia, realizzato con tecnica alpps – ovvero attraverso la rimozione in due tempi della parte malata –, che le ha permesso di superare l’iter chirurgico senza il rischio di incorrere un’insufficienza epatica. Si tratta di un primato su scala globale che il Maggiore ha conseguito grazie al lavoro di Elio Jovine, direttore del Dipartimento Chirurgo dell’Azienda Usl di Bologna, e la sua equipe.
In seguito ai trattamenti chemioterapici – rispetto ai quali le parti malate si sono rivelati resistenti – era necessario il ricorso all’intervento chirurgico, ma un tradizionale intervento di asportazione della parte malata del fegato avrebbe richiesto la rimozione di ampie parti del tessuto epatico, con il rischio concreto di compromettere la funzionalità epatica e quindi la vita della paziente. “Jovine e la sua equipe – si legge sul sito dell’Ausl di Bologna – hanno proceduto, invece, con tecniche chirurgiche che consentono la ricrescita del fegato rimanente”, realizzate attraverso l’utilizzo del robot.
Sono stati due gli interventi eseguiti sulla paziente: in un primo momento alla donna è stato asportato il colon sinistro e separato il lato destro del fegato da quello sinistro, per consentire la più rapida ricrescita possibile del fegato. Dopo 5 giorni di degenza post operatoria e 2 settimane di recupero a casa, necessarie per la ricrescita del fegato, la signora ha subìto un nuovo intervento – sempre con tecnica robotica – attraverso il quale le è stata asportata l’intera parte malata del fegato, ovvero quella destra, che non era stata rimossa durante il primo intervento. Anche in questo caso l’intervento è andato a buon fine e dopo altri 5 giorni di ricovero, la paziente è potuta tornare a casa.
Si tratta del primo caso al mondo di un intervento di questo genere, eseguito totalmente attraverso tecnica robotica. Difatti la stessa equipe del Dott. Jovine aveva precedentemente eseguito lo stesso intervento, ma in laparoscopia – ovvero una tecnica chirurgica mini-invasiva – e mai in robotica. “Con questo tipo di chirurgia si ha il vantaggio di essere più precisi, permette di risparmiare in trasfusioni e di essere molto più attenti ai particolari” ha spiegato il Dott. Jovine al giornale InCronac@. Sul valore aggiunto della tecnica robotica, infatti il Dott. Jovine non ha dubbi: “la chirurgia robotica in generale – riporta ancora la testata – è destinata ad essere un ausilio obbligatorio per tutti i chirurghi. Ha solo dei vantaggi, gli svantaggi sono solo economici”, a patto che tuttavia non si faccia l’errore – sottolinea il direttore del Dipartimento Chirurgo dell’Azienda Usl di Bologna – di considerarla sostitutiva, e non ausiliare, alla chirurgia tradizionale.