È un gruppo di lavoro interregionale in continua crescita. Fin dall’inizio il progetto ha visto fiorire l’interesse di altri presidenti di regione. Oggi vede l’adesione di nove territori: Lombardia, Triveneto, Lazio, Umbria, Liguria, Campania, Marche, Abruzzi e Molise, Puglia.
Il gruppo di lavoro ha una missione precisa: ‘Focus HR nelle PMI’. Gli obiettivi principali sono quelli di facilitare crescita ed evoluzione in un contesto di crisi e cambiamento includendo la dimensione HR, cultura, organizzazione, processi, persone. Agevolare innesti generazionali e manageriali, diffondere la possibilità di includere HR Manager con forme più flessibili e sostenibili come il temporary manager e il fractional management.
Lo scenario di mercato in cui nasce il progetto. Le nostre PMI sono le radici della nostra economia, la tradizione e l’innovazione al servizio della crescita culturale ed economica, l’indotto filiera delle grandi aziende corporate. Ma? Molte sono in crisi, sono eccellenti nell’innovazione di prodotto ma poco digitalizzate, stentano a innovare i processi e ad adottare cultura HR e controllo di gestione. Molte devono ancora attraversare e superare dinamiche interne di governance nel family business e creare innesti generazionali virtuosi. In parallelo emerge anche una criticità nell’offerta di competenze: stando ai dati pubblicati dall’Osservatorio 2019 4.Managerdel Sole24Ore, gli imprenditori nell’87% dei casi dichiarano che assumerebbero manager ma lamentano la carenza nelle soft skills trasversali tra cui leadership, motivazione e sviluppo, orientamento all’innovazione, adattamento a scenari in evoluzione.
Come trovare un punto di incontro sostenibile, quindi? È evidente l’urgenza di sviluppare maggiore consapevolezza sul bisogno da parte del family team e dei singoli imprenditori. In parallelo va facilitato l’incontro tra domanda e offerta, va promosso un cambiamento culturale trasversale al sistema imprenditoriale e manageriale che interessi sia le PMI che i manager stessi. Gli imprenditori devono essere accompagnati nella comprensione che un manager proveniente da una grande azienda può fornire competenze e abilità strategiche molto utili alla loro azienda. Anello debole della catena evolutiva, spesso assente, è l’HR manager. Unico professionista che ha competenze e ruolo per abilitare queste trasformazioni da gestione operativa a sviluppo organizzativo strutturale, snodo virtuoso per ulteriori innesti di managerialità. In parallelo occorre sviluppare da parte dei manager provenienti da grandi aziende, HR in primis, la capacità di adattarsi al nuovo contesto. Ai manager viene richiesto di creare chimica positiva, di rispettare la tradizione innovando, di evitare conflitti culturali, di esercitare leadership relazionale e flessibilità, di comunicare in modo chiaro i benefici del loro intervento, anche in forma temporanea. Tutti pronti? No! Sono necessari percorsi ‘soft’ di accompagnamento, facilitazione, formazione, trasformazione sostenibile per il sistema organizzativo.
“Sviluppo della Cultura HR e della Managerialità per la crescita sostenibile delle PMI. Quali obiettivi? L’iniziativa in oggetto nata sotto il direttivo AIDP Lombardia di Marco Vigini si conferma nelle priorità del nuovo Presidente in carica da luglio, Elena Panzera. “Sono onorata di aver preso il testimone di questa iniziativa da Marco e di vedere come il gruppo di lavoro stia crescendo e mettendo in campo tutte le competenze di cui siamo capaci. La trasformazione digitale delle PMI, la diffusone di una cultura organizzativa, dello sviluppo di una managerialità centrata sullo sviluppo delle Persone sono, a mio avviso, condizioni per una crescita sostenibile in uno dei tessuti imprenditoriali più importanti del nostro Paese, AIDP deve e vuole fare la sua parte”.
Responsabile delegata sull’iniziativa, Laura Torretta, Consigliere AIDP Lombardia, dichiara” Ricordo nella mia prima esperienza professionale in una PMI un innesto generazionale improvvisato che ha compromesso la sostenibilità del business, dell’organizzazione, delle persone. Sono appassionata di PMI e ecosistemi, con questo progetto vogliamo abilitare innesti virtuosi e trasformazione positiva. Vediamo la possibilità per far fiorire e fluire il grande potenziale esistente attraverso cultura, competenze, processi HR”.
Secondo Maurizio Quarta, Chairman di IIM Institute of Interim Management – Italy e co-program manager del progetto “Il temporary management, anche nella declinazione part time/fractional, è strumento ottimale, e principale motivo di utilizzo da parte delle PMI, per portare in casa rapidamente competenze di alto livello, immediatamente operative e capaci di operare in contesti straordinari. Si accresceranno così le capacità delle persone in azienda, che saranno in grado di fare le stesse cose meglio di prima oppure di farne di nuove. Le PMI mostrano però ancora scarsa sensibilità per risorse umane e finanza”.
Le principali attività dell’iniziativa? Per sviluppare cultura, facilitare il dialogo fra le parti, intercettare i business model più efficaci, intercettare e agevolare la filiera di influenzatori e decisori, abbiamo focalizzato l’attenzione sulla diffusione di articoli che narrano storie trasformative e sulla creazione di eventi/webinar/workshop per dare voce a tutti gli attori del sistema, in primis agli imprenditori.
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