Rossella Seragnoli, bolognese, dopo la laurea in Economia, la specializzazione post laurea come Giurista di Impresa e il conseguimento dellโabilitazione alla professione di Consulente del Lavoro, ha ricoperto ruoli di gestione delle risorse umane in aziende locali e multinazionali come Alfa Wassermann, Guaber, Viro, Crown Aerosols Italia. Oggi Rossella รจ HR & Organization manager in Titan Italia spa. Giร Presidente del Gruppo AIDP Emilia Romagna (2014-2019), oggi รจ Vicepresidente Nazionale AIDP con delega alla Comunicazione e allโEditoria. Non meno importante รจ anche moglie e mamma di un brillante teenager.
Titan Italia Spa, parte della divisione ruote agricole Titan Europe ed รจ leader europeo nella progettazione, sviluppo, produzione e distribuzione di ruote per macchine agricole, trattori, mietitrebbie e attrezzature speciali per l’irrigazione. Titan produce la gamma piรน ampia di ruote in Europa, per quanto riguarda le dimensioni e lo spessore dei cerchioni, nei suoi impianti di produzione in Italia e in quelli delle sue filiali, Titan France in Normandia e Titan Asia in Turchia.
Come sta cambiando la figura del direttore del personale rispetto alla rivoluzione epocale che stiamo vivendo nella societร , nellโeconomia e nel mondo del lavoro? Si tratta di un ruolo chiave per gestire questa fase di cambiamento e transizione verso lโera della robotica e dellโintelligenza artificiale?ย Partiamo dicendo che quella di โDirettore del Personaleโ รจ una definizione decisamente superata e datata e che molte aziende fortunatamente hanno cambiato la terminologia concentrandosi sulle โPersoneโ.ย Credo che la figura di chi opera nella funzione sia cambiata molto perchรฉ sempre piรน si apre al territorio e alla societร in cui รจ inserita lโorganizzazione in cui opera: รจ infatti fondamentale che si faccia portavoce degli interessi o esigenze degli stakeholders locali (scuole, PA, associazioni) e allo stesso tempo diventi una finestra attraverso la quale possano passare le contaminazioni positive verso tutte le funzioni aziendali, assicurando una continua connessione con le novitร , i cambiamenti e gli scenari futuri. Sicuramente, nella sua costante funzione di supporto e sviluppo alle persone dellโazienda, chi si occupa di Persone, puรฒ farsi promotore di una cultura trasversale del โdigitaleโ e di attivitร formative che aiutino le persone a capire le potenzialitร e opportunitร offerte dalla IA nei vari campi.
Il tema del benessere in azienda รจ molto diffuso. Come si realizza in concreto e quali sono le leve da attivare? Considerare sempre gli aspetti del benessere in ogni attivitร e decisione presa รจ importantissimo. Molte delle azioni concrete per migliorare questo aspetto fortunatamente sono anche molto semplici e facili da implementare: si parte dagli aspetti di base del benessere fisico (attenzione allโalimentazione, al ritmo sonno/veglia, alla prevenzione e attenzione alla salute) strettamente connessi anche alla sicurezza sul lavoro considerata in senso ampio, per arrivare al supporto psicologico con gli sportelli di ascolto, allโincentivazione e proposta di attivitร e interessi culturali e di volontariato, alla attenzione agli spazi condivisi. In passato ho potuto organizzare momenti di informazione e formazione offrendo alle persone la possibilitร di confrontarsi con medici, maestri di yoga ed esperti in nutrizione.
Il welfare aziendale รจ uno strumento di grande attualitร che si sta sviluppando in modo capillare soprattutto negli ultimi anni. Tramite questi strumenti lโazienda ottiene una molteplicitร di benefici con ricadute positive anche a livello sociale. Che ne pensa?ย Il welfare รจ sicuramente uno strumento molto potente, del quale perรฒ si fa ancora un uso troppo ridotto prevalentemente per scarsa conoscenza e disinformazione. Tanto rimane ancora da fare per sensibilizzare il sindacato e gli stessi esercenti/gestori di servizi. Nel complesso sono convinta che, soprattutto quando รจ proposto dopo aver attentamente considerato le reali esigenze dei destinatari, possa davvero trasformarsi in una leva moltiplicatrice positiva, anche per i risultati di performance ed economici dellโazienda.
