Roma – diverse Startup riunite nel corso dell’evento “#LinkedInXStartup” con l’obiettivo di riflettere attorno ai temi della comunicazione efficace e delle opportunità concrete che possono generarsi su LinkedIn. Un dialogo aperto intorno alla domanda: quali sono le startup più resilienti nell’attuale scenario economico in continuo cambiamento e messo a dura prova dalla pandemia? LinkedIn ha dato la sua risposta includendo, anche per l’Italia, le 10 realtà che si sono contraddistinte secondo criteri prettamente data-driven.
Ma quali sono per una realtà nascente, per quanto innovativa e valida, le possibili carte vincenti da giocare in questo grande “open Space virtuale con vista mondo” rappresentato da LinkedIn? Valentina Marini e Giada Susca, già autrici del libro “#Galateo LinkedIn. Educazione Civica, identità digitale e mondo del lavoro”, pubblicato da Giunti nel 2018, sono partite da questa domanda, estendendo la riflessione a Cristina Arbini, che lavora da 9 anni per aiutare le aziende italiane a realizzare i propri obiettivi grazie a LinkedIn, e a Chiara Pirone giovane appassionata di marketing, innovazione e startup. Da qui l’idea, in questo momento delicato in cui però il settore resta in crescita (secondo i dati della Dashboard online di InfoCamere, sono 11.496 le startup innovative in Italia) di condividere con l’ecosistema delle Startup italiane alcuni consigli pratici per approfittare al massimo di questo strumento.
Se quindi LinkedIn ha risposto con la classifica che dà dei riferimenti in quanto a crescita della forza lavoro, interesse del mercato, degli utenti e dei talenti verso queste startup, le professioniste hanno integrato i dati con la loro riflessione. Due azioni, dunque, scollegate ma in qualche modo complementari, dove il valore della guida si pone in un ruolo qualitativo, di advisory, legato a:
- best practice di comunicazione,
- ai bisogni più comuni delle startup,
- all’opportunità data dal momento storico.
Nello specifico, focalizzandosi sugli obiettivi più comuni a tutte le Startup, la guida* si sofferma su come LinkedIn può aiutarle, ponendo la giusta attenzione sul Target/Audience, sui Touch Point (mezzi di comunicazione), sulla Social Leadership – ovvero sul ruolo del Founder e di tutti gli Ambassador.
Il “Why” di questo lavoro risiede nella consapevolezza che LinkedIn non può essere trascurato per diversi motivi, tra cui il fatto di confermarsi, per il quarto anno di seguito, al primo posto nel “DIGITAL TRUST REPORT” di Business Insider per sicurezza di dati e privacy, presenza di fake news, autenticità e interazioni con gli utenti e pertinenza e invasività delle inserzioni. In sintesi, qui, sono presenti le maggiori possibilità di trovare contatti e opportunità di business
Anche la costante crescita è un motivo rilevate per non sottovalutare attente attività di Brand Awareness e Sales su questo social: secondo l’aggiornamento di Ottobre 2020 del Global Digital Report, il numero di persone che può essere raggiunto con annunci sponsorizzati su LinkedIn è 727 milioni. Il precedente rapporto di Aprile indicava 676 milioni e il numero di utenti è aumentato di 21 milioni rispetto all’ultimo indicato sul sito di 706 milioni.
Cosa fare quindi? Arbini, Marini, Susca e Pirone hanno avviato un dialogo costruttivo con le Startup che hanno aderito alla chiamata nel corso dell’evento. Tra i punti che emergono senza dubbio l’importanza di:
- Creare e/o curare costantemente una pagina istituzionale (senza fare l’errore di utilizzare un profilo, che è ad uso esclusivo di professionisti; per le aziende ci sono le pagine) integrando questo social nella strategia digitale, avendo presente qui il chiaro focus B2B.
- Avere una comunicazione chiara ed efficace per raccontarsi, a partire dall’apposita sezione “Chi siamo”. Predisporre un piano editoriale di valore, utile e interessante per chi legge e non autoreferenziale, puntando ad essere un riferimento sui temi di competenza, con un visual ben distinguibile.
- Pubblicare con costanza e monitorare interazioni, percentuale di interesse ed engagement rate. Quindi soffermarsi su: numero di follower della pagina, di visualizzazioni per ciascun post, di interazioni (commenti, consiglia, condividi), di click (per gli status update che contengono link); interesse in percentuale; demographics (il profilo professionale e il tasso di crescita delle persone che hanno interagito con i contenuti della pagina). E, in caso di attivazione delle campagne a pagamento, le visualizzazioni, CPC, CTR, ecc.
- Coinvolgere le persone che ne fanno parte, a partire dal Founder, evitando azioni relazionalmente e commercialmente non intelligenti come i copia e incolla non personalizzati, spesso invasivi nelle chat e con risultati vicino allo zero, frequentemente ragione di boomerang reputazionali.
- Confrontarsi con altre realtà simili in tutto il mondo, ricordando che questo è uno strumento anche di studio, aggiornamento e contaminazione, dove trovare esperienze ispirazionali.
La guida. Da questa tavola rotonda digitale, arricchita dalle testimonianze delle startup, la realizzazione di una più estesa guida che possa supportarle nell’utilizzo efficace di LinkedIn. Clicca qui per scaricare la guida.