Nicola e Alessia si raccontano e ci parlano del vero “why” nel portare a bordo un HR Manager, ripercorrendo il processo di consapevolezza e scelta di una figura professionale proveniente da contesti multinazionali.
FAR Networks è una realtà tecnologica: un System Integrator specializzato in progetti di Networking e smart Working complessi, con una propria Software House e una divisione IoT. L’Azienda sviluppa e integra soluzioni innovative, per traghettare le aziende verso la digitalizzazione dei processi di comunicazione. Conta circa 60 persone ed ha l’obiettivo di arrivare a quota 10 ml di fatturato entro il 2020. È nata nel 2006, sulla base di “un’idea forse comune a tante altre società, ovvero quella di portare sul mercato le competenze tecniche che io e i miei soci avevamo accumulato nel corso degli anni”, spiega Nicola, fondatore insieme a Simone Ardemagni e a Roberto Rizzato della società, il cui nome deriva dalle iniziali dei fondatori, ancora oggi in Azienda.
Nicola introduce, da subito, la cultura che si respira in FAR ”Collaborazione, passione, cura e creatività sono gli elementi che ci caratterizzano, fanno parte di noi, di come siamo e di come lavoriamo. Puntiamo da sempre sul valore della relazione umana e crediamo siano le persone il nostro vero patrimonio”.
Alessia a Nicola: Quando avete deciso che era il momento per l’azienda di inserire un HR Manager?
Nicola: FAR Networks ha iniziato da tempo un processo di trasformazione da Piccola a Media azienda. Ha stretto partnership con i migliori Vendor tecnologici e desidera sviluppare relazioni sostenibili con clienti Enterprise. Ciò implica, prima di tutto, la trasformazione del modo di pensare e progettare il futuro, che deve diventare quello tipico della media azienda. In questo contesto e con gli ambiziosi obiettivi di crescita che ci siamo dati, sia nei Soci che nei manager, è emersa una consapevolezza: è arrivato il momento giusto di arricchire il nostro Leadership team con una figura dedicata allo sviluppo, motivazione, valorizzazione del nostro asset per eccellenza: la nostra cultura e le persone.
Alessia a Nicola: e quindi eccoci qui caro Nicola…
Nicola: eh si, sei con noi da quasi un anno, se ci penso… mi sembra che tu stia lavorando in FAR da molto più tempo. Sarà forse perché questo 2020 sono stati tanti anni un uno: l’anno del recruiting (abbiamo portato a bordo 10 persone tra senior e junior), l’anno della costruzione di una consapevolezza manageriale a tutto tondo (grazie anche a un significativo investimento in attività di coaching), l’anno del Covid (gestione dell’incertezza e delle emergenze operative).
Alessia a Nicola: Quali sono stati i vostri driver di scelta? Che considerazioni avete fatto come Proprietà? Ho più di 40 anni, provengo da multinazionali del mondo bancario e assicurativo, sono una Coach. Non avevo esperienze specifiche del mondo ICT né di contesti imprenditoriali e di PMI. Quindi, perché me?
Nicola: (sorride) proprio per tutti i motivi che hai già elencato. Desideravamo portare in FAR esperienze diverse, favorendo un approccio di apertura e contaminazione positiva. Non significa che prima non ci occupassimo di persone. Tuttavia, mancava un punto di riferimento per i Manager e tutti i collaboratori, una figura che avesse il mandato specifico di creare impatto e guidare i processi HR.
Alessia a Nicola: quando hai iniziato a capire che il mio ruolo si stava affermando?
Nicola: bella domanda, intendi un allineamento su obiettivi e aspettative? Direi che sei mesi sono il periodo giusto. Ovviamente è un “never-end journey” e stiamo ancora camminando. Credo che, affinché il ruolo venga agito in tutta la sua potenzialità, debba essere un ruolo full-time.
Alessia a Nicola: quali consigli daresti a un imprenditore che decidesse di intraprendere il nostro percorso?
Nicola: capire la purpose della propria azienda, condividere con gli eventuali soci e i manager il reale perché di una figura HR. Esplicitare le aspettative intorno alla creazione di un HR è il primo passo: sia per scegliere la persona più giusta, e sia per creare il contesto adatto e portarla a bordo. In una sola frase? Apritevi a nuove possibilità.
Nicola a Alessia: ora sta a me chiedere la tua prospettiva. Come definiresti la tua esperienza e cosa ti porti via da questo primo anno in FAR Networks?
Alessia: lo definisco un cammino coraggioso, impegnativo e bello.
Coraggioso perché il contesto in cui ho vissuto questo anno era del tutto nuovo per me. Il coraggio di creare un ruolo, comunicarlo e acquisire autorevolezza, così da poter guidare e facilitare i manager nei temi HR: recruiting, employer branding, talent development, formazione, comunicazione interna, people engagement, compensation & benefit, sviluppo organizzativo.
Impegnativo per le molte iniziative da portare avanti e i diversi piani su cui lavorare. In una giornata si passa da un’esigenza operativa ad una scelta strategica. Essendo l’unica persona HR in azienda (oltre chi si occupa di payroll), le cose da fare sono molte. Le persone hanno maturato molte aspettative verso il mio ruolo: si aspettano di essere ascoltate, seguite, di trovare risposte e ricevere azioni concrete.
Bello perché imparo, cresco e mi diverto. Amo questo lavoro e trovo stimolante confrontarmi (e, talvolta, scontrarmi) con i miei colleghi.
Nicola a Alessia: quale consiglio daresti ai direttori HR di multinazionali che guardano alla direzione HR di una PMI come alternativa?
Alessia: essere umili quale contrapposizione alla superbia. Essere aperti a mettersi in discussione. Riconoscere che le conoscenze specifiche HR sono certo importanti ma sono “solo” una parte. Come in tutte le professioni, consiglio di adottare un approccio curioso e orientato al continuo apprendimento.
Ponetevi domande e dialogate costantemente con il Business. Essere un partner del business e dell’imprenditore: è questo il ruolo dell’HR, da sviluppare e comunicare affinché sia vissuto come utile ed importante.
Costruirsi un proprio ruolo che magari non esiste nella realtà imprenditoriale in cui state entrando, come successo a me, richiede perseveranza, studio, tantissimo ascolto, e uscire dalla propria zona comfort, quest’ultimo requisito indispensabile.
A coloro che decideranno di intraprendere il mio percorso suggerisco: chiedete endorsment del vostro capo, chiedete feedback a tutti, dialogate tutti in modo chiaro, siate pronti a scardinare convinzioni, modi di lavorare e processi. Dalle precedenti esperienza nelle multinazionali portatevi dietro uno zaino “leggero”.
Non cadete nell’errore, o dovrei dire tentazione, di pensare “prima io facevo cosi”. Portate struttura, networking e metodo, ma non potrete applicare stesse logiche e processi HR delle multinazionali, E mi verrebbe da dire…per fortuna!!!!
Nicola a Alessia: cosa ti piace del lavorare in un contesto imprenditoriale come FAR Networks?
Alessia: sono libera di sperimentare, posso esplorare più facilmente nuove vie, creare un impatto tangibile.
Grazie Nicola, grazie a te Alessia.
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