La dimensione spazio-temporale del lavoro e della sua organizzazione stanno cambiando. Il tempo e il luogo di lavoro sono sempre meno vincolanti, anche se non per tutte le realtร . Parliamo di smart working e di work-life balance. A che punto siamo? Credo che anche per quanto riguarda lo smart working e il work life balance ci sia grande confusione e ancora tanta informazione da dare per avere reale consapevolezza degli obiettivi ottenibili. Qualcuno confonde ancora la cosa per il โlavoro da casaโ, in realtร si tratta di un cambiamento radicale del modo di considerare la prestazione lavorativa, privilegiando la condivisione degli obiettivi e valorizzando la fiducia alle persone. Questi due strumenti in realtร sono modi per liberare nuove potenzialitร e accrescere la motivazione delle persone e vanno intesi come modo per svolgere la propria attivitร anche fuori dalle mura aziendali o semplicemente in uffici e con colleghi diversi. Evitare di consumare tempo per gli spostamenti e poterlo quindi dedicare alla famiglia o ad interessi personali ha un innegabile valore che crea un effetto di grande motivazione e โretentionโ. Certamente per realizzare appieno questi importanti cambiamenti occorre che per primo il management comprenda lโimportanza di cambiare approccio, dare fiducia alle persone e trovare un modo di gestire il lavoro dei collaboratori che non passi necessariamente dalla loro presenza fisica in azienda: รจ un vero cambio di cultura manageriale. Dato inoltre che lo smart working si puรฒ concretamente applicare solo a determinate mansioni e difficilmente lo si puรฒ prevedere per chi รจ operativo in produzione nelle aziende manifatturiere, una sfida ulteriore sarร quella di trovare una forma equivalente di revisione delle modalitร di prestazione dellโattivitร lavorativa anche per le persone che sono impegnate in attivitร da svolgere necessariamente in azienda.
Nellโeconomia della conoscenza le risorse principali su cui investire e che rappresentano un vantaggio competitivo sono i talenti. Alcuni consulenti di McKinsey nel lontano 1997 hanno teorizzato addirittura la โguerra dei talentiโ tra le aziende. Oggi parliamo di giovani talenti che appartengono alla generazione dei Millennials ma anche alla Generazione Z. Come si attrae e trattiene un talento e perchรฉ รจ cosรฌ importante? Il tema del talento รจ veramente molto importante: ricordo bene che proprio il congresso AIDP in Emilia Romagna, il primo che ho collaborato ad organizzare che si รจ tenuto a Cervia nel 2007, aveva come titolo proprio โTALENTIโ. In quella occasione era emerso chiaramente come le usuali leve motivazionali (stipendio, carriera) non avevano piรน appeal per i giovani, che davano valore invece al tempo e alle opportunitร di seguire progetti interessanti. Ho avuto modo di approfondire le aspettative e i modi di vedere il lavoro della Z generation con un bel progetto di analisi e proposta di revisione dei processi HR realizzato quando lavoravo in Crown: in quel caso il top management ci aveva chiesto di capire se lโazienda fosse pronta ad attrarre e accogliere i giovani delle nuove generazioni perchรฉ aveva capito che proprio da lรฌ passava la sostenibilitร futura dellโintera azienda. Questa attenzione alle giovani generazioni non deve perรฒ far dimenticare tutte le altre figure in azienda che si trovano in un diverso momento del percorso lavorativo e deve vederci attenti anche a valorizzare il contributo di chi รจ in azienda da tempo. Ci sono tanti utili strumenti: il reverse mentoring, la tutorship, ecc.
La robotica e lโintelligenza artificiale stanno progressivamente trasformando lโazienda e il lavoro. In che modo stanno cambiando anche lโattivitร della funzione HR? Ci sono giร diversi ambiti di applicazione come per esempio nella fase di selezione del personale? Probabilmente lo sviluppo dellโintelligenza artificiale ci permetterร a brevissimo di fornirci analisi dei dati di cui giร disponiamo su varie piattaforme, evidenziando perรฒ interrelazioni non previste ed anche di aiutarci a capire la rete di connessioni informali che si creano tra le persone, per intercettare per tempo possibilitร di sviluppo o criticitร . Credo che il merito piรน grande dellโintroduzione dellโintelligenza artificiale stia nel supportare le attivitร nei grandi numeri, liberando tempo ed energia per dedicarsi maggiormente alla relazione con le persone e allโascolto. Devo perรฒ dire che questa โtrasformazioneโ non รจ cosรฌ scontata: sono ancora molte le aziende, soprattutto grandi e strutturate, nelle quali i colleghi della funzione rimangono con le โporte chiuseโ o si nascondo dietro procedure e work flows.
Lโazienda, a volte, si trova di fronte la necessitร di procedere a licenziamenti collettivi. Come si gestisce questa fase critica?ย Ho tante volte gestito questo tipo di situazioni: la chiave che ho sempre usato รจ stata la piena trasparenza e comunicazione riguardo gli obiettivi e le modalitร con le rappresentanze sindacali. Inoltre ho ascoltato molto ogni persona ed ho cercato di trasmettere sempre grande rispetto e correttezza, offrendo spesso supporto alla ricollocazione con il mio network personale e coinvolgendo gli enti territoriali che potevano collaborare per ridurre lโimpatto sulle famiglie. In alcuni casi addirittura le persone che ho dovuto licenziare sono tornate per ringraziarmi del modo in cui avevo gestito quel momento critico per la loro vita.
Le relazioni sindacali in questi anni sono molto cambiate. La dimensione aziendale รจ sempre piรน importante. Quali sono gli elementi di innovazione che vede o che auspica nelle relazioni industriali? Sicuramente lo scenario delle relazioni sindacali รจ molto variegato e diverso anche a seconda dei vari settori di attivitร . Sempre piรน ci si muoverร verso una valorizzazione della contrattazione a livello aziendale a sfavore di quella nazionale, per permettere di tenere piรน conto delle varie peculiaritร dei territori e delle aziende. Quello che auspico per le relazioni industriali in realtร non รจ un vero e proprio elemento di innovazione: credo che occorra assolutamente tornare ad un importante sforzo di formazione dei rappresentanti sindacali per fornire loro gli strumenti, tecnici e culturali, utili a comprendere meglio i processi aziendali e leggere le tendenze, potendo essere piรน propositivi e meno in opposizione โa prescindereโ.
Se fosse Ministro del Lavoro quale sarebbe il primo provvedimento che promuoverebbe? Credo che il primo sarebbe assolutamente una riforma delle pensioni: vedo purtroppo gli effetti negativi sulle persone che sono costrette a lavorare fino ad una etร avanzata, anche in ruoli faticosi o molto stressanti.
Infine, una domanda personale. Come e perchรฉ si decide, ad un certo punto della propria vita, di diventare direttore del personale? Credo che si arrivi a lavorare nella funzione non per scelta precisa, ma per sentirsene in qualche modo attirati. Io personalmente sono stata โfolgorataโ dal Diritto del Lavoro al momento di preparare la tesi di Laurea e ho voluto cominciare dallโamministrazione del personale. Solo successivamente ho capito che ciรฒ che mi motivava e tirava fuori il meglio di me era occuparsi di far crescere le persone e, quindi, lโazienda tutta, attraverso la formazione, la comunicazione, lo sviluppo e il benessere.